L’argomento della scadenza degli alimenti è, da sempre, oggetto di confusione tra i consumatori, ed è diventato ancor più rilevante alla luce di un impegno per la riduzione degli sprechi alimentari. Gli italiani, infatti, sono più sensibili alla sostenibilità ambientale e all’adozione di stili di vita più green ed ecologici, che prevedono anche un’attenzione alla riduzione di quanto viene buttato. Consapevole di questa esigenza dei consumatori, nonché del fatto che l’azione contro gli sprechi è una priorità anche per l’Unione Europea, l’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, ha presentato il 22 aprile un nuovo parere dal titolo Guidance on date marking and related food information: part 2 (food information) che presenta uno strumento per aiutare gli operatori del settore alimentare a fornire più dettagli utili a chi acquisterà i loro prodotti, ma anche un’utile guida per informare i cittadini su come scongelare correttamente i cibi per un consumo in sicurezza.
Più informazioni sulle scadenze per ridurre gli sprechi
Le regole per la specificazione delle scadenze sugli alimenti sono stabilite a livello europeo. Ma al piano normativo si affianca, ormai da tempo, l’attività dell’EFSA che permette di chiarire come comportarsi per garantire la sicurezza di quanto viene venduto e distribuito. Per questo, lo scorso 2 dicembre l’autorità ha pubblicato un primo parere dedicato all’argomento che include un tool specifico per i produttori, utile per orientarsi e fugare tutti i dubbi. Come ci ha spiegato Pietro Stella, che si occupa di pericoli biologici per l’EFSA, in etichetta troviamo generalmente due differenti diciture: “da consumare entro” oppure “da consumarsi preferibilmente entro il” che indicano, rispettivamente, la data di scadenza e il termine minimo di conservazione.
Il nuovo parere scientifico aggiunge un ulteriore strumento per gli operatori del settore. Talvolta, infatti, l’indicazione della scadenza può non essere sufficiente e portare i consumatori a buttare cibi ancora adatti al consumo in piena sicurezza. Così come avviene per le donazioni alimentari, è importante coniugare sicurezza e sostenibilità, salute e attenzione all’ambiente. Inoltre, frequentemente sulle confezioni non viene specificato come comportarsi dopo aver aperto un prodotto.
Molto spesso il suggerimento è di consumarlo molto in fretta, ma come si traduce questa indicazione in pratica non sempre è chiaro. Fissare un limite al consumo di un prodotto alimentare dopo l’apertura è molto complesso e spesso dipende anche dalle modalità di conservazione attuate in casa, ma l’EFSA nel parere scientifico aiuta i produttori a decidere se dare informazioni aggiuntive e quali.
Cosa fare dopo aver aperto un prodotto? I tempi di conservazione degli alimenti secondo l’EFSA
Come nel caso della determinazione delle scadenze, il team dell’Autorità europea ha elaborato un diagramma ad albero disponibile all’interno del parere scientifico, pubblicato sul sito, che evidenzia le domande che il produttore dovrebbe porsi per valutare se aggiungere delle informazioni sulla confezione oppure no.
Il primo step riguarda la proliferazione di batteri o meno se l’alimento resta confezionato e, eventualmente, come le condizioni di conservazione influiscono. Ad esempio, alcuni prodotti vanno conservati in frigorifero anche con il loro packaging proprio per garantirne l’integrità fino alla data di scadenza.
In alcuni casi, invece, l’apertura attiva dei processi chimici che accelerano la potenziale proliferazione batterica. Alcuni cibi, ad esempio, vanno conservati in frigorifero o in un ambiente refrigerato e, sottolinea EFSA, in queste circostanze è molto probabile che essi vadano consumati prima della data “da consumarsi preferibilmente entro il” oppure “da consumare entro” indicata sulla confezione.
Il parere scientifico suggerisce, dunque, ai produttori di aggiungere sulla confezione eventuali indicazioni sulla conservazione oppure su come cambiano i tempi di consumo in sicurezza dopo l’apertura. Grazie a queste informazioni, il consumatore può essere più consapevole delle tempistiche e delle modalità con cui portare a tavola tutto ciò che acquista. Di fatto, l’EFSA desidera assistere gli operatori del settore alimentare nel decidere se sia opportuno o meno fornire altre istruzioni oltre alla data di scadenza.
[elementor-template id='142071']Come scongelare correttamente i cibi: il parere dell’EFSA
Può capitare che, anche seguendo indicazioni più dettagliate specificate dal produttore, ci si trovi con alimenti in più e un buon modo per allungarne la durata è la congelazione, che può essere effettuata direttamente dal consumatore. Questa opzione che può essere prevista e suggerita anche dai produttori, ma dato che avviene in casa potrebbe comportare dei rischi dal punto di vista della sicurezza nel momento in cui i cibi vengono scongelati per il consumo. L’EFSA, dunque, ha scelto di rivolgersi anche ai consumatori e di integrare il parere scientifico con alcune indicazioni – semplificate in un’infografica – a proposito di come scongelare gli alimenti senza pensieri.
In sintesi, le indicazioni dell’autorità sono:
- scongelare solo la quantità di cibo che si intende consumare;
- non congelare nuovamente ciò che è stato congelato;
- cuocere sempre gli alimenti dopo il passaggio in freezer per eliminare i batteri;
- scongelare carne, pesce e frutti di mare in frigorifero, posizionati su un vassoio, per evitare contaminazioni;
- per frutta e verdura meglio procedere posizionando gli alimenti sotto l’acqua corrente fredda, nella loro confezione originale;
- scongelare gli alimenti a bassa temperatura per evitare la proliferazione dei batteri.
A ciò, l’EFSA aggiunge l’importanza di mantenere l’igiene negli spazi della cucina, lavarsi con cura le mani e seguire naturalmente le indicazioni dei produttori. In questo modo, sarà possibile per consumatori e attori della filiera alimentare unire le forze evitando gli sprechi e promuovendo uno stile di consumo sempre più consapevole e responsabile.