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Per me una cacio e pepe, grazie! Dove mangiarne una buona a Roma (secondo noi)

Micaela Fiorellini/shutterstock

Parlare di pasta cacio e pepe significa evocare uno dei capisaldi della tradizione romana. Chiamata più confidenzialmente come “la cacio e pepe”, è tra le specialità più amate della cucina capitolina e, in generale, di quella laziale. Un piatto dalle origini povere, nato dall’ingegno dei pastori e al loro saper fare di necessità virtù e ormai da anni vera e propria istituzione. In questo articolo vi proponiamo sette locali dove mangiare “la cacio e pepe” a Roma: una selezione basata sulla nostra esperienza, consci del fatto che, nella vastissima offerta culinaria della città eterna, ve ne sono tanti altri degni di nota.  

Cacio e pepe, caposaldo della tradizione romana 

Una crema bianca e irregolarmente punteggiata da grani neri, densa e dal sapore intenso, con l’impronta decisa del pecorino appena stemperata e arricchita dalla nota aromatica del pepe: ecco come si presenta “la cacio e pepe”. Insieme a carbonara, gricia e amatriciana, è uno dei primi piatti storici della cucina laziale. Motivo per cui ogni turista buongustaio in visita a Roma non dovrebbe farsi scappare l’occasione di provarli. La cacio e pepe, tra tutte, è la più semplice a livello di ingredienti: bastano infatti il pepe nero, meglio se in grani, il pecorino (possibilmente un buon Pecorino Romano DOP), il sale e la pasta, ovviamente. In genere si usa quella lunga, come il classico tonnarello, gli spaghetti, i bucatini, sempre per restare nel solco della tradizione romana, oppure, per chi predilige la corta, i rigatoni. Qualunque sia il formato di pasta, l’essenziale è che sia mantecata ad arte con il suo semplice ma gustoso condimento. Non è però di come preparare la cacio e pepe perfetta ciò di cui ci vogliamo occupare oggi, bensì offrirvi dei suggerimenti su dove trovarne e assaporarne una valida versione a Roma.

La cacio e pepe a Roma: 7 locali da provare 

La “città eterna” brulica letteralmente di trattorie, osterie e ristoranti tipici. In alcuni quartieri la concentrazione di locali è talmente fitta che può essere difficile orientarsi. Proviamo di seguito a suggerirvi alcuni locali che ben interpretano la tradizione della cucina romana e, in particolare, il culto della cacio e pepe.

Roscioli Salumeria con Cucina ( Via dei Giubbonari 21, Roma)

Spaghetti cacio e pepe
Alexander Prokopenko/shutterstock

Da semplice “pizzicarolo” di quartiere a Mecca gastronomica per gli amanti dei piatti capitolini. Il successo dei fratelli Roscioli è il risultato di una maestria unica che trasforma un’antica salumeria in una destinazione d’eccellenza. Il banco della salumeria è una vera istituzione, con un assortimento ineguagliabile di prodotti di altissima qualità, spesso creati su misura. Il loro ristorante è un connubio tra gusto e raffinatezza, dove la tradizione romana si esprime sia nei piatti classici che nelle creazioni più contemporanee. Qui le paste fresche sono un tassello fondamentale della loro cucina, tutte servite rigorosamente “al chiodo”, ovvero una cottura molto al dente. La cacio e pepe di Gabriele Giura fa scuola: il perfetto equilibrio tra la quantità di pasta e di salsa permette di godersi appieno tutti gli elementi, forchettata dopo forchettata. Il tutto corroborato da diverse tipologie di pepe. Completare l’esperienza con vini della loro vasta enoteca, quasi un’enciclopedia enologica, aggiunge valore e un senso di scoperta per ogni buongustaio. Eleganza sobria, servizio attento e qualità eccezionale sono i tratti distintivi di un luogo che è ormai punto di riferimento.

Trattoria da Danilo ( Via Petrarca 13, Roma)

La trattoria di Danilo Valente è un baluardo della cucina romana nel cuore di uno dei quartieri più cosmopoliti di Roma. Situata a pochi passi da Piazza Vittorio, da 23 anni questa trattoria attira una clientela affezionata e curiosa, oltre a essere uno degli spot preferiti per le fotografie, con le pareti tappezzate di ritratti di celebrità che hanno lasciato il loro segno. Con le sedie in legno e le tovaglie bianche-rosse si respira l’atmosfera di una trattoria genuina, semplice e curata, con un servizio esperto e accogliente. Per quanto riguarda la cacio e pepe torniamo all’uso dei tonnarelli freschi mantecati direttamente nella forma di pecorino al tavolo. tra i primi piatti è possibile assaggiare anche ottimi spaghetti con carciofi e bottarga strozzapreti al lardo e le squisite tagliatelle con funghi porcini: ideali per chi vuole gustare un piatto ricco e saporito quando i funghi sono di stagione.

Ristorante La Carbonara (Piazza Campo de Fiori 23, Roma)

© La Carbonara

Nella vivace cornice di locali che circonda Piazza Campo de’ Fiori, trova spazio il Ristorante La Carbonara. Si tratta di un’attività con alle spalle una storia e una tradizione secolare, quella della famiglia Salomone, che dal 1912 porta orgogliosamente avanti una filosofia culinaria nel segno dell’autenticità, arricchita nel tempo da valide proposte alternative. Nel menù trovano quindi spazio grandi classici, quali i saltimbocca alla romana, le costolette d’abbacchio alla scottadito, la cicoria ripassata in padella e l’immancabile carbonara, affiancati da proposte di pesce. In tutto questo non può mancare la cacio e pepe, qui presentata con lo spaghettone Molino Felicetti, scelto per l’ottima tenuta in cottura e per il modo in cui si sposa con la cremosità del condimento: un matrimonio riuscito per un piatto equilibrato sia nelle consistenze, sia nei sapori.

SantoPalato ( Piazza Tarquinia 4 a/b, Roma)

Tavoli in legno, ripiani in marmo, poster in stile futurista appesi alle pareti. Questi sono i primi elementi che balzano all’occhio appena si varca l’uscio di SantoPalato, un locale che incarna l’autenticità e il calore delle trattorie di una volta. Alle redini della cucina c’è Sarah Cicolini, una chef abruzzese d’origine, ma romana d’adozione che si dedica a creare piatti in grado di parlare al cuore prima di soddisfare diligentemente il palato. Il tutto seguendo il ritmo delle stagioni e valorizzando i sapori della tradizione. Le proposte culinarie spaziano da piatti ben conosciuti e radicati, come la sua ottima cacio e pepe, premiata dalla 50 Top Italy come una delle migliori tra quelle proposte nel panorama romano. La sua celebre carbonara è una presenza costante in carta, ma vale la pena esplorare le proposte del giorno sulla lavagna, come le deliziose linguine baccalà e peperone crusco. Nei secondi piatti, la Chef rivisita con maestria i classici del “quinto quarto”, abbinando l’approccio tradizionale a una creatività inaspettata. I dessert chiudono l’esperienza con dolci ricercati e confortevoli, come il maritozzo con crema o una raffinata tarte citron. La carta dei vini è ampia e accessibile, per offrire il giusto accompagnamento a ogni piatto e a ogni ospite.

Checchino dal 1887 ( Via di Monte Testaccio 30, Roma)

 “Checchino dal 1887” è un’istituzione per gli amanti della cucina romana, e non a caso continua a rappresentare un pilastro dei piatti più iconici della capitale. Situato a Testaccio, il ristorante ha le sue radici nella vecchia vineria nata ai tempi della costruzione del mattatoio. Proprio qui si dice siano nati i celebri piatti del “quinto quarto,” un insieme di ricette create con le parti meno nobili degli animali che i “vaccinari” (i lavoratori del mattatoio) recuperavano, dando vita a una cucina popolare e saporita che ha fatto la storia gastronomica della capitale. Nella loro cacio e pepe dettano legge le mezze maniche, con un’abbondante presenza di pecorino e pepe. Il menù è un viaggio nella cucina tradizionale più autentica: oltre ai classici, offre piatti più audaci come il “padellaccio”, un’armonia di interiora di vitello valorizzata dal profumo dell’aceto e del rosmarino, per una degustazione che non delude gli appassionati del gusto “carico” e deciso.

Da Enzo al 29 (Via del Politeama 23, Roma)

daenzoal29/facebook.com

Per gli amanti del tonnarello cacio e pepe, Da Enzo al 29 è un altro imperdibile punto di riferimento nel cuore del quartiere di Trastevere.  Fedele alla tradizione romana, il locale propone  piatti classici come trippa, coda alla vaccinara, abbacchio alla scottadito, carciofi alla giudia e fiori di zucca fritti ripieni di mozzarella e alici. Presenti anche tutti i primi della tradizione, tra cui naturalmente la cacio e pepe. Grande attenzione anche alla scelta della pasta con cui proporla, che ricade in questo caso su un tonnarello casalingo prodotto con farina biologica del Mulino Marino macinata a pietra. La porzione è davvero generosa e la crema a base di pecorino romano DOP risulta sapida e avvolgente, impreziosita dai grani di pepe nero del Sarawak macinato rigorosamente al momento di servire il piatto.

Felice (Via Mastro Giorgio 29, Roma)

Altra tappa obbligatoria per i cultori della cacio e pepe è Felice a Testaccio. Il nome è quello del suo fondatore, Felice Trivelloni, che nel 1936 ha avviato questa attività nel cuore di una delle zone più popolari di Roma. Oggi il quartiere si è evoluto, ravvivato da un brulicare di locali che animano le strade a ogni ora, ma Felice resta un punto di riferimento. Soprattutto per i suoi mitici tonnarelli cacio e pepe: porzione abbondante, condita senza parsimonia, e mantecazione al tavolo, direttamente nel piatto, sono i tratti distintivi di una filosofia portata avanti sempre nel segno della tradizione.

La cacio e pepe a Roma è una sorta di religione e non è certo facile selezionare una rosa di locali tra le migliaia presenti in città. Noi abbiamo avuto piacere di proporvi questi. Ora tocca a voi: avete già una cacio e pepe del cuore a Roma? E quale, invece, tra i posti che vi abbiamo illustrato vi stuzzica di più?

 


Immagine in evidenza di: Micaela Fiorellini/shutterstock

Articolo scritto con il contributo di Elisabetta Pacifici e Roberto Caravaggi.

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