I numeri del biologico in Italia parlano chiaro: l’esercito dei bio-consumatori assidui conta numerosissimi adepti e si prepara ad accoglierne di nuovi. Un timore, tuttavia, trattiene spesso chi ha intenzione di intraprendere la via della salute: sarà bio o sarà truffa? Possiamo fidarci delle certificazioni biologiche?
Il sospetto è comprensibile, dal momento che ad esser vittima dello sfortunato fenomeno del falso bio è il 45% degli italiani. Ma questo non vi dissolva dal proposito di mangiare sano: vi diciamo noi come difendervi dalle frodi.
Cosa ci garantisce che un prodotto è biologico?
Nel caso dei prodotti confezionati, a farci da garante è il logo biologico dell’UE (per intenderci quello con le stelline bianche disposte a forma di foglia, su sfondo verde):
ad averlo in confezione sono tutti gli alimenti almeno per il 95% bio. L’altro grande strumento di difesa del consumatore consapevole è l’etichettatura, all’interno della quale troviamo la dicitura biologico:
- Nella denominazione di vendita (dov’è indicato il nome del prodotto), a patto che almeno il 95% in peso degli ingredienti di origine agricola sia biologico.
- Nell’elenco degli ingredienti, quando meno del 95% dei componenti del prodotto è di origine biologica. In questo caso comunque, è necessario che venga indicata la percentuale totale degli elementi di origine biologica.
- In entrambi i campi, se il principale ingrediente è un prodotto della pesca o della caccia, o se contiene altri ingredienti di origine agricola, tutti biologici. E se gli ingredienti biologici utilizzati durante la preparazione sono stati tenuti ben separati dagli ingredienti non biologici e non contengono additivi non autorizzati.
L’indicazione del luogo di coltivazione
Abbiamo trovato il marchio bio sul prodotto che vogliamo comprare, ma vogliamo avere maggiori informazioni sullaprovenienza del prodotto: non ci resta che continuare ad esaminare l’etichettatura. Sotto il logo dell’UE, troveremo infatti scritto:
- Agricoltura UE (per i prodotti coltivati nell’Unione Europea).
- Agricoltura non UE (per i prodotti coltivati in paesi terzi).
- Agricoltura UE/non UE (se parte delle materie agricole che compongono il prodotto sono state coltivate in paesi dell’Unione Europea e parte in altri paesi).
Il codice dell’organismo di controllo autorizzato
Sotto l’indicazione del luogo di coltivazione troviamo un codice composto da una serie di lettere a numeri, un codice identificativo dell’organismo che controlla prodotto e produttore, composto da:
- Una sigla, che identifica lo Stato produttore (ad esempio, IT)
- Un termine che fa riferimento al metodo di produzione biologico (ad esempio, bio)
- Un numero di riferimento, che viene stabilito dall’autorità competente.
Per finire, troveremo un numero di codice per identificare l’operatore che ha prodotto l’alimento o che ne ha effettuato la preparazione più recente, un numeretto che segue la dicitura Operatore Controllato n.
A chi è affidato il controllo?
É affidato alle OdC: organismi di controllo privati che ogni Stato membro dell’UE ha il compito di designare. Una volta fatto questo, deve collaborare con loro, ma soprattutto deve controllarne l’operato, per poi riportare i risultati di questa supervisione all’Unione Europea.
Non siete ancora soddisfatti e volete sapere tutto, ma proprio tutto ciò che sta dietro un’etichetta?
Bene, allora non vi resta che attingere direttamente alla fonte e accedere alla pagina che la Commissione Europea ha dedicato all’agricoltura e alle certificazioni biologiche.