Le immagini degli scaffali vuoti in alcuni supermercati del Nord Italia, ma non solo, sono state pubblicate su molti giornali, online e offline, nei giorni immediatamente successivi alla scoperta dei primi casi in Italia di Covid-19, la malattia causata dal nuovo Coronavirus. Alle prime preoccupanti notizie sulla diffusione del contagio in Lombardia e Veneto, sono state moltissime le persone che si sono recate nei supermercati per fare scorte, immaginando una possibile quarantena. Una tendenza che, secondo i dati Nielsen, ha fatto segnare un’impennata delle vendite nella Grande Distribuzione Organizzata, ma che pone anche un problema legato al rischio di non consumare il cibo in tempo. È il Banco Alimentare a chiedere attenzione al tema dello spreco alimentare, ricordando che ogni anno vengono buttati via, dalle nostre case, ben 2,4 milioni di tonnellate di cibo. Per fortuna, Comuni e associazioni si sono già attivate per limitare i potenziali danni.
Gli effetti del Coronavirus: boom di vendite per i supermercati
Venerdì 28 febbraio 2020, sono state rese pubbliche le rilevazioni di Nielsen a proposito della crescita delle vendite nella GDO nella settimana tra il 17 e il 23 febbraio. È stata registrata, infatti, una crescita media, in Italia, dell’8,34% trainata dal Nord Ovest, dove l’aumento è stato dell’11,20%, e dal Nord Est con un + 9,66% rispetto allo stesso periodo del 2019. Un vero e proprio boom spiegato, sempre secondo Nielsen, dalla paura di una quarantena domiciliare e di un mancato approvvigionamento dei supermercati nelle zone dove sono comparsi i primi casi di Covid-19.
Ciò si spiega anche osservando le tipologie di alimenti che sono state acquistate in maggiori quantità. L’analisi sottolinea, infatti, come gli italiani abbiano comprato prevalentemente riso, conserve animali, derivati del pomodoro, sughi e salse. Importante – e prevedibile – anche l’aumento degli acquisti nel settore “prevenzione e salute”: il comparto parafarmaceutico ha registrato una crescita del 112% rispetto all’anno precedente. L’aumento ha interessato anche il fresco, come ha riportato Coldiretti evidenziando un sensibile aumento di frutta, verdura e carne nei mercati di Campagna Amica.
Si tratta di dati molto recenti e ancora parziali. Federconsumatori, per esempio, stima che la crescita di domanda (e vendite) per le aziende alimentari sia addirittura maggiore, con picchi pari al 60/70% che hanno messo in seria difficoltà i gestori. Nella nota pubblicata il 28 febbraio, si legge che “siamo riusciti ad affrontare questa anomala situazione mobilitando tutte le risorse interne, adeguando i processi gestionali e agendo in ambito logistico per velocizzare l’afflusso delle merci nei punti vendita. Il quadro sembra ora rientrare e possiamo assicurare che non ci saranno problemi di disponibilità di questi prodotti nelle prossime settimane”.
[elementor-template id='142071']Coronavirus e spreco alimentare: quali i rischi?
La possibile relazione pericolosa tra Coronavirus e spreco alimentare è stata sollevata anche prima dell’arrivo dell’emergenza in Italia. A margine dell’edizione 2020 del Festival del Giornalismo Alimentare, Milvia Panico, Head of Corporate Communication and Public Relations Metro Italia, ha commentato a AgriFoodToday che “anche il coronavirus incide sullo spreco di cibo.
Il problema, dal punto di vista dello spreco è duplice:
- l’emergenza e la conseguente psicosi fanno sì che i ristoratori abbiano concrete difficoltà nella gestione degli approvvigionamenti. Non riuscendo a pianificare in maniera realistica l’afflusso di clienti, rischiano di non poter mettere in atto le buone pratiche consolidate per minimizzare gli sprechi nella ristorazione;
- gli acquisti abbondanti – motivati dal timore di una quarantena collettiva che, al momento, non è stata inclusa tra le misure di contenimento del contagio – possono portare ad una pianificazione errata della spesa, che può avere come conseguenza un aumento degli sprechi.
Cosa è stato fatto per ridurre gli sprechi?
Tra i primi ad attivarsi per sensibilizzare la popolazione al rischio di sprecare cibo è stato il Banco Alimentare, che già il 25 febbraio ha pubblicato una nota in cui dichiara: “vogliamo ricordare, oggi più che mai, che il cibo è un dono davvero prezioso: nemmeno una briciola di ciò che è stato acquistato merita di finire sprecata!”
Sulla stessa lunghezza d’onda anche la sezione fiorentina di Confesercenti, ente che ha recentemente lanciato BitGood, una propria piattaforma contro gli sprechi. Sempre il 25 febbraio, infatti, ha pubblicato un appello alla cittadinanza: “bisogna anche sottolineare come l’accaparramento compulsivo di prodotti a cui abbiamo assistito in questi ultimi giorni solitamente comporti necessariamente anche una crescita dello spreco alimentare che istituzioni e categorie economiche cercano con ogni mezzo per una serie di motivi (non ultimo quello ambientale) di arginare.”
Nonostante l’emergenza, dunque, sembra che la lotta contro lo spreco alimentare non sia fortunatamente passata in secondo piano. Conoscete altre iniziative del genere nelle vostre zone?