Il Carciofo di Paestum, detto anche Tondo di Paestum, per la caratteristica forma tondeggiante dei capolini, ha assunto nel tempo caratteristiche proprie, distinte dal tipo Romanesco cui appartiene, tali da avergli garantito il riconoscimento IGP dal 2005.
Coltivato nella Piana del Sele, deve a questa zona vocata le sue apprezzate caratteristiche, tra le quali la precocità che lo rende disponibile già da febbraio.
Origini
Le prime coltivazioni del Carciofo di Paestum IGP sembrano risalire al tempo dei Borboni. Come ci spiegano i suoi produttori, l’ufficio statistico dei Borboni già nel 1811 segnalava la presenza di carciofi nella zona di Evoli, l’attuale Eboli, e Capaccio. Agricoltori del Napoletano impiantarono la varietà proprio nelle zone adiacenti ai famosi Templi di Paestum.
La vera e propria diffusione del carciofo nella valle del Sele risale però agli anni ‘30 del secolo scorso, grazie alle vaste opere di bonifica e di profonda trasformazione agraria apportate dalla riforma fondiaria.
Caratteristiche e varietà
Il Carciofo di Paestum è del tipo Romanesco, da cui però è andato differenziandosi nel tempo, per assumere sue proprie caratteristiche, che gli hanno permesso nel 2005 di ottenere il riconoscimento IGP. L’aspetto rotondeggiante dei suoi capolini, l’elevata compattezza, l’assenza di spine nelle brattee sono le principali caratteristiche di questa varietà.
La produzione è concentrata nella Piana del Sele, nella provincia di Salerno, territorio che per le sue condizioni climatiche, conferisce al Carciofo di Paestum IGP un ulteriore elemento caratteristico, cioè la sua precocità di maturazione. Il clima fresco e piovoso dell’area vocata nel corso del lungo periodo di produzione (febbraio-maggio) conferisce al prodotto la sua tipica tenerezza e delicatezza.
Utilizzo in cucina
Ingrediente fondamentale della dieta Mediterranea, il Carciofo di Paestum IGP viene utilizzato nella preparazione di svariate ricette tipiche e di piatti locali come la pizza con i carciofini, la crema e il pasticcio ai carciofi, ma può essere cucinato anche al ripieno d’agnello o di cozze, altrimenti servito crudo in insalata con pecorino.
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