Partiamo da una doverosa premessa: la Sicilia è una terra ricchissima, dove convivono città affascinanti, siti archeologici e culturali unici, spiagge e mare da mozzare il fiato, ma – ebbene sì, c’è subito un ma – la cucina e le tipicità dell’isola valgono da sole il viaggio. Ne abbiamo parlato spesso, suggerendovi i nostri indirizzi preferiti dove mangiare a Palermo o svelandovi i segreti della pasta alla Norma, ma oggi vogliamo soccorrere tutti coloro i quali, sulla via del rientro, iniziano già a sentire lo stomaco vuoto e quel “mal di Sicilia” che solo un cannolo potrebbe, forse, colmare. Come contrastare la nostalgia? Ecco i nostri suggerimenti a proposito di cosa portare dalla Sicilia, cibi e prelibatezze che non potete proprio non mettere in valigia, anche a costo di lasciare a terra la confezione di bagnoschiuma a metà.
Cosa portare dalla Sicilia?
Partiamo con la nostra lista di prelibatezze da portare con sé di ritorno da un viaggio in Sicilia. Trattandosi di un’isola e considerando che la maggior parte dei turisti non autoctoni la raggiunge in aereo, teniamo conto di questo aspetto evitando, quindi, di dirvi quanto è buono il Passito di Pantelleria o quanto sarebbe bello portare con sé una scatola formato famiglia di arancine, da Palermo, o arancini, da Catania. Puntiamo, dunque, alla praticità. Per tutto il resto, non possiamo che suggerirvi due strade: acquistare in loco tutto ciò che desideriamo facendolo direttamente spedire al nostro domicilio, oppure affidarsi agli shop presenti nell’area duty free degli aeroporti.
Sale dalla Sicilia Occidentale
La costa tra Trapani e Marsala, nella Sicilia Occidentale, è anche detta “via del sale” per le numerose saline che si susseguono sul litorale. Alcune, come quella di Nubia, si possono visitare, altre arricchiscono il panorama, come nel caso della rotta verso l’isola di Mozia. In ogni caso, è possibile in loco acquistare del sale decisamente gourmet: dal Sale marino di Trapani raccolto a mano e presidio Slow Food, alle varie proposte aromatizzate agli agrumi o alle erbe aromatiche. Il modo migliore per gustarli? Una fetta di pane caldo, un filo d’olio extravergine d’oliva.
Ricotta salata siciliana
Perfetta per preparare una pasta alla Norma secondo i dettami della tradizione, la ricotta salata siciliana è un prodotto spesso dimenticato, ma delizioso. Si produce con il siero di latte di mucca, capra o pecora, talvolta con un misto di capra e pecora, ed è proprio questo a dare alla ricotta un sapore deciso, ma non eccessivamente pungente che la rende perfetta come condimento per la pasta, ma anche degustata da sola, meglio se accompagnata con vini locali come il Cerasuolo di Vittoria e l’Etna Rosso, acquistati al duty free o imbarcati.
Pistacchio di Bronte DOP
Il pistacchio di Bronte DOP è una vera e propria istituzione. Coltivato in provincia di Catania, sui terreni lavici delle pendici dell’Etna, è talmente amato da essere ormai soprannominato “oro verde”. Impossibile resistere alla tentazione di acquistarne (almeno) un sacchetto da portare a casa. In guscio, sgusciato, pelato, ma anche in forma di granella, di farina o in pasta: l’importante è assicurarsi un prodotto di qualità certificata. Il nostro suggerimento per i più golosi? Un vasetto di crema dolce di pistacchi, sarà la vostra colazione preferita per le settimane successive al rientro.
Origano Siciliano
Caposaldo della cucina mediterranea, l’origano cresce spontaneo in Sicilia tanto che gli antichi Greci già lo apprezzavano, ritenendolo cibo di pace e prosperità. Perché, dunque, non assicurarsi un po’ di questo effetto benefico acquistandone un barattolo da mettere in valigia? L’aroma inconfondibile renderà i vostri piatti unici, noi lo consigliamo soprattutto in insalata per apprezzarne appieno le caratteristiche.
Mandorle di Avola
Chi fa una tappa ad Avola, nel siracusano, farà sicuramente una tappa al Museo della Mandola poiché qui, questo prezioso frutto, è una vera e propria istituzione. La “mandorla di Avola”, tutelata da un Consorzio, include soltanto tre tipi di cultivar, Pizzuta, Fascionello e Romana, le più pregiate al mondo. Perdere l’opportunità di acquistarne un sacchetto, dopo averle assaggiare, è un vero peccato.
Torrone di Caltanissetta
L’entroterra siciliano viene spesso ignorato dagli itinerari turistici e la città di Caltanissetta, arroccata a 568 metri sul livello del mare, ne è un esempio. Gli stessi abitanti ironizzano con i (pochi) turisti che si spingono fin su, ma, parafrasando Pascal, lo stomaco conosce ragioni che la ragione non comprende ed ecco allora il motivo per passare dal capoluogo nissino: il torrone. Il “turruni” viene prodotto in zona da più di un secolo, esiste in diverse varianti come pasta dura o friabile, spesso a base di mandorla, che è la coltura prevalente del territorio. Lavorato ancora oggi seguendo i metodi tradizionali, il torrone artigianale di Caltanissetta rischia di scomparire, schiacciato dalla concorrenza dei prodotti industriali, perché dunque non acquistarne un po’ da portare con sé?
Cioccolato di Modica
Si tramanda che il cioccolato di Modica affondi le sue origini nella tradizione Azteca. Infatti, le testimonianze raccontano che questa tipica lavorazione del cacao sia stata introdotta in Sicilia dagli Spagnoli nel XVI secolo e che, a loro volta, l’avessero mutuata proprio dall’antico popolo sudamericano. Oggi, questo cioccolato dalla consistenza grezza è diventato un marchio di fabbrica della cittadina, patrimonio dell’UNESCO, e dal mese di giugno è tutelato con marchio IGP. Disponibile in molte varianti differenti, è un dono per sé e per i propri cari tanto tipico quanto dolce.
Bottarga di tonno, sughi e tipi di pesto
La cucina siciliana accompagna la pasta con condimenti di tutto rispetto e, dopo averli assaggiati direttamente sull’isola, è possibile farne scorta. Ogni zona ha poi le sue specialità, ma a chi ha modo di trascorrere qualche giorno nel siracusano, e in particolare nel paesino di Marzamemi, suggeriamo di non perdersi assolutamente la bottarga di tonno, impiegata nella cucina sicula sia come antipasto che, grattuggiata, come condimento. Guardando, invece, ai tipi di pesto non c’è che l’imbarazzo della scelta tra il classico siciliano, il trapanese e chi ne ha, più ne metta.
Pomodori secchi di Pachino e “capuliato”
Tra i nostri consigli non poteva mancare una sezione dedicata al pomodoro e, in particolare, di quelli secchi tipici della città di Pachino, in provincia di Siracusa. I frutti, essiccati al sole, vengono poi confezionati, solitamente con olio di semi o extravergine d’oliva, e un mix di aromi preparato con aglio, origano, basilico, peperoncino fresco, capperi.
Nella non troppo distante città di Vittoria, in provincia di Ragusa, invece si tramanda la tradizione del “capuliato”: in questo caso i pomodori essiccati vengono tritati e macinati prima di essere predisposti per la conservazione. Una delizia che lascerà a bocca aperta anche i vostri ospiti, invitati a cena per assaggiare le specialità siciliane portate dalle vacanze!
Cappero di Pantelleria
Una volta provato, difficilmente si riesce a fare a meno del sapore del cappero di Pantelleria, produzione tipica della Sicilia e dell’isola in particolare che oggi sopravvive soltanto grazie agli sforzi di poche famiglie di “capperai”. Va assaggiato in primi e secondi piatti, ma anche nelle insalate e poi, perché no, acquistato per riproporlo ai propri cari, permettendo anche a loro di scoprire questa chicca di grande qualità.
‘nzuddi e dolcetti di mandorle
Difficile parlare di prodotti tipici siciliani senza pensare immediatamente a mandorle, pistacchi e frutta secca, ma anche a tutti i dolci che nascono da questi preziosi ingredienti. Non tutti, però, sono facili da portare in valigia: qualche anno fa, a Catania, una golosa turista è stata bloccata perché portava con sé ben 12 panetti di pasta di mandorle che le sono stati sequestrati. Per essere sicuri di non perdere il bottino, dunque, meglio informarsi direttamente in aeroporto e con la propria compagnia aerea. Tuttavia i dolcetti secchi, come gli ‘nzuddi non dovrebbero creare alcun problema. Non sapete di che si tratta? Sono biscotti tipici di Messina e Catania a base di mandorle e cannella, preparati originariamente dalle Suore Vincenzine, da cui hanno preso il nome.
Cannoli e cassate
Secondo le regole a proposito della sicurezza, non è possibile portare come bagaglio a mano né i cannoli siciliani né la cassata. Ciò significa che dobbiamo necessariamente rinunciarvi? Non proprio. È possibile, infatti, acquistare gli ingredienti separati, richiedendo una particolare confezione a prova di aereo e fatti imbarcare direttamente nella valigia. Attenzione alle quantità, però: la ricotta fresca è un prodotto molto delicato, che va consumato in pochissimi giorni, meglio allora non abbondare.
Questi sono i nostri consigli su cosa non può mancare nella valigia di ritorno dalla Sicilia, ma siamo curiosi: raccontateci nei commenti anche i vostri acquisti gastronomici!