Grandi nomi del panorama ristorativo del nostro Paese e artisti provenienti da vari settori si sono incontrati e confrontati a Roma durante Culinaria, biennale di arte e cibo, dal 29 al 30 settembre. Un weekend dedicato all’interazione tra Arte e Cucina, un esperimento creativo che ha unito chef e artisti per proporre idee, opere e piatti attraverso la fusione di due differenti approcci all’innovazione, basati sul confronto reciproco.
Culinaria, biennale di di arte e cibo: i cooking show del primo giorno
Tanti appuntamenti all’insegna della creatività, sul palco di Culinaria. Tra i grandi nomi, Anthony Genovese, chef de Il Pagliaccio a Roma, che ha scelto di far indossare la giacca da cuoco a Barbara Salvucci, l’artista con cui ha lavorato. Genovese ha parlato della sua cucina e del momento personale che sta vivendo, caratterizzato da una acquisita maturità che lo porta a non cercare più di impressionare, ma a concentrarsi sulla sostanza.
Tra gli esperimenti meglio riusciti di questa edizione c’è la collaborazione tra Francesco Apreda, chef di Imago a Roma, con Matteo Giuntini: “Vulcano”, l’opera realizzata dall’artista, ha ispirato lo chef nel proporre un piatto che doveva essere mangiato con le mani, dopo averle passate nel curry prima e nel sanguinaccio poi. Come ha sottolineato Enzo Vizzari, direttore della guida de L’Espresso, la scelta di non utilizzare le posate si lega a un’abitudine storicamente in uso, scelta talvolta obbligata anche per non rovinare materie prime di pregio, come nel caso delle ostriche.
Gianfranco Pascucci, chef di Pascucci al Porticciolo a Fiumicino (Roma), è rimasto affascinato dai colori delle opere di Lia Russi, che hanno ispirato un piatto con il quale ha voluto sottolineare l’importanza delle texture, le consistenze delle materie prime. In chiusura della prima giornata, Paolo Lopriore, chef de Il Portico ad Appiano Gentile, ha stupito appassionati e addetti ai lavori presentando un agnello cotto per ore all’aperto, evidenziando come il gusto finale sia più importante della tecnica.
Nel corso della giornata di sabato è stata inoltre presentata “Radio Food Project”, iniziativa editoriale che comprende una web radio tematica, un magazine online e un percorso relativo all’Educazione Alimentare.
I cooking show del secondo giorno
Quanto mai ricco anche il programma della domenica, aperto dall’esibizione di Fabrizio Mantovani, di FM con gusto, e Matteo Monti, che hanno preparato i loro piatti per “unire” l’Emilia alla Romagna, il tutto accompagnato dalla performance musicale del Kitchen Super Ero.
Nel suo cooking show, invece, Giuseppe Iannotti, chef del Kresios di Telese (BN), ha preparato una sorprendente “pasta al formaggino”, a suo dire l’ideale per permettere ai clienti di tornare bambini, raccontando la sua filosofia. Iannotti ha parlato del rapporto con la clientela e della fiducia che deve riporre in lui e nella sua cucina, perché la sua proposta prevede un menù del quale non si conoscono né i piatti né il numero di portate, è tutta una scoperta.
Roy Caceres, chef di Metamorfosi a Roma, e Franco Losvizzero, hanno dato prova di una simbiosi artistica totale, con la realizzazione dell’opera “Finestra-Minestra” di Losvizzero, alla quale il cuoco colombiano si è ispirato per creare il piatto “La finestra nella minestra”. In serata spazio a un altro ospite internazionale, lo chef Tim Butler che, dopo una lunga carriera da pasticcere (durata circa 15 anni), grazie alle materie prime e ai sapori della cucina thailandese, ha scelto di divenire un cuoco, aprendo tra gli altri il ristorante Eat Me a Bangkok, che per anni è stato tra i migliori del continente per la classifica 50Best. Nel corso della sua esibizione, l’artista Massimo Catalani ha realizzato un disegno utilizzando come colori gli ingredienti presenti nel piatto dello chef. La chiusura della manifestazione è stata invece affidata a Cristina Bowerman, che ha realizzato 4 salse i cui colori rappresentavano le culture, e l’artista Davide Dormino ha costruito una struttura in ferro, un pezzo unico, sulla cui sommità i visitatori potevano assaggiare il piatto della chef.
Contaminazioni mai banali, spunti creativi di incredibile interesse, il racconto di vari percorsi congiunti caratterizzati dalla fusione tra approcci differenti, la possibilità di arricchirsi e di presentare un qualcosa di innovativo: questa edizione di Culinaria ha probabilmente tracciato una linea di demarcazione, un evento denso di stimoli, un contenitore ricco e non fine e sé stesso.
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