Giornale del cibo

CIR food a Internazionale a Ferrara: come sta cambiando il settore agroalimentare?

Si è concluso domenica sera Internazionale a Ferrara, il festival di giornalismo organizzato dalla rivista Internazionale, diretta da Giovanni De Mauro, con un record di 76mila presenze.
A questo importante successo ha contribuito anche CIR food, azienda leader nella ristorazione italiana, che ormai da tre anni collabora con il Festival portando sul tavolo della discussione il tema, variegato e complesso, del cibo.Nell’edizione 2017 la presenza di CIR food a Internazionale a Ferrara si è articolata in due momenti, venerdì pomeriggio e sabato mattina. Venerdì 29 settembre infatti, sono stati organizzati tavoli di lavoro a cui hanno partecipato aziende, ricercatori ed esperti per confrontarsi sul tema del cibo di cittadinanza e, quindi, delle connessioni tra cibo, sostenibilità economica e ambientale e diritti, alla luce delle nuove sfide che riguardano il settore agroalimentare.

Giuliano Gallini

Nella mattinata di sabato 30 settembre, invece, nella splendida cornice del Chiostro di San Paolo, il Direttore Marketing Strategico di CIR food Giuliano Gallini, ha dialogato, in un incontro pubblico molto partecipato, con Franca Roiatti, giornalista e scrittrice, Alessandro Banterle, professore dell’Università degli Studi di Milano, Joyce D’Silva, Ambassador di Compassion in world farming e Massimiliano Tarantino, Segretario Generale della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, per riportare quanto emerso nei tavoli di lavoro e rispondere, insieme, ad alcune domande: quali sono i nuovi protagonisti del settore agroalimentare? Come stanno cambiando i luoghi in cui domanda e offerta si incontrano? In che modo la crisi economica ha ridefinito il quadro di riferimento dei consumi alimentari? È possibile individuare nuovi modelli di produzione, distribuzione e consumo più sostenibili e inclusivi?

Il Giornale del Cibo era presente per raccontarvi com’è andata a Ferrara.

CIR food a Internazionale a Ferrara: uno sguardo sui mutamenti del settore agroalimentare

Dal 29 settembre al 1 ottobre l’undicesima edizione di Internazionale a Ferrara ha portato nella città estense oltre 270 ospiti provenienti da 40 paesi e da 4 continenti, per un totale di 130 incontri. Si è così creata una redazione multietnica e variegata che ha animato il centro con il prezioso contributo di studenti, responsabili e persone addette alla produzione che per tre giorni hanno lavorato senza sosta per accogliere un afflusso di pubblico senza precedenti.

L’idea di diverse professionalità e competenze che si mettono insieme per un obiettivo comune, è alla base anche dei tavoli tematici che CIR food ha organizzato nel pomeriggio di venerdì, insieme alla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, per parlare delle sfide globali che riguardano il “cibo del futuro”.

Venerdì 29 settembre: i tavoli tematici sul “Cibo del futuro”

Si tratta, principalmente, della questione dell’accesso al cibo, con 815 milioni di persone denutrite, secondo il nuovo rapporto FAO sulla fame nel mondo, ma le sfide che il cibo del futuro dovrà affrontare sono più ampie e riguardano profondi cambiamenti in atto lungo tutta la filiera, sui quali venerdì si sono confrontati oltre 25 ospiti. Come è cambiato il consumatore? Come stanno cambiando i luoghi del cibo? Il settore pubblico e le policy agroalimentari, sono capaci di dare risposte adeguate a questi mutamenti?

I tavoli tematici di venerdì pomeriggio sono partiti proprio da questo quadro globale e dagli impegni che la Carta di Milano ha tracciato e che sono ora portati avanti dalla Fondazione G. Feltrinelli che ne ha curato l’elaborazione e da CIR food con il progetto “Cibo di Cittadinanza”, come ci ha raccontato la ricercatrice Bianca Dendena, della Fondazione G. Feltrinelli. “Il progetto nasce per dare seguito ad un interrogativo che sta animando il dibattito nella società civile, nell’accademia e nei luoghi istituzionali, ovvero: funziona o meno il sistema agroalimentare a livello locale, nazionale e globale? Infatti, emerge una sempre maggiore consapevolezza delle distorsioni che lo caratterizzano. Queste problematiche ci portano a dover affrontare necessità forti, ad esempio, quella della sostenibilità della produzione e della distribuzione alimentare, a fronte di una popolazione mondiale in continua crescita e di una diminuzione delle risorse ambientali da cui la produzione alimentare dipende e che richiede, quindi, un’organizzazione più efficiente.

Queste necessità hanno disegnato le domande di ricerca che sottendono al progetto, che si pone l’obiettivo di  identificare le tendenze caratterizzanti il sistema agroalimentare attuale, verificandone implicazioni, distorsioni e conseguenze”.

Da qui la definizione dei tre assi portanti del progetto di ricerca, ripresi anche per organizzare i diversi tavoli di lavoro di venerdì pomeriggio, la cui conduzione è stata affidata a un gruppo di studio multidisciplinare, con la presenza di ricercatori dell’Università Bicocca di Milano, dell’Università degli Studi di Milano, del Politecnico di Milano, della Fondazione G. Feltrinelli e dell’Università di Pavia, tutti partner del progetto:

Ai tavoli, cui per l’occasione venerdì si è aggiunto un quarto asse dedicato al cibo di cittadinanza, in un lungo brainstorming durato tutto il pomeriggio, si sono confrontati ricercatori, giornalisti, aziende, come Sgambaro, Conor, Orogel, Caber e Fileni, manager ed esperti di grande livello, tra i quali ricordiamo la dott.ssa Tiziana dell’Orto, Direttore Generale del World Food Programme Italia, che hanno lavorato per scambiarsi esperienze e competenze, individuando best practices utili per affrontare le sfide del cibo del futuro.4

Con loro erano presenti la Fondazione G. Feltrinelli, con i ricercatori e il Segretario Generale Massimiliano Tarantino e CIR food, a fare gli onori di casa con la Responsabile Comunicazione Daniela Fabbi e con Giuliano Gallini, Direttore Marketing Strategico.

Nel suo intervento di apertura dei lavori, proprio Gallini ha ricordato l’impegno quotidiano di CIR food, che fornisce oltre 85 milioni di pasti l’anno e che, come azienda leader nella ristorazione italiana, è chiamata ad approfondire con responsabilità come sarà il cibo del futuro. Gallini ha messo in evidenza, inoltre, l’aumento delle nuove povertà alimentari, che riguardano anche l’Occidente e, in particolare, l’Italia, per cui cresce anche il valore sociale della Tavola Pubblica, che “dovrebbe essere sempre più inclusiva e aperta tutti, anche se non è sempre così”, come abbiamo visto raccontandovi della situazione mense in Italia e del monitoraggio “(Non) tutti a mensa” di Save the Children.

La partecipazione congiunta della Fondazione Feltrinelli e di CIR food a Ferrara venerdì è stata anche l’occasione per presentare una demo del webdoc che verrà realizzato nel corso del progetto di ricerca per restituire i risultati ottenuti attraverso un linguaggio narrativo e moderno.

Sabato 30 settembre: il cibo di cittadinanza al centro del dibattito

L’incontro pubblico di sabato mattina, in una bellissima giornata di sole e nel contesto suggestivo del Chiostro di S. Paolo di Ferrara, ha visto dialogare Giuliano Gallini e Massimiliano Tarantino con Alessandro Banterle della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano, Franca Roiatti, giornalista e scrittrice e Joyce D’Silva di Compassion in world farming, Associazione che si occupa del benessere degli animali negli allevamenti intensivi. Moltissime le persone presenti, tra cui il Vicesindaco e l’assessore alla cultura di Ferrara e tanti giovani, che hanno arricchito il dibattito con domande e riflessioni. 

L’occasione è stata utile per riportare alcuni spunti emersi nei tavoli tematici del venerdì e per parlare del sistema cibo del prossimo futuro, a partire dall’eredità di Expo Milano 2015.

Benessere animale e agricoltura dal basso

Tutti di grande rilievo gli interventi dell’incontro pubblico organizzato da CIR food a Internazionale a Ferrara: da Joyce D’Silva che ha ricordato che la qualità del cibo passa necessariamente dalla qualità della vita degli animali e, quindi, dal loro benessere, alla giornalista Franca Roiatti, che al Festival di Internazionale ha portato l’esperienza della food policy di Milano, per sottolineare come oggi crescano esperienze di agricoltura dal basso e, soprattutto, come la città, dove vive la metà della popolazione mondiale, sia al centro dei mutamenti che attraversano il settore agroalimentare.

Il cibo come componente della dimensione di cittadinanza

A Massimiliano Tarantino – Segretario Generale della Fondazione Feltrinelli e moderatore dell’incontro – intervistato prima del dibattito, abbiamo chiesto come mai oggi il cibo sia al centro del dibattito pubblico e dei cambiamenti che attraversano la società: “il cibo è a tutti gli effetti una componente della nostra dimensione di cittadinanza, perché è chiaro a tutti, alle imprese, al terzo settore, ai cittadini stessi, che si tratta di uno degli ambiti fondamentali del futuro, sia in relazione all’ecologia e alla sostenibilità, sia in relazione alla salute delle persone, sia per tutto ciò che implica la gestione dei territori, la loro promozione e la loro produttività, in modo sostenibile, ovvero in maniera tale da attuare tutto ciò che è necessario perché, come contenuto nella Carta di Milano, arrivi cibo sano e sicuro a tutti gli abitanti del Pianeta.

L’impegno della Fondazione Feltrinelli è quello di mettere in relazione le filiere produttive, gli interessi dei governi e la qualità di vita dei cittadini, in modo tale che sistematicamente questi attori possano lavorare assieme per garantire un futuro migliore alle nuove generazioni”.

Asimmetria informativa e consumatore al centro

Il prof. Alessandro Banterle docente di Economia Agraria dell’Università degli Studi di Milano, si è invece concentrato su come stanno cambiando i consumi alimentari.

Tra le tendenze in crescita nel nostro paese c’è certamente quella del boom degli alimenti “senza”, come fotografato anche dall’indagine Nielsen presentata qualche mese fa a Linkontro. Le persone sono molte attente agli stili di vita sani (in particolari i giovani, i cosiddetti Millenials) e alla sostenibilità ambientale, pur non essendo disposti a pagare di più per questo, delegando, di fatto, i costi dell’ambiente, al settore pubblico e alle imprese.
Aumentano i vegani e le persone affette da intolleranze alimentari, vere o presunte, dal momento che in Italia cresce, ad esempio, il numero delle persone che sceglie prodotti gluten free per moda, senza una reale necessità e credendo in questo modo di acquistare alimenti salutistici.

Proprio in relazione a queste considerazioni, il prof. Banterle ha introdotto il concetto di asimmetria informativa. Infatti, da un’analisi dei consumi emerge che il cittadino per essere informato sulla reale composizione degli alimenti e sui loro effetti per la salute, ha bisogno dell’intervento del pubblico, perché in realtà non ha le competenze per leggere e interpretare le etichette alimentari o altri valori e il produttore, invece ben informato, potrebbe approfittarne.

Alla luce di tutto questo, abbiamo chiesto al prof. Banterle come sta cambiando la produzione alimentare: “il mutamento nella domanda ha ripercussioni molto forti su tutte le componenti della filiera e sulla sua organizzazione. Ad esempio, l’industria si sta organizzando per fare fronte al nuovo mercato delle allergie, per cui crescono, anche più del necessario, i prodotti dedicati ai celiaci. Inoltre, vediamo come il mercato dei prodotti salutistici sia ricco perché le persone sono disposte a pagare, motivo per cui molte aziende hanno deciso di puntare su prodotti arricchiti con sostanze che fanno bene all’organismo, come vitamine, fibre o superfood. Il cambiamento dal lato della produzione, quindi, sta riguardando soprattutto l’innovazione di prodotto per soddisfare i nuovi segmenti della domanda”.

Altro aspetto che emerge fortemente è il fatto che ormai la sostenibilità della produzione, è un requisito indispensabile se si vuole rimanere all’interno del mercato, per cui oggi moltissime aziende, ad esempio del settore della carne, si stanno riorganizzando per differenziare e innovare la loro offerta, aggiungendo referenze biologiche o modificando gli ingredienti delle ricette (il caso olio di palma ha fatto scuola), ma anche, come ricorda Banterle “ricorrendo ad un serie di certificazioni, ad esempio Friends of the sea, per la pesca sostenibile, oppure Rainforest Alliance, per alcuni prodotti che arrivano dalle zone tropicali”.

Discorso analogo riguarda la tracciabilità dei prodotti: “oggi tutta la filiera è tracciata, con nuove pratiche e nuove regole che l’azienda deve seguire e che le permettono, in alcuni casi, di ottenere prodotti tracciabili davvero dal campo alla tavola, con tecniche innovative. Si tratta di standards che si stanno diffondendo portando anche un cambiamento nell’organizzazione verticale di filiera, che oggi deve essere più integrata e coordinata”.

Questi profondi mutamenti avvengono perché il consumatore è al centro: “mentre una volta le imprese erano product oriented, cioè puntavano tutto su competenze ed esperienza che li facevano realizzare bene un determinato prodotto, ora sono sempre più consumer oriented, ovvero rivolte al consumatore e alle sue esigenze, alle quali si adattano, pena l’esclusione dal mercato delle vendite”, ha evidenziato l’accademico.

Il dibattito attorno al cibo è un discorso di uguaglianza

L’intervento di Giuliano Gallini, Direttore Marketing Strategico CIR food, a cui abbiamo chiesto qualche battuta a latere dell’incontro, ha posto invece l’attenzione sulla necessità, nella società moderna, di guardare al cibo e alle tematiche dell’agroalimentare con uno sguardo più ampio e approfondito: “Il dibattito attorno al cibo oggi affronta dei temi cruciali per la nostra vita e per lo sviluppo delle società. Innanzitutto, la tematica della sostenibilità ambientale, che ci porta ad interrogarci sul tipo di agricoltura di cui abbiamo bisogno, ma anche sul tipo di trasformazione e di consumi sui quali è meglio puntare.

Il cibo, poi, si incrocia con il tema della salute delle persone, che inizia nei campi e continua in cucina, e, infine, con quello della fame nel mondo, perché purtroppo oggi l’accessibilità al cibo non è ancora garantita a tutti”.

Come abbiamo visto, negli appuntamenti che hanno coinvolto CIR food a Internazionale a Ferrara, il tema dell’accesso al cibo è stato centrale, anche come chiave di lettura di una società in forte mutazione: “la coesistenza dello spreco alimentare, con 1,3 miliardi di tonnellate di cibo buttato ogni anno, di 2 miliardi di persone in sovrappeso e di 815 milioni che soffrono la denutrizione, rappresenta una contraddizione profonda e una sfida molto complessa per il sistema agroalimentare che deve mettere maggiore impegno per eliminare le storture di questo modello di sviluppo, ancora troppo guidato dal profitto”, ha sottolineato Giuliano Gallini, evidenziando anche come la mancata accessibilità al cibo è fortemente legata ai fenomeni migratori che caratterizzano i nostri giorni.

Infatti, “le persone fuggono dai luoghi dove il cibo manca o non è sufficiente e questo tema andrebbe affrontato con maggior vigore e responsabilità da parte dei governi”.

Inoltre oggi c’è un problema nuovo di povertà alimentare, che riguarda anche l’Italia e l’Europa, dove crescono i consumi di prodotti salutistici, ma aumentano anche le persone che, pur non morendo di fame, “sopravvivono consumando cibo non sufficiente in termini di quantità, ma anche di qualità, con conseguenze per la salute, fin da piccoli, e questo rappresenta una grande ingiustizia sociale”.

Al Direttore Marketing Strategico il compito di chiudere le due ricche giornate che hanno visto coinvolta CIR food a Internazionale a Ferrara, per descriverci con alcuni aggettivi come dovrebbe essere il cibo del futuro, per rispondere a tutte le sfide e ai cambiamenti in atto: “accessibile, buono, non solo al gusto, e per tutti”.

Voi cosa ne pensate? In attesa della prossima edizione del Festival di Internazionale a Ferrara, se vi interessano queste tematiche potreste leggere il nostro articolo in cui parliamo di spreco alimentare e soluzioni possibili.

Photo Credits: Francesco Lombardo

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