Moda e cibo, un connubio che non ci aspettavamo. Il 2024 si preannuncia come un anno di ritorno alle origini e di gioco di squadra. Il trend che si vuole cavalcare nel mondo del fashion sembra essere quello di puntare ad ampliare la propria audience di riferimento attraverso alcune partnership con il mondo gastronomico. Dimentichiamoci però delle collaborazioni viste sfilare in passerella in passato dove l’attenzione era tutta focalizzata sul logo di un brand. In questo, lo stilista americano Jeremy Scott fu apripista quando nel 2014 trasformò la M di Moschino nel logo di McDonald’s, dando così vita alla Fast Food Collection. Oggi si percepisce la necessità di andare oltre, di raccontare una storia.
L’idea è trasformare un semplice aperitivo o una cena, ad esempio, in una sorta di “piccola collezione” abbinando ai capi d’abbigliamento presentati, una location e un menu pensati su misura per il brand. Il nuovo binomio fashion-food prevede, quindi, di vivere un’esperienza immersiva attingendo un nuovo sapere da settori che poco hanno a che vedere con le passerelle e il fashion. Cerchiamo di capire assieme come la moda abbia acquisito un nuovo sapore!
Quando la moda incontra il food
Riscoprire se stessi attraverso lo storytelling, ovvero l’arte di raccontare la storia di un brand attraverso una narrazione e una comunicazione creativa efficaci. È l’obiettivo che si sono posti molti brand di moda, dopo un lungo periodo alla ricerca di una modernità che li ha troppo spesso allontanati dalla loro vera natura. In questo momento di rinascita, diverse aziende hanno cercato di riconquistare la posizione di leader del mercato attraverso esperienze esclusive, comunicando la propria identità attraverso canali fuori dagli schemi. Basta quindi lasciarsi ammaliare da hashtag e tendenze effimere che sembrano non fare più la differenza per la visibilità e l’affermazione di un brand.
Ultimamente, infatti, sembrerebbe essere poco lungimirante per le aziende storiche nel mondo della moda fondare le loro nuove radici sui trend del momento, dettati da social come TikTok e Instagram. È in questo nuovo assetto che torna a essere necessario puntare sull’essere autentici (concetto molto apprezzato anche dalle nuove generazioni). Ma come riuscirci? Una delle strategie vincenti sta proprio nel coinvolgere altri settori, come il mondo del food. E qui la domanda sorge spontanea: cosa hanno in comune moda e cibo, due realtà apparentemente così lontane tra loro?
Il legame tra cibo e moda è profondo e visibile nel nostro quotidiano. Entrambi giocano un ruolo significativo nella costruzione della nostra identità individuale e collettiva. Entrambi, infatti, sono mezzi attraverso i quali possiamo esprimere chi siamo e in che cosa crediamo. L’outfit che decidiamo di indossare può essere considerato una forma tangibile di auto espressione, così come il cibo che scegliamo di consumare può riflettere i nostri gusti personali, ma anche le nostre convinzioni etiche o culturali.
Food e fashion, inoltre, sono soggetti a una ricerca costante di qualità e creatività. Quindi così come gli stilisti cercano di creare abiti che siano non solo esteticamente piacevoli, ma anche ben realizzati, gli chef cercano di offrire piatti che siano deliziosi, ma anche preparati con ingredienti di alta qualità e presentati in modo accattivante. L’estetica, infatti, gioca un ruolo fondamentale in entrambi i settori: l’aspetto visivo di un capo d’abbigliamento o di un piatto può avere un impatto significativo sul modo in cui viene percepito e apprezzato. Cibo e moda si intersecano in molteplici modi e si influenzano l’uno con l’altro, fornendo un terreno fertile per esprimere la propria identità e comunicare con il mondo circostante attraverso gusti, scelte e stili di vita. È per questo che moltissime case di moda hanno scelto di creare degli eventi speciali , intrecciando i destini del mondo della moda e del mondo enogastronomico per ampliare la propria percezione e trasformare il brand in uno “stile di vita”.
[elementor-template id='142071']La mise en place, dal piatto alla passerella
La nuova frontiera del binomio fashion-food sembra adesso essere improntata su esperienze più complete e immersive, portando il cibo a diventare un elemento esteticamente bello, tanto da essere utilizzato come un mezzo di comunicazione per diffondere e consolidare l’identità del marchio. Come? Attraverso eventi privati, ad esempio. Sono sempre più diffusi, infatti, eventi con mise en place impeccabili, impiattamenti che diventano opere d’arte e decorazioni perfettamente in palette con il resto dell’ambientazione. Tutto facilmente ricollegabile al brand in questione. Menti creative curano nei minimi dettagli l’evento, dall’abbigliamento del personale alle portate, per potenziare i codici delle maison e renderli un’esperienza a 360 gradi. Il cibo è diventato così un elemento fondamentale, uno strumento più accessibile e gustoso che permette al pubblico di entrare nell’universo di un marchio, tra una portata e l’altra.
Marchi d’alta moda come Chanel o Hermès non hanno mai perso il loro fascino agli occhi delle persone proprio perché sono sempre rimasti fedeli a loro stessi, puntando sul senso di esclusività che deriva dalla loro tradizione e dal loro messaggio, univoco e immediatamente riconoscibile. Ma oltre al rinnovato concetto di fedeltà verso se stessi, in questo momento anche le case di moda sembrano amare i crossover – fusioni tra generi diversi tanto apprezzate nel mondo della serialità televisiva e dal pubblico – traendo beneficio dalle sinergie create.
Una strategia vincente, che ha già dato frutti ai brand che hanno deciso di implementarla e su cui si continuerà a puntare, sarà quella di espandere la penetrazione del marchio a livello capillare nella vita dei consumatori, partendo dalla moda per arrivare a coinvolgere altri settori: arte, ristorazione, viaggi, tempo libero. Saremo protagonisti di esperienze immersive che ci permetteranno di addentrarci nell’universo narrativo del brand, e saremo sempre più spesso parte attiva del processo. Qualche esempio sono Prada con la Fondazione Prada trainante nel mondo dell’arte, gli hotel Bulgari per vacanze all’insegna del lusso, e di nuovo nel food con la Gucci Osteria che partita da Firenze è sbarcata anche a Los Angeles e Tokyo. Tutti esperimenti riusciti che catturano l’attenzione di nuovi potenziali clienti che possono così letteralmente consumare i loro brand preferiti.
Case Study. L’evento di Falconeri, “Non seguo la ricetta” e Fantini Wines
Quando cibo, vino e moda si incontrano, è qui che nasce una storia da raccontare. Sulla scia dei crossover, anche Falconeri, “Non seguo la ricetta” e Fantini Wines si sono uniti per creare un evento unico, che coniugasse la moda con il cibo.
La storia del brand Falconeri ha recentemente fatto tappa a Borgo Baccile, in Abruzzo, per un “viaggio del cashmere” dai sapori agrumati. La stella polare d’eleganza italiana, appartenente al gruppo Calzedonia, che produce pregiata maglieria in cashmere e fibre naturali, si è concessa – e ha concesso ai suoi ospiti – di scoprire il lusso dell’italianità a tavola.
Ogni evento di “Non seguo la ricetta” prevede un ingrediente protagonista, su cui basare la declinazione creativa del pasto. Per questo appuntamento il focus sono stati gli agrumi. Gli organizzatori hanno ideato quindi un vertical menu dal titolo “Spicchi di Sapore” con un taglio innovativo. Per iniziare, uno shot di crema di arancia con finocchi e cialda di parmigiano, seguito da un tetris di arancia rossa, feta, cetriolo, ravanello e avocado. Linguine Rustichella d’Abruzzo come primo piatto. Polpette di tonno marinate in succo di mandarino, rosmarino e olio d’oliva, la seconda portata. E per finire, un dolce carpaccio di pompelmo con gelato al cioccolato fondente e grattugia di nocciola.
Se le vostre pance sono già state conquistate, non dimenticatevi però che anche l’occhio vuole sempre la sua parte. L’allestimento è stato pensato appositamente per valorizzare l’inconfondibile stile Falconeri. Posto al centro del tavolo, un grande intreccio di raffinato, morbido ed elegante cashmere. Le tinte della collezione invernale erano in perfetto pendant con il colore della pietra che caratterizza matericamente il Borgo. Una food experience capace di valorizzare il design, oltre al gusto, dove gli ingredienti chiave sono un’autentica passione e la giusta dose di creatività. In questa coreografia di profumi e sapori, Fantini Wines ha accompagnato ogni piatto con le sue bottiglie: sorsi eleganti e soffusi che si sposano alla perfezione con i piatti serviti.
Saranno quindi esperienze gastronomiche uniche a rendere riconoscibile un brand, diversificandolo dagli altri. I soli capi di abbigliamento non sono più sufficienti? Sembrerebbe essere così. Il mercato del lusso sente la necessità di vagliare nuovi orizzonti, creando una community che si riconosca su differenti livelli, non solo per cosa indossa ma anche per cosa mangia.
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