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Che cos’è l’agricoltura 4.0 e quali sono i suoi vantaggi?

 

 

La qualità della filiera agroalimentare è un’eccellenza del Made in Italy, per cui capire come assicurarsi che continui ad esserlo, guardando al futuro, è un tema di grande importanza e attualità. La strada intrapresa sembra essere quella dell’integrazione tra le strategie tradizionali e le innovazioni dell’agricoltura 4.0. Si parla di tracciabilità, di tecnologia blockchain, di raccolta di dati impiegati al servizio della filiera e si tratta, almeno in parte, di una piccola realtà di nicchia che sta già crescendo.

Lo conferma uno studio inedito dedicato proprio all’agricoltura 4.0 realizzato dall’Osservatorio AgriFood del Politecnico di Milano insieme al Laboratorio RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università bresciana. Una ricca ricerca che conferma come, ormai, il digitale sia approdato nella filiera agroalimentare, con una crescita del 270% rispetto al 2017. Un vero e proprio boom che, secondo le aziende coinvolte, migliora efficienza ed efficacia della produzione. Ma come definire, dunque, l’agricoltura 4.0 e come si realizza in Italia?

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Cosa intendiamo per agricoltura 4.0?

L’Agricoltura 4.0 è l’evoluzione del concetto di “agricoltura di precisione” che viene utilizzato per definire interventi mirati ed efficienti in campo agricolo a partire da dati come, per esempio, le caratteristiche fisiche e biochimiche del suolo. Di fatto, è tutto l’insieme di strumenti e strategie che consentono all’azienda agricola di impiegare in maniera sinergica e interconnessa tecnologie avanzate con lo scopo di rendere più efficiente e sostenibile la produzione.

In pratica, adottare soluzioni 4.0 in campo agricolo comprende, ad esempio, il poter calcolare in maniera precisa qual è il fabbisogno idrico di una determinata coltura ed evitare gli sprechi. Oppure, permette di prevedere l’insorgenza di alcune malattie delle piante o individuare in anticipo i parassiti che potrebbero attaccare le coltivazioni, riducendo di fatto gli sprechi.

Un altro ambito di applicazione dell’agricoltura 4.0 è quello della tracciabilità della filiera e, secondo gli addetti ai lavori, è qui che  si intravedono le prospettive più interessanti guardando al futuro. Durante ogni passaggio, dal campo al confezionamento, è possibile raccogliere dati utili a mantenere sotto controllo ogni step del processo di produzione.

Poco margine d’errore, dunque, consente di poter realizzare una filiera corta capace di produrre alimenti di massima qualità e in maniera sostenibile dal punto di vista ambientale, una priorità come sottolineato anche dalla campagna Food for Change.

“L’innovazione digitale è una leva strategica per il settore agroalimentare italiano, in grado di garantire maggiore competitività a tutta la filiera, dalla produzione in campo alla distribuzione alimentare, passando per la trasformazione – ha dichiarato Filippo Renga, Direttore dell’Osservatorio Smart AgriFood in occasione della presentazione del rapporto sull’agricoltura 4.0 – Va evidenziato comunque che tra gli attori del settore emerge ancora poca chiarezza su come sfruttare queste opportunità; un segnale che serve investire nella creazione di sane competenze”.

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Fotokostic/shutterstock.com

Osservatorio AgriFood: l’agricoltura 4.0 cresce del 270%

Nonostante la necessità di investire in formazione, il primo dato che emerge dallo studio condotto dall’Osservatorio è la crescita esponenziale della diffusione di soluzioni ad alto tasso tecnologico nel settore agroalimentare. Si registra, infatti, un +270% del valore dell’agricoltura 4.0 sul mercato, che raggiunge oggi complessivamente una cifra compresa tra 370 e 430 milioni di euro, pari al 18% del settore a livello europeo. Inoltre, emerge come esistano più di 300 proposte già a disposizione degli imprenditori agricoli, 113 delle quali specifiche per migliorare tracciabilità e qualità dei prodotti.

Le esigenze che portano le 1.467 aziende agricole coinvolte nell’indagine a rivolgersi a soluzioni ad alto tasso tecnologico sono:

Metà degli intervistati dichiarano che l’attività che, per prima, li ha spinti ad investire nell’agricoltura 4.0 è stata quella di pianificare le colture, la semina e il raccolto. Interessante, come rileva l’Osservatorio, è che fattori come il titolo di studio oppure l’età non influiscono sull’interesse e sull’applicazione di questo tipo di soluzioni in azienda che vengono, piuttosto, preferite da chi gestisce aziende molto grandi, sia per estensione territoriale che per budget da poter investire.

MONOPOLY919/shutterstock.com

Quali sono i vantaggi dell’agricoltura 4.0?

Esistono ancora dei limiti alla diffusione di soluzioni 4.0 in tutta Italia, dai costi di gestione all’effettivo accesso alla tecnologia. Tuttavia, i ricercatori non hanno dubbi nell’evidenziare come i vantaggi abbraccino il risparmio in termini economici e ambientali, ma anche una produzione di maggiore qualità. Una qualità che risponde anche a benefici dal punto di vista della salute. Si stima, infatti, che i prodotti inseriti in una filiera ad alto tasso tecnologico mantengano intatte le loro proprietà e risultino, quindi, più salutari. Dal punto di vista quantitativo, inoltre, il risparmio sugli input produttivi risulta essere  del 30% con un aumento della produttività pari al 20%, il tutto ottenendo prodotti senza alcun residuo di sostanze chimiche.

Vantaggi confermati anche da Andrea Cruciani, CEO di Agricolus, start up umbra attiva già in tutto il mondo e vincitrice di numerosi premi come Premio Nazionale ANGI 2018 per la categoria AgriTech e inserita tra le Rising Food Stars di EIT Food. “L’esempio più semplice che faccio sempre – spiega Cruciani – è questo: conoscere l’effettiva superficie dei campi dedicata all’agricoltura consente un risparmio concreto in termini di acquisto dei trattamenti. Statisticamente quando il contadino, grazie alle immagini satellitari, scopre che il 5/10% del suo terreno non è coltivato, sa che può ridurre le spese.”

Questa è soltanto la punta dell’iceberg perché il CEO di Agricolus aggiunge come gli effetti dell’agricoltura 4.0 siano molteplici: “il risultato è un ottimizzazione di qualità e quantità di quanto si produce, ma anche dei trattamenti, di una prevenzione più efficace delle malattie e di un’organizzazione del tempo del raccolto più precisa.”

eugenegurkov/shutterstock.com

Agricolus, un’eccellenza made in Italy dell’agricoltura 4.0

Il punto di vista di Agricolus è privilegiato. Nato come progetto all’interno di un’azienda specializzata nella programmazione di software nel 2010 con lo scopo di svolgere ricerca nel campo dell’innovazione agricola, oggi è una società indipendente, una start up innovativa che propone un ecosistema in cloud di soluzioni per l’agricoltura di precisione.

“Il nostro team – spiega Cruciani – è molto complesso e mette in dialogo informatici, data analyst, cartografici, esperti di logistica, persone che si occupano dell’analisi di dati da remoto raccolti con droni, satelliti e altre fotocamere ad alta precisione, agrometeorologi, agronomi. Il tutto per poter proporre alle aziende, piccole medie e grandi, una piattaforma per ora in tre versioni.” Esiste, infatti, Agricolus Free, Essential, Professional e, entro il 2019, anche la versione Enterprise. Già la versione gratuita permette, per esempio, di mappare i campi, consultare le immagini satellitari del campo e registrare tutte le attività svolte nella filiera.

“Il fatto che sia disponibile anche una piattaforma gratuita è una rarità”, spiega il CEO di Agricolus. Infatti, una delle criticità che ancora rallenta la diffusione dell’agricoltura 4.0 in Italia e che spiega il perché siano soprattutto le aziende più grandi ad avervi accesso, fino ad ora, è proprio l’investimento necessario. “In questo modo, invece, noi permettiamo a tutti di prendere confidenza con la tecnologia e iniziare a capire come può migliorare il lavoro. La risposta è molto positiva, tant’è che in molti ci dicono che risulta semplice da usare anche per chi è digiuno dalla tecnologia.”

Per chi, invece, vuole poterne apprezzare tutti i dettagli c’è l’Agricolus Professional Academy. Si rivolge a agronomi, periti agrari, agrotecnici e altri professionisti del settore che vogliono ottimizzare le pratiche agronomiche: “fino ad ora abbiamo rilasciato 195 certificati in pochi mesi, l’obiettivo è di superare i 500 nel 2019. Può sembrare un obiettivo ambizioso, ma la proposta di corso, gratuito e orientato alla pratica, piace molto e riteniamo che sia anche molto utile nel concreto.”

Sintetizzando, infine, le potenzialità e il senso dell’agricoltura 4.0, Cruciani non ha dubbi: “noi diciamo che Agricolus, con i dati, conferma e valida le intuizioni degli agricoltori”, rinforzando e alimentando un circolo virtuoso in cui uomo, natura e tecnologia collaborano per garantire la sostenibilità dell’attività agricola.

Voi conoscevate già l’agricoltura 4.0?

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