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Geometria food: i cibi col buco più iconici di sempre

Cos’hanno in comune un donut, un Bucaneve e una caramella Polo®? Sono tondi, ma soprattutto: sono tutti cibi col buco! Ed è proprio il buco ad averli resi famosi, anzi, perfino iconici, fin dalla loro nascita. Lo sostiene la ricerca portata avanti da Found! Story Engagement che, dopo aver monitorato più di 100 fonti online e offline, comprese testate, magazine, portali, blog e community internazionali di lifestyle, ha stilato la classifica dei 10 prodotti e brand diventati ormai un mito, proprio perché forati. Scopriamoli tutti.

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Cibi col buco: la classifica del 10 più famosi

Esigenze di cottura, ragioni estetiche, significati religiosi: sono tanti i motivi che hanno portato persone e aziende a creare, nel corso dei secoli, una o più pietanze con il buco. Una particolarità che in molti casi è valsa la fama di queste ricette e la loro unicità. Ecco allora i 10 cibi che più di tutti si sono distinti in questa insolita categoria.

I Donuts: ciambelle fritte made in USA

Se non tutte le ciambelle riescono col buco, è vero però che un donut per essere tale, il buco deve proprio averlo. Diventate famose in tutto il mondo anche grazie a programmi di culto come I Simpson (ma le abbiamo viste almeno una volta in quasi tutte le serie TV americane), queste ciambelline fritte sono ormai simbolo della colazione a stelle e strisce.

La loro origine è davvero singolare: pare infatti che l’impasto fritto (il dough) fosse già noto agli americani, perché importato dagli Olandesi a partire dal XIX secolo. Ma è grazie al capitano della marina Hansen Gregory che si sono guadagnate la fama mondiale di cui godono oggi. Nel 1847, infatti, ci fu l’avvenimento che segnò la loro storia. Hansen, era a quel tempo un semplice marinaio sedicenne, incaricato di friggere grandi quantità di dough, si rese infatti conto che le frittelle avevano un grande difetto: nonostante la cottura ad alte temperature, rimanevano spesso crude all’interno. Interrogandosi su come potesse porre rimedio a questo fastidioso inconveniente, decise di bucarle nel mezzo, eliminando così il problema della doppia consistenza e rendendole, inconsapevolmente, uno dei cibi più iconici del mondo occidentale.

Il cioccolato Tablò

cioccolato tablò

Nato nel 2012, il cioccolato firmato Perugina® è davvero un unicum nel panorama delle tavolette dolci. Il nome, che non a caso fa rima con oblò, identifica subito la caratteristica principale di questa particolare cioccolata: i buchi. La conformazione ad anelli, oltre a creare una curiosa trama di vuoti e pieni, serve a esaltare l’essenza del cacao, rendendolo ancora più croccante al morso e cremoso al palato. L’ispirazione per l’incarto multicolor, invece, deriverebbe dalla Piana di Castelluccio – sede dell’azienda produttrice – che ogni anno si tinge dei colori tipici della fioritura di questa zona. Insomma, un cioccolato decisamente pop, che fa bene anche alle coscienze più golose… in fondo i cubetti nel mezzo sono pur sempre vuoti!

Emmentaler: il formaggio con i buchi

Irresistibile prelibatezza  per tutti i topolini del cinema d’animazione, l’Emmentaler è sicuramente il formaggio bucato più famoso dello schermo e non solo. Prodotto nel Cantone di Berna, in Svizzera, nei pressi del fiume Emme da cui prende il nome, l’Emmentaler – così come la groviera, con cui spesso viene confuso – è caratterizzato da una fitta serie di buchi interni. Proprio loro sono il segno dell’origine artigianale del formaggio poiché si formano naturalmente durante il processo di stagionatura. A seconda del periodo di invecchiamento, infatti, il sapore del formaggio cambia, virando dalle note più dolci della forma fresca a quelle più speziate o decise del 12 mesi, ma quello che non manca mai sono proprio i tipici fori. O, per dirla nel modo giusto, la sua occhiatura.

Yonkers: patatine al formaggio

L’abbinamento formaggio-buchi sembra particolarmente fortunato: come dimenticare gli Yonkers, snack a base di mais, che coniugavano la fragranza delle chips alla sapidità del formaggio? Vera icona tra le patatine in busta anni ‘80, la loro forma ad anello risultava particolarmente divertente per grandi e piccini. Anche se oggi sono quasi del tutto scomparsi dal mercato, rimangono uno dei prodotti più rappresentativi della ligure Saiwa (Società Accomandita Industria Wafer e Affini): azienda nota per i  biscotti e i prodotti dolci, che – tradizione vuole – deve il suo nome a Gabriele D’Annunzio.

Paese che vai, ciambella che trovi

Che la ciambella sia una delle ricette più antiche d’Italia, è presto detto. Tuttavia, sapere con certezza chi sia stato l’inventore della ciambella è praticamente impossibile. Quello che si sa, però, è che di ciambella non ce n’è una sola, anzi. Proprio a causa della quantità di varianti locali è difficile stabilire chi fu il primo autore di ciambelle della storia. Che si tratti del tipico buccellato siciliano, delle graffe napoletane, o delle zeppole pugliesi, rimane il fatto che questo è il dolce rotondo, o per meglio dire toroidale, più riconoscibile della cucina italiana. Secondo alcuni la sua origine deriverebbe proprio dalla simbologia: la forma circolare ricorderebbe il cerchio della vita e la rinascita del Signore e, per questo, la sua preparazione sarebbe strettamente legata al periodo pasquale in abbinamento alle uova (anch’esse simbolo di vita). Come non pensare, allora, al casatiello campano o ai cudduraci calabresi, tipici dolci circolari di questa festività?

I cereali Cheerios

Al sesto posto della classifica dei 10 cibi con il buco più famosi al mondo, la ricerca Found! nomina i cereali Cheerios, anellini a base di avena e miele nati negli Stati Uniti nel 1941. “Oltre 500 ricette e più di 10 forme e taglie furono testate prima di trovare la combinazione ideale”: così si legge sul sito della General Mills, azienda che tuttora produce i famosi cereali col buco. Come a dire che per quanto oggi ci sembri scontato, quella della ruota continua a essere una scoperta che si rinnova ogni giorno, anche se si tratta di cibo. Nel caso specifico, il foro centrale consente ai Cheerios di imbibirsi di latte, risultando così più morbidi dei normali cereali compatti.

I Pretzel

Quella dei Pretzel – noti anche come Bretzel, Breze, Laugenbrezel o Covig – è una storia tanto incerta quanto ricca. Tipici delle zone di lingua tedesca come Germania, Alsazia e Alto Adige, questi impasti a base di farina e acqua dalla forma intrecciata sono infatti oggetto di numerose leggende. C’è chi dice che la loro nascita si debba a un monaco italiano vissuto nel 610 a Brescello (da cui la variante “Bretzel” del nome) che li donava ai bambini capaci di imapare a memoria i versi della Bibbia. E c’è chi sostiene invece che sempre di monastero si trattasse, ma francese. Ciò su cui tutti concordano è, però, la spiccata valenza simbolica della loro forma: i tre buchi rimanderebbero alla Santissima Trinità, mentre l’impasto attorcigliato ricorderebbe le braccia incrociate di un monaco prima della preghiera, o quelle di un uomo nell’atto del riposo. Dalle braccia, in latino brachium, potrebbe quindi dipendere anche il nome di questo caratteristico street food, spesso accompagnato da wurstel e birra.

Le caramelle Polo®: la menta col buco  

Ha 70 anni la caramella inglese con il buco più famosa del mondo. La Polo® venne lanciata sul mercato solo nel 1948 dall’allora Rowntree, quasi dieci anni dopo la sua vera nascita, e divenne subito un prodotto icona. Nota anche per lo slogan “Il buco con la menta attorno” con cui è stata a lungo pubblicizzata, la Polo® viene oggi prodotta in tubi da 23 pezzi l’uno, al ritmo di 20 milioni di caramelle all’anno. Come per la cioccolata Tablò, anche in questo caso il foro centrale aiuta a esaltare il gusto dei suoi ingredienti, aiutando a sprigionare le note mentolate del famoso dischetto bianco.

Il Bagel, da Cracovia agli States

Dopo il Donut, le ciambelle e il Pretzel, non poteva mancare il bagel, l’antico pane dalla forma circolare forato al centro diffuso in Polonia all’interno della comunità ebraica. La leggenda narra che il primo Bagel fosse stato prodotto come omaggio al re Giovanni III di Polonia per aver impedito l’invasione turca nella battaglia di Vienna del 1683. Eppure, le prime testimonianze del bagel risalgono addirittura al 1610, quando il pane venne menzionato all’interno delle disposizioni comunitarie di Cracovia. Esportati negli Stati Uniti, i bagel rimasero pressoché sconosciuti fino agli ‘60, quando la loro produzione si diffuse a macchia d’olio raggiungendo il grande pubblico. Oggi sono, insieme alle loro cugine fritte, uno dei simboli della cucina americana.

I Bucaneve: un fiore di biscotto

Un vero viaggio intorno al mondo quello dei 10 cibi col buco più indimenticabili di sempre, che si conclude con un prodotto di casa nostra. Anzi, per molti di noi almeno, di casa della nonna. Nati 68 anni fa dall’azienda trevigiana Doria, i Bucaneve sono i biscotti col buco che tutti ricordano con una punta di dolce nostalgia (nonostante siano tuttora in produzione). Sarà per via di quel packaging dal sapore vintage, o della loro semplice forma a fiore o dei Caroselli in rima che hanno animato la tv degli anni Sessanta e Settanta, i Bucaneve rimangono ben saldi nell’immaginario comune.

Se questa è la classifica “ufficiale”, è certo che ciascuno di noi avrà la sua top 10 personale. Nella mia non possono mancare: tortellini, frise e taralli.  E per voi, quali sono i grandi assenti della lista?

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