Fare impresa agricola nelle aree rurali del Burundi, con un occhio di riguardo anche alla nutrizione con il sogno di contrastare la povertà assoluta in tutti i nuclei familiari coinvolti. Questo l’ambizioso obiettivo di BUSLIN, start up fondata nel 2015 dal dottore di ricerca André Ndereyimana e già premiata dalle Nazioni Unite in occasione dell’Expo di Milano. BUSLIN, acronimo di Burundi Smallholder’s Livestock Network, muove i suoi primi passi istituzionali proprio in Italia, attorno all’Università Cattolica di Milano e alla sede di Piacenza dove il dottor Ndereyimana ha conseguito un dottorato di ricerca in tecniche agroalimentari applicate alla nutrizione umana. Questa relazione resta molto stretta, tanto che due giovani studenti della sede piacentina si sono domandati come combattere la malnutrizione e hanno contribuito progettando dei biscotti ad alto contenuto proteico perfetti per essere prodotti in Burundi e per colmare la grave carenza di questo tipo di nutrienti nella dieta delle famiglie.
BUSLIN è una start up, dunque, che unisce l’innovazione agroalimentare alla cooperazione allo sviluppo con un’inedita attenzione anche all’aspetto nutrizionale. Per conoscerla meglio ne abbiamo parlato proprio con il fondatore, il dottor Andrè Ndereyimana.
BUSLIN, la start up che vuole sfamare il Burundi (e l’Africa)
La lotta contro la povertà assoluta e contro la fame sono i pilastri degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, il piano di azione delle Nazioni Unite per un mondo più equo. Secondo i dati del rapporto 2020 della FAO, oltre 3 milioni di persone del mondo non hanno accesso a una dieta sana e salutare che, globalmente, costa oltre il 60% in più di una semplice alimentazione per la sussistenza. Ed è proprio a questi due aspetti che vuole rispondere BUSLIN a partire dalle zone rurali del Burundi.
“Tutto è nato durante il mio dottorato in Italia” ci racconta il dottor Ndereyimana, “ho avuto l’opportunità di seguire il percorso di Dottor StartUpper promosso dall’Università Cattolica che ci aiutava a trasformare le nostre idee in imprese e di partecipare a un concorso con in palio un piccolo capitale per partire.” BUSLIN rappresenta un network di famiglie che vivono nelle aree rurali del Burundi e che si occupano di agricoltura e allevamento con obiettivi di sostentamento. “Questi gruppi di persone, composti solitamente da padre, madre e una media di quattro bambini, soffrono sistematicamente di malnutrizione proteica e, in particolare, hanno accesso molto limitato alle proteine di tipo animale.”
Da qui muove i suoi passi l’azione del network promuove la formazione in un duplice senso: educazione nutrizionale a proposito dei fabbisogni, delle caratteristiche degli alimenti e di come alimentarsi in maniera adeguata, ma anche introduzione di strumenti e tecniche innovative agricole e di allevamento che possano permettere di avviare delle piccole aziende familiari ma con mentalità imprenditoriale. “Stipuliamo con ciascuna delle oltre 50 realtà aderenti un contratto che prevede adempimenti, responsabilità, diritti e doveri di entrambi, e abbiamo optato per la soluzione del ‘microcredito in natura’. Ciò significa” aggiunge il fondatore della start up, “che invece di proporre prestiti in denaro per avviare le attività, convertiamo il valore in equivalenti mezzi di produzione, compresi gli animali da allevare o le sementi di arachide, soia o gli ortaggi da coltivare.”
[elementor-template id='142071']Collaborare per crescere e nutrirsi meglio
In questo modo, si innesca un circolo virtuoso per cui le famiglie in rete tra di loro e con il coordinamento di BUSLIN – che ha oggi 10 dipendenti in Burundi – può sviluppare un progetto imprenditoriale più ambizioso. Le responsabilità sono condivise e, insieme, è possibile anche abbattere i costi di produzione e di gestione grazie ad un’azione consortile. Inoltre, la formazione promossa dalla start up permette anche un generale miglioramento delle competenze sul campo.
“Insieme all’Università Cattolica di Milano” aggiunge Ndeyimana, “abbiamo realizzato uno studio per valutare l’impatto del progetto. È emerso che, a parità di condizioni di partenza, nei nuclei familiari coinvolti la scolarizzazione primaria dei bambini è cresciuta del 10%. La povertà è significativamente più bassa ed è stato osservato come siano state introdotte varie fonti proteiche nella dieta del gruppo coinvolto.”
I biscotti altamente proteici e la promozione dell’allevamento delle galline ovaiole
L’aspetto nutrizionale, come abbiamo anticipato, è centrale. Insieme a due studenti del corso di laurea magistrale di Scienze e Tecnologie Alimentari dell’Università Cattolica di Piacenza è stato sviluppato un “biscotto” proteico a base di farina di frumento, sorgo, riso, batata, farina di arachide, olio di semi di girasole e uovo. Saranno prodotti direttamente dalle famiglie in loco con la ricetta “italiana”, utilizzando proprio i frutti della terra.
“Alle famiglie, insegniamo cosa contengono gli alimenti che coltivano, come utilizzarli e combinarli per l’alimentazione” racconta. Mentre, sempre nell’ottica di un’introduzione di proteine, si è scelto di promuovere l’allevamento delle galline ovaiole che forniscono uova – utili per combattere la malnutrizione proteica e per incrementare il reddito familiare – oltre che essere fonte di carne. “La mia battaglia è far sì che la produzione avicola sia professionalizzata in massa e che tutti i nuclei familiari possano allevare correttamente almeno una decina di galline ovaiole. È possibile perché con il network si abbattono i costi e si lavora insieme: le uova stesse vengono commercializzate unendo il surplus di più aziende e arrivando così in mercati più grandi e remunerativi.”
L’elemento innovativo risiede nel fatto che, per migliorare il profilo nutrizionale della dieta, si sceglie di agire sulle competenze e sulle attività economiche delle comunità rurali: “sono oltre 300 oggi le persone che beneficiano delle attività di BUSLIN e che mangiano le uova, perché ce le hanno in casa, e ne guadagnano perché si possono vendere facilmente.”
Come combattere la malnutrizione? I punti di svolta di BUSLIN
Riflettendo sull’impatto del progetto e sugli elementi che stanno facendo la differenza, il dottor Ndereyimana individua tre elementi caratteristici di BUSLIN:
- la continuità che permette alle famiglie di operare nel tempo, apprendere, assimilare e sperimentare sempre con la rete al proprio fianco;
- la scelta del “microcredito in natura” che quindi fornisce strumenti per ottenere e costruire opportunità che guardano al futuro, in una rete coordinata a rischio sistemico mitigato;
- la corresponsabilità sull’investimento tra famiglia e BUSLIN, perché entrambi hanno l’interesse anche economico che l’allevamento o la coltivazione vada a buon fine e diventi una fonte di reddito e benessere.
BUSLIN è una start up che si lega al mondo della cooperazione, dove il fondatore ha lavorato per anni, ed è in questo senso che resta salda la relazione con l’Italia. “È qui che mi sono formato, che è partito il progetto e dove ho trovato sostegno e donazioni per avviare l’attività. Anche oggi il rapporto è forte e da poco è partita una campagna di crowdfunding interamente dedicata al progetto di diffusione delle galline ovaiole.”
L’ambizione è, in futuro, quella di estendere il modello di business di BUSLIN anche ad altre aree africane. Sono molto chiari anche gli obiettivi a lungo termine del dottore Ndereyimana: “Azzerare la carenza proteica nei nuclei familiari rurali che aderiscono, nell’ottica della lotta contro la fame e la povertà assoluta, e rafforzare il mindset imprenditoriale in maniera tale che si crei una maggiore fonte di reddito per le famiglie. Questo significherebbe l’avviamento di altre realtà e altri mestieri, ma anche una maggiore scolarizzazione per i bambini di queste famiglie. Il mio sogno è che in ogni famiglia tutti i bambini possano andare a scuola. L’ultimo sogno è che, quando tra 5/7 anni, avremo azzerato la malnutrizione, la fame e la povertà assoluta in questi nuclei familiari, poter dire: in Burundi abbiamo fatto così, fate lo stesso anche in Uganda, Kenya, e ovunque ci siano persone dove c’è la terra e il bisogno di un’alimentazione sufficiente, sana e sostenibile.”
Parte dal Burundi, dunque, l’avventura di Buslin contro la malnutrizione attraverso il sostegno e lo sviluppo imprenditoriale delle piccole attività familiari sul territorio. Un impegno che si coniuga con la cooperazione e con l’innovazione, guardando con fiducia al futuro.