Modena è piazze, botteghe storiche e un centro che ruota attorno al Duomo e alla Torre Ghirlandina, tra strade che conducono al Mercato Albinelli, da sempre punto di riferimento per chi cerca salumi, formaggi e pasta fresca.
Ma la sua storia passa anche attraverso le corti ducali, le officine della Ferrari e le acetaie, dove riposano botti centenarie. La gastronomia è parte del suo DNA, un patrimonio fatto di ricette e ingredienti che hanno un profondo legame con il territorio.
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A Modena il pasto inizia con gnocco fritto e tigelle, solitamente serviti con affettati, formaggi e pesto modenese, un condimento a base di lardo e rosmarino. Tra i primi piatti spiccano tortellini e tortelloni. Poi c’è l’aceto balsamico, lasciato invecchiare per anni, essenza del gusto modenese, capace di impreziosire qualsiasi pietanza, dalle più semplici alle più elaborate. Tra i secondi, invece, zampone e cotechino rappresentano la tradizione contadina, serviti con purè, polenta o fagioli.
A chiudere il menù, la torta Barozzi, a base di cioccolato e caffè. Ad accompagnare il tutto un bel Lambrusco. Modena si guarda, si percorre, si vive, ma si comprende davvero solo a tavola.
Tigelle
Le tigelle, sono uno dei “pani” simbolo della cucina modenese. Ma attenzione: il termine tigella indica in realtà le lastre di terracotta un tempo usate per la cottura.
L’impasto, a base di farina, lievito, olio e latte, si cuoce fino a ottenere dischi dorati e fragranti, da gustare con salumi e formaggi locali, come prosciutto, pancetta, salame e stracchino. Perfette anche con carni in umido, come le salsicce, trovano la loro massima espressione con il tradizionale pesto di lardo (pesto modenese o cunza) e Parmigiano Reggiano.
Insieme allo gnocco fritto, le tigelle sono da sempre protagoniste della tavola modenese, preparate per i momenti conviviali e tramandate in famiglia, con piccole varianti negli ingredienti e nei metodi di preparazione.
Gnocco fritto
Un altro pilastro della tradizione modenese è lo gnocco fritto. Con un impasto molto simile, la differenza sta nella lavorazione e nella cottura: invece di essere suddiviso in palline, viene steso, tagliato a quadrati o losanghe e fritto pochi pezzi per volta in olio bollente. La dimensione varia da cucina a cucina, ma il risultato è sempre lo stesso: gonfio, morbido dentro e friabile fuori, perfetto da gustare con salumi e formaggi locali.
Lo gnocco fritto è un’istituzione a Modena, presente in ogni tavola e considerato un vero e proprio sostituto del pane. Si prepara in tutta l’Emilia Romagna, ma con nomi diversi: pinzino a Ferrara, torta fritta a Parma e crescentina a Bologna.
La ricetta è semplicissima: farina, acqua e sale, ma il modo in cui viene servito lo rende unico. Accompagnato da affettati o formaggi, c’è anche chi lo mangia a colazione inzuppato nel caffè o nel latte caldo, secondo un’antica consuetudine modenese che esalta il concetto di non sprecare nulla.
Tortellini e Tortelloni
Quando si parla di tortellini, la storica rivalità tra Modena e Bologna è sempre accesa: entrambe ne rivendicano la paternità e difendono con orgoglio la loro versione.
Piccoli e delicati, i tortellini sono preparati con pasta fresca all’uovo tirata sottilissima e farciti con un ripieno pregiato di carne di vitello e maiale, mortadella, Parmigiano e spezie. Il modo più autentico di gustarli è in brodo di cappone o manzo, come vuole la tradizione di Castelfranco Emilia, dove questa specialità nasce per le festività ma è ormai presente tutto l’anno nei ristoranti modenesi.
Un’altra specialità tipica della zona è il tortellone, una variante più grande e con un ripieno completamente diverso, adatto anche ai vegetariani, a base di ricotta, spinaci e Parmigiano Reggiano. Il condimento più diffuso è burro fuso e salvia, ma non mancano altre versioni, come con ragù. Tra le ricette più apprezzate e tradizionali, però, spicca il tortellone “alla Vecchia Modena“, in cui l’Aceto Balsamico Tradizionale aggiunge un tocco raffinato al Parmigiano, creando un equilibrio di sapori unico.
Cotechino
Il cotechino di Modena IGP è uno degli insaccati più rappresentativi della tradizione modenese, tipico del periodo invernale e protagonista delle tavole natalizie. Si prepara con un impasto di carne magra, grasso e cotenna di suino, insaporito con sale, pepe e spezie e insaccato in budello naturale.
Secondo la leggenda, nacque nel Cinquecento alla corte dei Pico della Mirandola (Comune a nord del capoluogo), quando, durante un assedio, si cercò un metodo per conservare la carne di maiale più a lungo. Dal sapore intenso e caratteristico, ha una forma cilindrica e fette compatte di colore roseo con sfumature rosse. Viene servito con lenticchie o fagioli in umido, ma si abbina anche a spinaci al burro con Parmigiano Reggiano o altre verdure invernali.
L’accompagnamento perfetto? Un calice di Lambrusco DOP di Modena, per esaltare al meglio i sapori di questo piatto conviviale e traboccante di storia.
Aceto balsamico (IGP e DOP)
L’Aceto Balsamico di Modena IGP è senza dubbio il condimento più celebre della città, noto per il suo sapore agrodolce equilibrato, il colore bruno intenso e il profumo delicato. Ma come gustarlo al meglio?
Questo prodotto versatile si abbina perfettamente a piatti sia dolci che salati. Qualche goccia può esaltare la semplicità di scaglie di Parmigiano Reggiano, rendere unico un risotto o arricchire carni alla griglia e verdure. Se amate i contrasti, provatelo su fragole fresche, gelato alla crema o cioccolato fondente per un tocco sorprendente. L’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP, invece, segue un processo di invecchiamento più lungo e si degusta puro, a gocce, per assaporarne tutta la complessità aromatica.
In entrambi i casi, si tratta di un condimento che incarna la storia, la cultura e il saper fare di un territorio unico. Se siete a Modena, non potete non assaggiarlo!
Torta Barozzi
La Torta Barozzi è una delle specialità più amate della provincia e non solo. La sua ricetta originale è segreta ed è custodita dalla Pasticceria Eugenio Gollini di Vignola (Modena). Fu creata alla fine dell’Ottocento dal pasticcere Eugenio Gollini, in omaggio a Jacopo Barozzi, celebre architetto rinascimentale. Gli ingredienti noti sono cioccolato fondente, mandorle, arachidi, uova, burro e zucchero, senza nemmeno un grammo di farina. Tuttavia, chi la assaggia percepisce un retrogusto particolare, forse dato dal caffè o addirittura dai fondi di caffè, anche se la pasticceria Gollini ha sempre smentito questa ipotesi.
L’unico modo per scoprire la verità? Assaggiarla alla fonte, a Vignola, nella storica Pasticceria Eugenio Gollini, dove ancora oggi viene preparata secondo la ricetta originale custodita gelosamente.
Bensone
Il bensone, o belsòn in dialetto modenese, è un dolce secco e antico, tra i più rappresentativi della tradizione locale. La ricetta originale prevede pochi e semplici ingredienti: farina, uova, burro, latte e miele, quest’ultimo poi sostituito con lo zucchero dopo la sua diffusione.
Il bensone è senza farcitura, ma oggi viene proposto in varianti ripiene, spesso con marmellata di amarene brusche di Modena, Nutella o crema allo yogurt. Perfetto a colazione o a merenda, viene anche servito a fine pasto, tagliato a fette e intinto nel Lambrusco Grasparossa, un’usanza tipica che esalta il suo sapore rustico.
Un dolce semplice, ma dal gusto autentico, che racconta la vera cucina modenese.
Lambrusco
Tra le eccellenze modenesi non può mancare il Lambrusco, il vino rosso frizzante che accompagna da sempre la cucina del territorio. Con il suo gusto fresco e fruttato, la leggera spuma e la bassa gradazione alcolica, è il compagno perfetto per i piatti più tipici. A Modena si producono quattro DOC principali: Sorbara, Grasparossa di Castelvetro, Salamino di Santa Croce e Lambrusco di Modena. Ognuna di queste varianti ha caratteristiche uniche, ma tutte mantengono la stessa identità: un vino giovane, vivace e piacevolmente acidulo. Perfetto con gnocco fritto, tigelle, cotechino e zampone, si abbina con facilità ai sapori ricchi della cucina modenese.
Dopo aver scoperto tutti questi piatti tipici, manca solo una domanda: quali hai già assaggiato e quali aggiungeresti alla lista?
Immagine in evidenza di: Micaela Fiorellini/shutterstock