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Birre artigianali laziali: 5 birrifici che vi consigliamo

Africa Studio/shutterstock

 

Se si parla di piaceri della tavola, quando dici Lazio l’immaginario porta subito all’iconico quartetto di primi piatti: cacio e pepe, amatriciana, carbonara e gricia. Ma è altrettanto facile pensare alla coda alla vaccinara, ai carciofi alla giudia, a prodotti d’eccellenza, quali la porchetta di Ariccia IGP e il guanciale amatriciano, o magari ad altri più di nicchia ma che raccontano una storia millenaria come il caciofiore della campagna romana.

Oggi però vogliamo stupirvi, facendovi scoprire che in tutto questo trova spazio anche della buona birra artigianale. Pronti a brandire i boccali e lasciarvi guidare all’assaggio?

Birrifici artigianali del Lazio: ecco la nostra top 5 

Dalle campagne che si distendono lungo le aree pianeggianti ai monti dell’entroterra appenninico, e ancora i colli solcati da fiumi e laghi, il mare: tanta varietà e ricchezza del paesaggio cui si aggiunge una radicata cultura contadina, che dalla terra sa trarre il meglio. Una delle regioni dove si registra la convergenza di questi fattori è proprio il Lazio. Non sorprende quindi che anche qui, come già visto per la Toscana e per le Marche, si trovino produzioni brassicole di qualità. E dunque, cari amanti del binomio malto-luppolo, ecco a voi una piccola selezione dei birrifici artigianali del Lazio che ci hanno più colpito. 

 

Birrificio Lepino (Via del Campo, 7 – Segni, RM)

Varietà di birre del Birrificio Lepino
Cosimo Guarino

Iniziamo con una bella storia di resilienza, quella di Antonio Fagiolo, fondatore del Birrificio Lepino. La chiusura dell’azienda per cui lavorava, avvenuta nel 2018, è diventata l’occasione di trasformare la sua passione per l’homebrewing in un’attività. E allora, piccone alla mano, ha convertito la vecchia stalla del nonno in un capannone rustico dove, dal 2020, si dedica alla produzione di birre. Appena iniziata la sua nuova avventura ha dovuto affrontare anche le difficoltà della pandemia da Covid-19, superandole però alla grande. Grazie a una dedizione e a un’accuratezza davvero rare, Antonio, supportato da Silvia Tellini, che si occupa della parte amministrativa e della comunicazione, ha saputo rendere il Birrificio Lepino un’apprezzata realtà nel panorama brassicolo. Sono sei le referenze fisse:

 

 

Completa la gamma la Tilde, birra stagionale prodotta con le castagne dei boschi che circondano il birrificio, alle pendici dei Monti Lepini, che gioca sul contrasto tra la dolcezza della castagna e la leggera affumicatura. Tutte le birre Lepino sono acquistabili dal sito con servizio di consegna in tutta Italia.

Birra Oxiana (Via Vaccareccia, 16 – Pomezia, RM)

Birrificio Oxiana

Birra Oxiana è il risultato di un progetto concepito nel 2014 per trovare piena realizzazione l’anno successivo. È nel 2015, infatti, che è stato inaugurato il sito produttivo, dotato di spazi ampi e soprattutto di impianti all’avanguardia. Fattori che hanno determinato l’immediato successo di questa realtà, non a caso premiata all’EXPO di Milano come Miglior Nuovo Birrificio Italiano. La mission è chiara: produrre birre di qualità, con uno stile chiaro e identitario. E per farlo si punta su materie prime attentamente selezionate, a cominciare dall’acqua, che viene sottoposta a un preventivo filtraggio delle particelle in sospensione e dei metalli, poi a una debatterizzazione, quindi a un processo di osmosi per ottenere una combinazione di sali adatta ai diversi stili di birra. A tutto il resto ci pensano la spassionata accuratezza dei birrai e il rispetto dei tempi e dei metodi di lavorazione artigianale, che significa niente pastorizzazione, né microfiltraggio, né tantomeno il ricorso a processi chimici di gasatura. La linea Oxiana conta cinque referenze fisse:

 

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A completare l’offerta di Oxiana ci sono le stagionali, come la Cométe, che si inserisce nel solco delle birre da regalare a Natale, e la Hot Bock, riuscitissima interpretazione dello stile doppelbock nonché capace di conquistare il primo premio al concorso Birre Preziose del Lazio 2021 e la menzione di categoria a Birra dell’Anno 2022. Ѐ caratterizzata da un intenso colore rosso rubino sormontato da un cappello di schiuma generoso e persistente. In bocca è una deliziosa sinfonia di sentori tostati e caramellati: carezze vellutate che coccolano il palato e accompagnano l’esperienza senza far pesare i non trascurabili 7,8 gradi alcolici. 

A tutto questo si è di recente aggiunta XO, linea di birre speciali, prodotte sempre secondo la filosofia di Oxiana, ma puntando su ingredienti meno convenzionali, per cercare un compromesso tra ricercatezza e straordinaria bevibilità. Ne sono esempi la Tangata, pacific IPA prodotta con luppoli australiani e neozelandesi per evocare suggestioni di cocco e agrume, e la Tiki, una sour che si distingue per la combinazione di luppolo mosaic e cetriolo, che apporta complessità e mineralità. Infine, la Sunny: presentata come west coast IPA, colpisce per il bouquet carico di sentori fruttati e tendenzialmente agrumati, capace di accarezzare e ripulire bene il palato, lasciando una sensazione di freschezza che non fa nemmeno sentire i suoi 7,1 gradi alcolici.

 

Birrificio Fiorucci (Via del Casale Barbabianca, 5 – Torrimpietra, RM)

Birrificio Fiorucci

Fiorucci è un nome noto nel mondo della norcineria, attività fondata nel 1850 e diventata nel tempo un’azienda specializzata nella produzione di salumi e insaccati. Se il marchio storico nel frattempo è passato sotto una nuova proprietà, dal 2018 si è aperto un nuovo capitolo. Merito di Daniele Fiorucci, che ha dato vita al progetto di un birrificio artigianale col nome di famiglia. Nella sede di Torrimpietra, frazione di Fiumicino, nell’immediata periferia di Roma, produce sei tipologie di birra. Le referenze fisse sono quattro e nella fattispecie:

 

 

A queste si aggiungono le due birre stagionali, ovvero Belgian Ale e Blanche. Nella prima, prodotta nel periodo autunno-inverno, è sempre il Belgio la fonte d’ispirazione. Dentro c’è un bel carico di malti scuri a infondere suggestioni biscottate e sentori tostati, ma ci sono anche le scorze d’arancia essiccata a regalare sfumature agrumate. Tutto bilanciato dalle note amaricanti del luppolo Hallertau Mittelfruh per una rossa da 6,5 gradi alcolici che trasmette corposità e pienezza. Col suo giallo opalescente e l’elegante bouquet aromatico, la Blanche è invece figlia della bella stagione. Al naso prima e in bocca poi accarezza con suadenti note fruttate e speziate, dovute all’uso di coriandolo, limone e pepe rosa. L’amaro resta sullo sfondo, mentre il basso tenore alcolico (4,2%) e una leggera nota acidula ne esaltano bevibilità e freschezza.

 

EastSide Brewing (Strada Regionale 148 Pontina, 134 – Latina)

Birrificio Eastside Brewing

EastSide Brewing è una realtà che nasce ufficialmente come birrificio nel 2015, dopo due anni di rodaggio come beer firm (ovvero chi non dispone di un impianto di produzione e realizza le sue birre presso altri). Anima del progetto sono Luciano Landolfi, responsabile di produzione, e Alessio Maurizi, che si occupa della parte amministrativa. In meno di dieci anni sono più di 70 le tipologie di birra prodotte, segno di creatività e voglia di sperimentare. Tra queste ci sono delle referenze fisse, che rappresentano i cavalli di battaglia di EastSide. Ad esempio:

 

 

A queste si aggiungono tante produzioni one shot o stagionali, come la Private Stock, realizzata con vincotto di fichi pugliesi. Tutte le birre della gamma EastSide sono in vendita sullo spazio commerciale del sito e disponibili anche presso l’omonimo pub nel centro di Latina. Da segnalare l’attenzione alla sostenibilità energetica, cui contribuisce molto l’esperienza di Alessio Maurizi, già imprenditore nel settore delle rinnovabili. Parte dell’energia elettrica del birrificio è alimentata dai pannelli fotovoltaici installati sulla copertura del capannone, mentre tra i progetti imminenti ci sono l’installazione di un sistema di recupero della CO2 e di un impianto di depurazione e osmosi dell’acqua estratta da pozzo.

Birrificio Alta Quota (Località Ricci, snc – Cittareale, RI)

Birrificio Alta Quota

La tappa finale del viaggio tra i birrifici artigianali del Lazio ci porta… in alta quota. È ai circa mille metri d’altitudine di Cittareale, nel cuore dell’alta valle del Velino, che nel 2010 ha preso forma un’idea: produrre una birra che sappia parlare di questo territorio. Attraverso la qualità delle materie prime, innanzitutto, come l’acqua pura e incontaminata delle sorgenti appenniniche. Se già la base di partenza è delle migliori, il resto lo fanno la passione, la maestria e l’esperienza acquisita da Claudio Lorenzini, ovvero l’artefice di quell’idea che sembrava un azzardo e che invece si è rivelata un successo. Dal primo laboratorio sperimentale nel giro di quattordici anni si è passati a una sede dotata di impianti moderni e di una produzione nel segno della sostenibilità, grazie all’uso di energia proveniente al 100% da fonti rinnovabili e al recupero delle risorse impiegate. Come le trebbie, ovvero i residui del malto d’orzo sottoposto ad ammostamento, che invece di diventare rifiuti vengono cedute a un’azienda locale per l’alimentazione dei bovini. Ma non è l’unico circolo virtuoso innescato dal Birrificio Alta Quota. Altri esempi in questo senso sono due birre come la AncestrAle e la Olea. La prima è prodotta a partire dal pane invenduto, che attraverso la collaborazione con Coldiretti, viene recuperato dai principali mercati locali di Campagna Amica e diventa ingrediente fondamentale per dare morbidezza e sentori biscottati a questa ambrata da 4,7 gradi alcolici. La Olea, invece, si caratterizza per l’utilizzo delle foglie ricavate dalla potatura invernale degli ulivi. Il risultato è una birra color oro con riflessi ambrati caratterizzata dallo straordinario equilibrio tra l’amabile del malto e l’amaro del luppolo, con uno spettro aromatico complesso, che  evolve in bocca tra sfumature speziate e un retrogusto velatamente affumicato. In totale sono sedici le referenze fisse, tra le quali spiccano:

 

 

Questo è solo un assaggio del ricco catalogo Alta Quota, che conta anche sulla Greta, una birra senza glutine, e altre come la Amatrice e la Leonessa, dai nomi ispirati a località della provincia di Rieti e caratterizzate dall’uso di materie prime autoctone come il farro e il grano Senatore Cappelli. A questo proposito, dal 2021 il birrificio Alta Quota ha ottenuto lo stato di birrificio agricolo, ovvero che coltiva in proprio le materie prime con cui produce le sue birre.

    

Un ricco e variegato panorama di birre degno della cucina verace e dei sapori decisi che caratterizzano la cucina laziale, non trovate? Vi abbiamo invogliato a trasformare da virtuale a reale questo viaggio tra i birrifici artigianali del Lazio?

 

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