Evitare che le eccedenze alimentari di negozi, bar e ristoranti si trasformino in sprechi grazie alla tecnologia. Questo l’obiettivo di Bit Good, la piattaforma antispreco (disponibile online e su app per smartphone) promossa da Confesercenti, già sostenuto dal Centro Agroalimentare di Roma e a cui ha aderito la Comunità di Sant’Egidio. L’utilizzo della nuova tecnologia appena presentata permetterà agli esercenti di donare in maniera tracciabile e trasparente le eccedenze. Queste potranno essere raccolte e distribuite gratuitamente da associazioni ed enti del territorio innescando un sistema di economia circolare che, come sottolinea la presidente di Confesercenti Patrizia De Luise, è oggi una scelta inevitabile. Sostenibilità, solidarietà, trasparenza: queste le parole chiave del programma, reso possibile anche dagli incentivi per i donatori promossi dalla legge 19 agosto 2016 n.166, presentata dall’Onorevole Maria Grazia Gadda che, a un anno dall’entrata in vigore della norma, avevamo intervistato.
Spreco alimentare: le eccedenze alimentari delle PMI superano l’1,2 miliardi di euro
L’iniziativa di Confesercenti è interessante perché coinvolge l’insieme di piccole e medie imprese – ristoranti, bar, negozi – che non hanno a disposizione strumenti strutturati per il recupero delle eccedenze. Di fatto, è stato calcolato che, ogni anno, lo spreco alimentare in questo settore genera una perdita di 1,2 miliardi euro, senza considerare poi l’impatto ambientale, i costi collettivi per lo smaltimento dei rifiuti e, in ultima analisi, anche lo spreco vero e proprio di cibi che potrebbero ancora essere consumati. La presidente di Confesercenti Patrizia De Luise spiega che si tratta di “cibi che rispondono a tutti gli standard qualitativi di sicurezza alimentare, ma che per varie ragioni non possono essere già venduti. Grazie alla nostra rete, sappiamo che spontaneamente molti di questi avanzi vengono già distribuiti a chi ne ha bisogno, ma con grossi problemi anche di tipo fiscale.”
[elementor-template id='142071']Gli effetti positivi della legge antisprechi
Da questo punto di vista un primo momento di svolta è stata l’approvazione, nel 2016, della “Legge Gadda”. Definita da subito come legge anti-sprechi, la norma mira a ottenere questo obiettivo favorendo il recupero e la donazione dei prodotti in eccedenza. Le procedure per la distribuzione di ciò che avanza sono state semplificate ed è stata promossa la diffusione delle doggy bag nei ristoranti. Ma non solo, perché è stato anche suggerito agli enti pubblici di prevedere delle modalità premianti sulla tassa dei rifiuti per chi conduce un comportamento virtuoso. Non meno importante l’idea che la lotta contro lo spreco alimentare possa avere un impatto sociale e un ruolo solidale, facilitando l’incontro tra chi ha eccedenze da smaltire e le molte persone, ben 2,7 milioni, che ogni richiedono almeno un pasto a un’organizzazione di assistenza. “BitGood”, spiega ancora De Luise, “si inserisce in questo contesto come uno strumento – che prima non esisteva – per tutte quelle realtà medie e piccole che desiderano agire concretamente contro gli sprechi, e le mette in contatto con chi ha più bisogno di quel cibo.”
L’Onorevole Gadda, intervenuta alla presentazione di BitGood ha aggiunto: “Diffondere le opportunità della legge 166/2016 e offrire i mezzi per metterla in pratica anche ai piccoli esercizi, presenti in modo capillare sul territorio, è oggi una delle nostre priorità. In questa nuova fase l’iniziativa di Confesercenti diventa strategica: la piattaforma, infatti, è uno strumento semplice e immediato per mettere in relazione donatori e associazioni e alleggerire, grazie alla tecnologia, gli adempimenti burocratici. Un ulteriore mordente per l’alleanza della società civile con le imprese e il Terzo Settore, con l’obiettivo comune di garantire sempre più la sicurezza e la tutela dei consumatori in tutti i passaggi”.
BitGood: come funziona la piattaforma antispreco?
Il funzionamento di BitGood è semplice. Gli attori coinvolti sono tre: gli imprenditori che hanno delle eccedenze, le associazioni non profit, come la Comunità di Sant’Egidio che sono interessate a raccogliere le donazioni, e la pubblica amministrazione che può monitorare le transazioni garantite grazie all’impiego della tecnologia blockchain. La presidente sottolinea che “ogni passaggio è trasparente, certificato, chiaro e garantito. Ci auguriamo che questo aspetto possa facilitare l’attuazione di strumenti premiali nei confronti delle imprese che utilizzano la piattaforma.”
Per accedere a questa vetrina virtuale è sufficiente accedere alla piattaforma sul sito di BitGood, oppure attraverso l’applicazione gratuita disponibile sia per iOs che per Android. Qui, l’aspirante bar o ristorante donatore può inserire i prodotti da donare, e il sistema individuerà il beneficiario più adatto tra le associazioni e gli enti più vicini e disponibili al ritiro dei prodotti e all’affidabilità. Verranno, dunque, messi in contatto per lo scambio dei prodotti che saranno, infine, utilizzati in maniera solidale e sostenibile. “In questo modo tutto”, commenta l’intervistata, “ogni step è trasparente, nessuno rischia, non sciupiamo, e mettiamo a disposizione alimenti ancora buoni di chi ha bisogno.”
In via sperimentale, BitGood è già stata utilizzata nei mercati del Centro Agroalimentare di Roma in partnership con la Comunità di Sant’Egidio. Ora, secondo Confesercenti, tocca agli enti locali impegnarsi per favorire la diffusione di buone pratiche antispreco, rese più semplici e accessibili grazie alla piattaforma. De Luise conclude: “mi piacerebbe che BitGood diventasse un esempio virtuoso perché, senza un’iniziativa del genere e alla Legge Gadda, avremmo rischiato di perdere una rete di solidarietà spontanea che è un valore aggiunto dei territori. Dal dialogo tra politica e associazioni possono nascere percorsi legislativi che aiutano a far funzionare meglio delle attività già esistenti, che, in questo modo, possono trasformarsi in un concreto miglioramento per la collettività.”
Voi utilizzate qualche strategia contro gli sprechi alimentari?