Gli italiani sono grandi appassionati e consumatori di prodotti ittici, e negli ultimi tempi sono anche più responsabili e preoccupati per la salute dell’ambiente. Secondo i dati di MSC – Marine Stewardship Council, un’organizzazione non-profit, infatti, la tracciabilità è un elemento importante, che porta i consumatori ad acquistare un prodotto che, oltre a essere buono e sano, ha un basso impatto sull’ecosistema. Ma come avviene la certificazione della pesca sostenibile? Lo abbiamo chiesto a Isabella Resca, Communication manager di MSC Italia.
Pesca sostenibile, la scelta di molti italiani
MSC ha intervistato più di 18mila consumatori in 22 Paesi, tra cui l’Italia, dove i dati hanno evidenziato che esiste un segmento consolidato di “seafood lovers”, che costituiscono il 44% degli intervistati e consumano abitualmente pesce, soprattutto nel Sud e nelle Isole. Rispetto al 2016, i consumatori sono più sensibili e cercano prodotti ittici provenienti da fonte sostenibile e certificata: il 68% fa questa scelta e, inoltre, l’84% dichiara che la sostenibilità delle aziende dovrebbe trovare riscontro in una certificazione e nell’utilizzo di etichette con le informazioni sul percorso di sostenibilità. Anche i dati Nielsen sugli acquisti degli italiani confermano l’attenzione per la sostenibilità dei prodotti ittici: i prodotti a marchio Blu MSC hanno registrato (nel 2017) una crescita del 12% rispetto al 4% della crescita totale dei prodotti ittici. Ma in cosa consiste questa certificazione e come si ottiene?
[elementor-template id='142071']Pesca sostenibile certificata: Marine Stewardship Council e il marchio Blu
“MSC è una organizzazione non-profit, globale e indipendente, nata per tutelare il futuro dei mari, – spiega Isabella Resca – che si impegna perché gli oceani e i mari siano pieni di vita sia oggi che domani, per le generazioni a venire. Il programma di etichettatura e certificazione MSC riconosce e premia le migliori pratiche di pesca, contribuendo a creare un mercato di prodotti ittici sostenibile, per tutelare la salute degli oceani”.
MSC opera in coerenza con le linee guida della Food and Agriculture Organizazion delle Nazioni Unite (Unfao) e di Iseal (associazione per gli standard di sostenibilità). Inoltre MSC è riconosciuta dalla Global Sustainable Seafood Initiative (Gssi). Il marchio Blu è un metodo per informare il consumatore e incoraggiarlo all’acquisto di prodotti ittici realizzati con materia prima proveniente da pesca sostenibile.
“In 20 anni di attività, il 12.5% del pescato in mare è stato certificato secondo gli standard MSC. Il programma che promuoviamo è trasparente e aperto; coinvolge pescatori, organizzazioni ambientaliste, istituzioni e scienziati e si focalizza sulla sostenibilità ambientale secondo criteri scientifici, certificati da enti terzi (certificatori accreditati)”.
Il percorso della certificazione è duplice e riguarda la certificazione in acqua e quella della catena di custodia. Vediamo cosa accade in ognuna di queste fasi.
Certificazione della pesca sostenibile: come avviene?
Tutte le attività di pesca che operano nella legalità possono richiedere la valutazione per intraprendere il percorso di certificazione. La dottoressa Resca spiega che l’intero processo dura 18 mesi, durante i quali sono valutati tre aspetti fondamentali:
- la salute a lungo termine dello stock ittico;
- l’impatto dell’attività di pesca sull’ecosistema;
- la gestione efficace dell’attività di pesca, incluso il rispetto di tutte le leggi locali, nazionali e internazionali.
“Si tratta di un cammino impegnativo sotto diversi punti di vista – commenta, – poiché richiede innumerevoli sforzi in termini di energia e risorse. E non costituisce un obiettivo raggiunto, che dura per sempre: è più che altro il punto di partenza di un percorso in cui, per non perdere la certificazione, i pescatori devono dimostrare di poter migliorare costantemente le loro attività. Si tratta anche di un investimento sul lungo termine, perché aiuta i pescatori ad avere una migliore gestione della risorsa e può anche aprire nuovi mercati”.
Anche la Catena di custodia va certificata
Non soltanto il metodo e la gestione della pesca sono oggetto di valutazione da parte di MSC, che provvede a tracciare ogni fase di trasformazione e di stoccaggio dei prodotti che ricevono il marchio blu. “In questo modo, – spiega Resca – la certificazione Catena di Custodia assicura che la materia prima da pesca sostenibile non venga confusa con quella non certificata, e consente di conoscere il viaggio di ogni prodotto ittico certificato, dal mare al piatto. Attraverso il marchio blu, quindi, il consumatore interessato a compiere un acquisto sostenibile può rapidamente identificare e riconoscere i prodotti che cerca, senza dover fare complesse valutazioni su taglia minima, attrezzo e area di pesca”.
Si tratta di un impegno costante da parte delle aziende, che devono acquistare materia prima certificata da fornitori a loro volta certificati, ma questa certificazione non è onerosa e non rappresenta in alcun modo una barriera per il produttore.
O.P Bivalvia Veneto, prima italiana a ottenere la certificazione
Per quanto riguarda l’Italia, il 18 luglio è stata ufficializzata la certificazione di O.P. Bivalvia Veneto, una flotta artigianale che pesca vongole nei distretti marittimi di Venezia e Chioggia. Si tratta della prima certificazione MSC in Italia e in tutto il Mediterraneo. “Un buon punto di partenza, che speriamo sia solo il primo di molti altri, – commenta Resca – perché il Mediterraneo, in cui oltre il 90% degli stock ittici valutati sono sovrapescati, ha bisogno di un grande impegno verso la sostenibilità”.
La pesca sostenibile certificata in Italia e all’estero
Il consumo di pesce in Italia è costituito in gran parte da prodotti di importazione, e il nostro Paese presenta un po’ di ritardo in termini di sostenibilità dei prodotti ittici, soprattutto rispetto al Nord Europa. “C’è, però, un visibile dinamismo nel mercato Italiano, in cui le aziende dimostrano un interesse sempre maggiore verso la sostenibilità, – afferma l’intervistata. In neanche 3 anni, le aziende produttive certificate Catena di custodia MSC sono triplicate, e sono aumentate anche le aziende estere certificate che vendono in Italia”.
Oggi in Italia ci sono quasi 800 i prodotti certificati con marchio blu reperibili a scaffale, tra cui spiccano i surgelati. “Tutto ciò è possibile – conclude Resca – grazie a un impegno costante di aziende come Findus, che solo nel 2017 ha lanciato 27 prodotti col marchio blu, arrivando a certificare l’80% dei suoi volumi di prodotti a base pesce. L’impegno delle aziende come questa funge da traino per l’industria”.
Quali sono le vostre abitudini di consumo? Acquistate prodotti ittici certificati?