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Croissant a forma di cubo: così si trasforma la colazione italiana

Foto @Francesca Di Cesare

 

Croissant? Sì, ma a forma di cubo! È proprio questa infatti l’ultima tendenza per quanto riguarda la pasticceria (quasi 80 milioni di video su TikTok con l’hashtag #cubecroissant), che ha pensato di rivisitare la forma del cornetto facendola diventare essenzialmente perfetta. Non è un caso se il quadrato è stato sfruttato fin dai tempi più antichi come pianta per gli edifici, templi e raffigurazioni. Il suo alto valore simbolico rimanda infatti da sempre ai concetti di semplicità, solidità e proporzione, ed è questo uno dei motivi che ha spinto molti pasticceri a sceglierlo come base per le loro preparazioni, anche con lo scopo di renderle ancora più instagrammabili. Ma se mousse, semifreddi e crostate a forma di parallelepipedo si erano già viste, il croissant a forma di cubo ha rappresentato una vera e propria novità. Curiosi di scoprire come è nato, com’è fatto, e dove andare a mangiare il cornetto più virale dei social? 

Foto @Francesca Di Cesare

Storia e origini della forma del croissant: da mezzaluna a cubo

Partiamo con qualche accenno sulla storia del cornetto. Non tutti sanno che a pensarlo con la sua emblematica forma furono gli austriaci, che nel 1683 crearono un prodotto da forno a commemorazione della vittoria dell’impero asburgico contro l’impero Ottomano. Secondo alcuni, si sarebbero ispirati proprio alla mezzaluna raffigurata nella bandiera turca, e sarebbe questo il motivo per cui ancora oggi nelle pasticcerie lo troviamo (oltre alla recentissima versione “cubica”) principalmente così. In occasione del matrimonio di Luigi XVI e Maria Antonietta, i francesi aggiunsero poi all’impasto una maggiore quantità di burro e lo ribattezzarono “croissant”, mantenendo però invariata la forma a semicerchio. Di chi è stata, quindi, l’idea di trasformare un prodotto di pasticceria dalla tradizione centenaria stravolgendolo in chiave così rigorosa e geometrica?

Con Bedros Kabranian arriva dalla Svezia l’idea del croissant cubico

L’idea è stata dello svedese Bedros Kabraninan, campione mondiale di bakery, che nel 2018 ha postato su Instagram la foto di un croissant a forma di cubo che ha chiamato “Le Crube” (una fusione di croissant e cube). “Sometimes you just have to ‘say with a cube’ #croissant”, fu quello che scrisse nella didascalia del post. E cioè: a volte bisogna soltanto dirlo con un croissant a forma di cubo. Dopo aver fatto numerose prove, ha trovato la giusta formula che gli ha permesso di riempire lo stampo al punto ideale in modo da ottenere una lievitazione perfetta. È diventato virale in pochissimo tempo, tanto da essere presto imitato e riprodotto da molti pasticceri che hanno pensato aggiungerlo alla proposta dei propri negozi. Pensate alla famosa Farmacia del Cambio di Torino, dove ogni mattina si forma una fila di decine di persone disposte ad aspettare ore e ore per fare colazione con un croissant quadrato. Ma a cosa si deve il motivo di tanto successo? È il momento di scoprire tutte le caratteristiche e le curiosità di questo dolce!

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Le caratteristiche del cube croissant, il cornetto più virale dei social 

Esteticamente è perfetto, oltre ad essere croccante fuori e morbido dentro e ripieno di una golosissima crema a cui è davvero difficile resistere. Si ispirerebbe al Cubo di Rubik di Cedric Grolet, giovane talento della pasticceria francese con più di 6 milioni di followers su instagram, e del dolce alla frutta che riproduce il famoso rompicapo vuole imitare l’assoluta perfezione nella geometria delle forme. Questo è possibile soltanto grazie all’utilizzo di uno stampo a parallelepipedo sigillato, che va riempito fino all’85% dal momento che la sfoglia, in questo caso, cresce molto meno rispetto al cornetto tradizionale. A cambiare quindi è solamente la forma, che richiede l’utilizzo di uno stampo, mentre l’impasto resterebbe uguale all’originale. Ma a quanto pare, sembra trattarsi di un elemento non di poco conto, dato che ha ispirato altre preparazioni della pasticceria come per esempio il maritozzo quadrato. Vuoto, ripieno di creme, glassato, zuccherato: il croissant cubico non è di certo da meno rispetto a quello tradizionale per quanto riguarda farciture e varianti. E a voi come piacerebbe provarlo?

A Torino arriva in Italia il primo croissant cubico  

Foto @Francesca Di Cesare

I primi a proporre il croissant cubico in Italia sono stati Matteo Baronetto e Maicol Vitellozzi della Farmacia del Cambio di Torino, locale storico del capoluogo piemontese aperto dal 1757 in Piazza Carignano. Diventato ormai un luogo di culto per tutti i cultori della pasticceria, nel maggio 2019 lancia il Crubik, croissant a forma di cubo “contraddistinto da un involucro croccante e un cuore sofficissimo”, come scrissero nel loro sito web. Ne sfornano soltanto 150 al giorno, e questo sarebbe il motivo della lunga fila di persone che attendono ogni mattina davanti al negozio per assicurarsene uno.

Purtroppo, durante il mio viaggio a Torino alla scoperta dei suoi dolci tipici, per mancanza di tempo non ho avuto la fortuna di provare il croissant cubico dello chef stellato Matteo Baronetto. La buona notizia, però, è che – per chi come me è sempre di corsa – ci sono altre pasticcerie della città che hanno deciso di produrlo come per esempio la pasticceria Ghigo dal 1870, in via Po 52/b. Qui lo potete trovare nelle versioni alla crema, all’arancia e al pistacchio, mentre quello della Farmacia del Cambio è disponibile soltanto ripieno di crema pasticciera alla vaniglia. 

Il successo di questo nuovo croissant fu tale da essere presto proposto in tante altre città d’Italia. A Milano, per esempio, si può trovare alla pasticceria culinaria Clèa di Cristian Ratkovic, dove viene proposto con diverse farciture sia dolci sia salate e fatto lievitare tra le 16 e le 18 ore. Ma è soltanto un esempio, perché oggi sono davvero tantissimi i pasticceri che hanno deciso di sperimentare con i croissant e di iniziare a realizzarli anche a forma di cubo. 

E voi sareste curiosi di provarli? Se sì, vuoti, glassati, farciti, o in tutte e tre le varianti? 


Immagine in evidenza di: Francesca Di Cesare

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