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Sardegna, dove anche la birra ha un’anima

PH Birrificio 4 mori

Sardegna è sinonimo di mare dalle acque cristalline, ma anche di un vasto entroterra a vocazione contadina. È una regione ricca di aree naturalistiche come quella di Sant’Antioco, dove si trova una delle saline più importanti d’Italia, ma è anche e soprattutto un popolo fiero delle sue tradizioni. In aggiunta a tutto questo, la Sardegna è un vero e proprio giacimento di tesori enogastronomici: patria del Pecorino Sardo DOP, tra i più rinomati formaggi nostrani, e di prodotti identitari come il liquore di Mirto, oltre che di paste di semola tipiche come la fregula e altre specialità che abbiamo visto nell’articolo su cosa mangiare a Cagliari

Oggi però vi faremo scoprire un altro lato dell’eccellenza sarda, meno noto ma proprio per questo capace di sorprendere. E allora impugnate i boccali e preparatevi a brindare coi birrifici artigianali della Sardegna!

Cinque birrifici che raccontano il meglio di un territorio: la Sardegna

Birrificio artigianale in Sardegna
SurrealSee/shutterstock

L’anima sarda si fonda un’identità culturale forte, che non tradisce mai, anche quando scende a compromessi con la modernità. Così se la birra non è tra i prodotti storicamente legati alla regione, ha saputo trovare anche qui terreno fertile. Vocazione agricola, attitudine al saper fare artigiano e rispetto delle materie prime non fanno certo difetto al popolo sardo e hanno contribuito a creare i presupposti perché si sviluppasse un tessuto di realtà capaci di interpretare l’arte brassicola a un alto livello. Eccone di seguito cinque esempi, tra microbirrifici, birrifici agricoli e piccole attività nate dalla passione e dal coraggio di mettersi in gioco.

Birra Lara (Via Gennargentu 14 – Tertenia, NU)

PH Birra Lara

Due imprenditori, entrambi con alle spalle una tradizione agricola di famiglia, uniti dalla passione per la birra: sono Gianni Piroddi e Francesca Lara, fondatori e tutt’oggi anima del microbirrificio Lara di Tertenia (Nuoro). Il loro percorso è iniziato nel 1999, quando il mondo della birra artigianale in Italia era ancora una nicchia semi-inesplorata. Roba per pochi. Roba soltanto per chi ci credeva davvero. Esattamente come Gianni e Francesca, che dopo anni di studio dei processi produttivi sono diventati mastri birrai, apportando ognuno la sua impronta. Ispirato allo stile fiammingo lui, più incline alla tradizione delle birre di frumento lei. Entrambi, però, accomunati da un ingrediente irrinunciabile: il territorio. L’anima sarda delle birre Lara si esprime infatti attraverso l’elemento base, ovvero l’acqua delle sorgenti di San Pietro, e l’utilizzo di malto d’orzo lavorato per l’80% in proprio. Tutto il repertorio si articola in otto referenze, suddivise due linee: la classica e le “4 sorelle”.

La linea classica include:

Tra le “quattro sorelle” troviamo invece:

Birrificio 4 Mori (S.P. 66 Montevecchio-Levante km 5,6 Località Scirìa – Guspini, SU)

PH Birrificio 4 mori

Ecco un fulgido esempio di come, attraverso una riconversione industriale, si possa creare una realtà produttiva all’insegna della qualità valorizzando al contempo un territorio e la sua storia. Il Birrificio 4 Mori ha preso forma all’interno del Parco Geominerario di Montevecchio (Guspini). Un tempo cava mineraria più importante dell’allora Regno d’Italia e oggi parte della rete dei Geo Parks Unesco, rappresenta un pezzo di storia e di cultura del Medio-Campidano, nella provincia Sud Sardegna. L’idea quindi di avviare una produzione brassicola in un contesto del genere la dice già lunga sulla forte identità territoriale del birrificio 4 Mori. Nato nel marzo 2013 dall’iniziativa di Antonio Zanda e Paolo Lai, i due soci fondatori, si è consolidato nel tempo fino alla dimensione attuale, che conta sull’apporto di altri sette dipendenti, tra cui il mastro birraio Matthias Muller e il birraio Fabio Serra

La gamma produttiva spazia tra vari stili, con una predilezione per le birre a bassa fermentazione. In questa tecnica, che si basa molto sul metodo della decozione, la scelta delle materie prime diventa ancora più importante. L’acqua purissima delle sorgenti locali è il primo irrinunciabile fattore. Poi c’è tanta voglia di restituire, attraverso la birra, l’anima di un territorio, con ingredienti come il grano duro autoctono e le castagne del Gennargentu.

Ma venendo al dunque, ecco nel dettaglio alcune delle birre 4 Mori, ciascuna identificata col nome dei pozzi delle miniere:   

Altre referenze sono la Pozzo 8, birra chiara in stile pale ale con una spiccata nota agrumata e di frutta esotica dovuta ai luppoli Columbus e Comet, la Pozzo 21b – suggestivo incontro tra il mondo weiss e quello delle IPA – e la Pozzo X, märzen dai riflessi dorati che omaggia l’Oktoberfest. Infine, la Pozzo 25 che, col calore avvolgente dovuto all’impiego del riso e alla speziatura di cannella e chiodi di garofano, si inserisce nel novero delle birre ispirate al Natale

Le birre 4 Mori sono tutte acquistabili dal canale vendita del sito, ma per chi ne avesse occasione vale la pena andarle ad assaporare direttamente in loco. In primis perché è il modo migliore per apprezzare il processo produttivo ispirato alla massima sostenibilità ambientale: attraverso l’utilizzo di energie rinnovabili e con l’obiettivo a breve termine di avviare la coltivazione diretta dell’orzo impiegato per la brassatura. Ma soprattutto, visitando il birrificio si potrà vivere un’esperienza immersiva di un luogo pieno di suggestione, capace di raccontare una storia che non c’è più, ma che è ancora palpabile. Quella che racchiude la forza di spirito di un popolo e della sua terra. La stessa che è poi l’anima istillata in ogni sorso delle birre 4 Mori.

Birrificio Marduk (Via Guglielmo Marconi 66 – Irgoli, NU)

PH Birrificio Marduk

Passione, cuore e anni di studio e sperimentazione: così l’idea di due ragazzi ha preso forma nel birrificio Marduk (Irgoli, Nuoro). I due ragazzi sono Mauro Loddo e Giuseppe Murru, che nel 2007 hanno iniziato a cimentarsi con le prime prove di cotte casalinghe. Ma il percorso che li ha portati a mettere in piedi una realtà strutturata è stato lungo e impegnativo. Anni di studio, di tentativi e soprattutto di lavoro, come quello condotto in prima persona per convertire una vecchia salumeria dismessa in quella che, dal 2013, è diventata ufficialmente la sede del birrificio. 

Oggi Marduk è un raro esempio di birrificio agricolo a filiera corta, ovvero che coltiva e processa in proprio il 95% delle materie prime utilizzate per la produzione. Luppolo e orzo sono coltivati nei campi della tenuta adiacente al fiume Cedrino, senza ricorso a diserbanti e pesticidi e seguendo un’attenta rotazione delle colture per evitare il sovrasfruttamento del suolo. Gli scarti di lavorazione diventano inoltre alimento per gli animali allevati in loco, principalmente bovini di razza Black Angus. Un esempio non solo di circolarità, ma anche di “chilometro zero”, dal momento che tutte le materie prime vengono trasformate direttamente in azienda, senza esternalizzazioni. Da una passione domestica quindi a una realtà che gestisce e controlla l’intera filiera, senza lasciare nulla al caso. Il risultato è un catalogo di birre che concentra l’essenza di un’intera isola dentro il bicchiere. 

Sono sei le referenze fisse:

Ci sono poi la Harvest e la Session, le due birre stagionali della casa. La prima è prodotta in autunno e può essere considerata una celebrazione del raccolto. In questa ambrata scura dal tenore alcolico medio (5,5%) si concentra la potenza dei malti d’orzo d’annata e i luppoli appena colti nei campi di cui l’azienda dispone. In particolare, il luppolo Columbus si fa sentire, col suo tenore amaricante che bilancia alla perfezione la spinta corposa e avvolgente dei malti. La Session, invece, è la birra estiva della casa: basso grado alcolico (4,5%), colore giallo velato e schiuma fine la fanno sembrare la classica pilsner. A definirla però è la combinazione di luppoli, che le conferiscono un carattere esotico, con una spiccata secchezza sul finale, che disseta e pulisce il palato preparandolo a un nuovo sorso.

Tutte prodotte in bottiglie da 50 cl, le birre Marduk sono acquistabili dalla sezione e-commerce del sito, con spedizione in tutta Italia. Chi fosse di passaggio in quest’angolo di Sardegna, invece, può degustarle direttamente alla spina, nella tap room – con annessa bottega dei prodotti di filiera – del birrificio.

Birrificio Mezzavia (Via Alexander Fleming 3 – Selargius, CA)

PH Birrificio Mezzavia

L’atto di produrre birra artigianale richiede pazienza, dedizione e sensibilità al punto di poterlo considerare arte. E in quanto tale non deve sorprendere se trae ispirazione dalla poesia. Come nel caso del Birrificio Mezzavia (Selargius, Cagliari), così chiamato in omaggio al componimento “Dopo la tristezza” di Umberto Saba, con particolare riferimento al passaggio: “e della birra mi godo l’amaro / seduto del ritorno a mezza via / in faccia ai monti annuvolati e al faro”. 

Da questa immagine di armoniosa e pacifica sospensione, scandita dal sorseggiare una birra, nasce quindi la storia di Gian Michele Deiana e Alessandro Melis. Sono loro gli artefici di una realtà che ha visto la luce nel 2014 e che ha iniziato presto a raccogliere soddisfazioni e riconoscimenti fondamentali per puntellare la convinzione di avere intrapreso la strada giusta. Una strada fatta soprattutto di attenzione maniacale ai processi produttivi e alla qualità, al punto che lo stabilimento rinnovato nel 2023, oltre a contare su un ampliamento degli impianti, comprende un laboratorio. Qui si eseguono test e analisi per garantire sempre gli stessi elevati standard qualitativi. Quelli che caratterizzano l’intera gamma di birre Mezzavia, che ad oggi contano su dieci referenze tra fisse e stagionali. 

Eccone alcune:

Tra le altre referenze fisse troviamo la Nautilus, imperial stout dall’intensa impronta di caffè e torrefazione con una base alcolica sostenuta (9,5%), la Doralice, una piacevole chiara a bassa fermentazione in stile bavarese, la Stilema, classica american IPA col luppolo protagonista e la Primula, ispirata alle pilsner tedesche, caratterizzata quindi da bassa gradazione alcolica (5,1%) e facile beva. C’è poi la City Folk, american pale ale medaglia d’argento di categoria al Brussels Beer Challenge del 2022.

Infine, le due stagionali della casa: 

Tutta la gamma del birrificio Mezzavia, disponibile in bottiglie da 33 cl e 75 cl, è acquistabile direttamente dal sito, mentre tra i progetti imminenti c’è l’inaugurazione di una tap-room che permetterà di degustare direttamente in loco e alla spina le birre della casa.

Birra Dolmen (Zona Industriale Predda Niedda, Strada 31 – Sassari, SS)

PH Birrificio Dolmen

Nato nel 2005 dalla volontà di Fabio Scarpa, fondatore nonché mastro birraio, il marchio Birra Dolmen (Sassari) ha sempre puntato forte su due principi cardine: artigianalità e territorialità. L’artigianalità è espressa nella filosofia produttiva, orientata al rispetto dei tempi necessari alla selezione delle materie prime e alla loro corretta lavorazione. Il tutto per mettere a punto un prodotto non filtrato, non pastorizzato e rifermentato direttamente in bottiglia o in fusto. Sono gli elementi che distinguono una birra artigianale da una industriale, ma ai tempi in cui il progetto ha visto la luce sembrava una scommessa azzardata. 

Se la scommessa si può dire vinta è anche grazie alla territorialità, ovvero il voler dare un carattere definito alle proprie birre. E in questo caso si parla di un’anima sarda, che si traduce in acqua purissima e materie prime possibilmente locali. Una scelta di autenticità, simboleggiata anche dal nome e dal logo: il dolmen è infatti uno dei più noti e antichi monumenti megalitici di cui la Sardegna vanta numerosi reperti. 

Il catalogo è semplice e lineare, conta su sei referenze, tutte fisse e ispirate ad altrettanti stili birrari:

Ciascuna delle birre Dolmen è prodotta e commercializzata in bottiglie da 33 cl, 50 cl e 75 cl – in alcuni casi è disponibile il formato magnum da 1,5 litri – ed acquistabile attraverso la sezione commerciale del sito.

Così come abbiamo già constatato coi birrifici artigianali abruzzesi, c’è un florido panorama di piccole realtà che producono birra non tanto per diventare marchi famosi e sdoganati nel mondo, ma per offrire il piacere di una bevuta capace di raccontare un territorio. E la Sardegna ha tanto da svelare… anche in fatto di birra. Non trovate? 

 

Immagine in evidenza di: Birrificio 4 mori

 

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