Originario dell’Asia sud-occidentale, il cavolo rapa (Brassica oleracea) fu introdotto e utilizzato come alimento in Occidente da Greci e Romani e in Italia è soprattutto diffuso nel Meridione ma viene coltivato anche al Nord, dove il clima rigido ne costringe la coltivazione nei mesi estivi.
In genere, poiché non viene molto usato in Italia, viene coltivato per l’esportazione nei paesi nordici.
Appartiene alla famiglia delle Crucifere e le varietà più comuni sono il “Bianco di Vienna” a raccolto estivo, e il “Violetto di Vienna” a raccolto invernale, che non presentano grandi differenze di sapore.
Il cavolo rapa è formato da foglie pennatosette, lobate in basso, di un verde pallido, con fiori gialli e da un fusto biancastro o violaceo, sul quale si sviluppano lunghi piccioli fogliari. Il fusto, la parte commestibile, è carnoso, a forma sferica e alla raccolta non deve avere dimensioni troppo grandi, altrimenti il sapore risulta legnoso e sgradevole. Ha la forma di una rapa e la sua polpa ne ricorda il sapore. Vi sono varietà a gambo bianco, verde o purpureo. Le forme verdi maturano più velocemente rispetto alle altre, quelle purpuree sono tipiche della stagione invernale.
Il cavolo rapa contiene vitamina C, betacarotene che nel corpo si trasforma in vitamina A, acido folico, alcune vitamine del gruppo B e sali minerali, in particolare fosforo, magnesio e calcio, soprattutto nelle foglie che per questo non vanno buttate.
Viene consumato crudo in insalate ma si può anche cuocere come la rapa o come il sedano di Verona in minestre, al vapore e poi farcito o rosolato in padella.