Oggi parliamo delle morchelle, più comunemente conosciute come spugnole. Questi funghi, appartenenti al genere Morchella, sono molto apprezzati in cucina per il loro sapore unico e la consistenza particolare. Ciò che li rende inconfondibili è il loro cappello spugnoso, caratterizzato da una superficie alveolata, che le distingue da altri funghi.
Ma cosa le rende così speciali? Dove si trovano e come si possono riconoscere? In questo articolo esploreremo ogni aspetto di questi affascinanti funghi.
Come sono fatte le morchelle

Le morchelle sono funghi noti per la loro forma inconfondibile. Il cappello, alto e con cavità che ricordano un favo d’api, è sorretto da un gambo chiaro e liscio, rendendole facilmente distinguibili da altre varietà di funghi.
Oltre al loro aspetto particolare, questi funghi hanno un ruolo importante negli ecosistemi. Alcune specie sono simbionti, ovvero instaurano una relazione con le radici di alcune piante per favorire lo scambio di nutrienti. Altre specie, invece, sono saprofite e contribuiscono alla decomposizione della materia organica nel suolo. È affascinante pensare come un fungo possa avere un impatto così rilevante sull’ambiente in cui cresce.
Ma dove bisogna cercarle e in quale periodo dell’anno si possono trovare?
Dove e quando si trovano le morchelle?
Queste prelibatezze fanno la loro comparsa principalmente in primavera, tra marzo e maggio, a seconda delle condizioni climatiche. Crescono spontaneamente nei boschi, nei prati umidi e nelle zone recentemente bruciate, dove il terreno è ricco di sostanze nutritive. Si trovano spesso vicino a latifoglie come olmi, frassini e pioppi, alberi con cui tendono a stabilire un rapporto favorevole alla loro crescita.
Le regioni temperate dell’emisfero boreale offrono offrono l’habitat ideale per questi funghi, e la loro ricerca è una vera e propria caccia al tesoro, riservata agli appassionati in grado di individuare il luogo e il momento giusto per la raccolta.
Ma come fare a distinguere le morchelle commestibili da quelle tossiche?
Come riconoscere le morchelle commestibili e come coltivarle

Premessa fondamentale: se non sei assolutamente sicuro di quello che stai raccogliendo, meglio non rischiare. La conoscenza è essenziale quando si tratta di funghi selvatici. Detto ciò, il loro aspetto è senza dubbio unico: il cappello è alveolato con cavità irregolari e il colore varia dal giallo-bruno al marrone scuro. Un dettaglio distintivo è che il gambo e il cappello sono completamente cavi all’interno, una caratteristica che le differenzia dai funghi velenosi.
Tuttavia, esistono funghi simili pericolosi, come le Gyromitra, che contengono sostanze tossiche potenzialmente letali. Per questo motivo, chi non è esperto nella raccolta di funghi dovrebbe sempre rivolgersi a un micologo o a un esperto prima di consumare morchelle raccolte in natura.
Quanto alla coltivazione, sebbene siano stati fatti progressi, è un processo complesso. Questi funghi necessitano di un habitat specifico e di condizioni ambientali controllate, come terreni ricchi di sostanza organica e una buona umidità. Esistono tecniche sperimentali per la loro coltivazione, ma la raccolta in natura rimane ancora il metodo più comune per procurarsele. La ricerca scientifica sta lavorando per rendere questa pratica più accessibile a chi desidera coltivarle con successo.
Ma ci sono altre curiosità legate a questi funghi?
Qualche curiosità sulle morchelle

Le morchelle sono considerate un’autentica prelibatezza in molte cucine del mondo, in particolare in Francia, dove vengono utilizzate in piatti gourmet. Il loro valore commerciale è elevato, soprattutto per la difficoltà di coltivazione e la breve stagionalità.
Inoltre, alcune popolazioni di morchelle si sviluppano abbondantemente dopo incendi boschivi, un fenomeno noto come flush post-incendio. Questo aspetto le rende ancora più misteriose e affascinanti, aggiungendo un ulteriore elemento di interesse alla loro raccolta.
Come cucinare le morchelle
È importantissimo sapere che le morchelle non devono mai essere consumate crude, poiché contengono tossine termolabili che si degradano con la cottura. Per questo motivo, è essenziale cuocerle per almeno 15-20 minuti per renderle sicure. Una volta pronte, il loro sapore si presta a diverse preparazioni. Sono ottime saltate in padella con burro, abbinate a carni bianche o utilizzate nella preparazione di salse e cremosissimi risotti. La loro consistenza spugnosa assorbe facilmente i condimenti, rendendole un ingrediente pregiato nelle cucine più raffinate.
Le morchelle, con la giusta preparazione, possono trasformarsi in un’esperienza culinaria straordinaria, capace di sorprendere anche i palati più esigenti.
E tu conoscevi le morchelle? Le hai mai assaggiate?
Immagine in evidenza di: TYNZA/shuttorstock