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Acqua di montagna e buona terra: Abruzzo, dove la birra sgorga felice!

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Appassionati e neofiti della birra artigianale italiana, abbiamo piacere di condurvi in Abruzzo. Le vette che questa regione può vantare non sono soltanto quelle innevate dell’Appennino, ma anche enogastronomiche. Basti citare gli arrosticini, protagonisti dello street food nazionale, il brodetto alla vastese, specialità espressione del legame col mare, ma anche prodotti DOP quali lo Zafferano dell’Aquila e ben tre varietà di olio EVO: Aprutino-Pescarese, Colline Teatine e Pretuziano delle Colline Teramane. Sapori intensi, da innaffiare con vini come il Montepulciano DOC, rosso tra i più antichi e diffusi del paese, o – perché no? – con una birra figlia di queste terre. Ed è lì che vi portiamo, a scoprire alcune produzioni brassicole che contribuiscono a dare lustro a questa regione.

Il nostro sestetto ideale dei birrifici artigianali d’Abruzzo

Il mare, un po’ di collina e tanta montagna: il profilo territoriale dell’Abruzzo corrisponde all’identikit di una regione con tutto il potenziale per produrre birre artigianali di qualità. L’esplorazione dei birrifici artigianali del Lazio e delle Marche, del resto, ce l’ha insegnato: dove c’è varietà di ambienti, c’è altrettanta varietà e abbondanza di materie prime. Quelle che poi sono la base anche per l’attività brassicola. A partire proprio dall’acqua, che in un territorio dove troviamo rilievi montuosi tra i più importanti d’Italia, come il Gran Sasso, la Maiella e Monti Marsicani, può contare sulla purezza delle sorgenti d’alta quota. Per fare la differenza però ci vuole l’estro, la sapienza e la dedizione di chi sa trarre il meglio di ciò che la natura offre per trasformarlo in esperienze di gusto. Proprio quello che fanno i sei protagonisti del nostro viaggio tra i birrifici artigianali dell’Abruzzo.

Birrificio Mezzopasso (Via per Vittorito 31 – Popoli, PE)

Credits @Mezzopasso

Il primo passo di questo viaggio è un… mezzo passo. L’assist per il gioco di parole lo detta il nome stesso di questo birrificio nato nel 2014 grazie all’incontro tra Bernardo Perfetti e Gabriele Di Marcantonio, compagni di scuola con una spiccata passione per il mondo birrario. E la voglia di creare e sperimentare è cresciuta parallelamente al loro percorso di studi, rispettivamente in psicologia e giurisprudenza. Dalla prima cotta realizzata nel garage di casa nel 1998 sono arrivati a costruire una realtà in cui la loro arte è realizzare birre capaci di far dimenticare, nello spazio di una bevuta, il rumore del mondo di fuori. E il tutto è accaduto con lentezza, senza bruciare le tappe, mezzo passo alla volta appunto. Ecco quindi la filosofia che ispira tanto il nome quanto l’intera produzione, che conta su tredici tipologie di birra, capaci di spaziare tra i principali stili. Tra queste troviamo:

Oltre alle sopracitate “campionesse”, il Birrificio Mezzopasso propone anche delle birre che sono un omaggio al territorio. In particolare:

Per scoprire le altre creazioni della gamma di Mezzopasso, rimandiamo al sito o alla visita al birrificio, che sorge a soli cinquecento metri dalle sorgenti del fiume Pescara. Ed è proprio questo l’ingrediente irrinunciabile, quello che rappresenta l’anima di ogni birra prodotta qui.

Anbra – Anonima Brasseria Aquilana (Via Canapine snc – Fossa, AQ)

Credits @ANBRA

Anima e artefice di Anbra, acronimo di Anonima Brasseria Aquilana, è Luca Marcotullio. È lui ad aver concretizzato, nel 2010, il progetto di ridare vita a una ex falegnameria per farne la sede produttiva del suo microbirrificio. Una scommessa vinta, grazie anche al supporto del suo mentore Lorenzo Pilotto, birraio maltatore e profondo conoscitore della materia. Da allora Anbra ha fatto tanta strada e può contare oggi su una gamma di sedici referenze, incluse tre opzioni senza glutine, con una predilezione per la bassa fermentazione. Tra queste segnaliamo, in particolare:

Una citazione la meritano anche la B9Nove e la D’Oro Rosso. Quest’ultima è una chiara a bassa fermentazione con schiuma fine e cremosa che rivela sin dal primo approccio il suo valore aggiunto, ovvero lo Zafferano dell’Aquila DOP: inconfondibile il tocco di eleganza che apporta sia a livello olfattivo, sia nel gusto. La B9Nove, invece, è un riuscitissimo esperimento di light beer, esempio di come il piacere di una buona birra possa esprimersi anche con una gradazione alcolica ai minimi sindacali (2,7%): una perfetta compagna di bevute per affrontare le arsure estive più impervie. 

Questo e molto altro è ciò che Anbra offre e che propone anche nell’omonima birreria con tap room nel centro dell’Aquila. Infine, dal sito web è possibile trovare i riferimenti per prenotare una visita guidata al birrificio e immergersi quindi nell’atmosfera della vecchia falegnameria dove nasce ogni creazione del mastro birraio Luca Marcotullio.

Birrificio Pesce Palla (Piazza Aqui 1 – Giuliano Teatino, CH)

Credits @Pesce Palla

La parola chiave del Birrificio Pesce Palla è unione, tanto nella vita quanto negli intenti. Dietro c’è infatti tutta la passione e la voglia di dare forma a un sogno di Luca Sborgia e di sua moglie Maria Grazie Baldassarre. E c’è anche tanta resilienza, quella che, dopo l’avvio dell’attività nel 2017 nei pressi di Pescara, ha portato a un significativo cambiamento. Il 2020 e la pandemia avevano incrinato tante certezze, ma invece di mettere fine alla storia è diventato un punto di svolta. È cambiata la sede ed è cambiata anche l’ispirazione. Ora il Birrificio Pesce Palla ha trovato la sua dimensione sui colli teatini, zona dove si produce una delle tre DOP olearie dell’Abruzzo, e ha un preciso scopo: produrre birre che non siano solo delle buone bevute, ma anche e soprattutto elemento di convivialità. Ogni birra è come un vestito che si adatta a un’occasione, è l’espressione umorale di un’emozione da condividere. Un concetto riassunto dal motto “buone birre, buone storie”. Ecco le storie, ovvero le birre, che raccontano al meglio questa realtà:

Una citazione a parte la meritano la Roots e la Honey Ale. La prima, prodotta in collaborazione col liquorificio 7579, è una spiced ale in cui un generoso e persistente cappello di schiuma introduce a sentori amari caratterizzati dall’uso della radice di genziana. La Honey Ale, invece, è una chiara morbida e profumata, con un basso tenore alcolico (4,5%) a renderla beverina e piacevolmente aromatica grazie al fine tocco del miele millefiori.

In totale sono ben undici le referenze in produzione: oltre a quelle fisse, ci sono infatti le stagionali, come ad esempio la Pumpkin Ale alla zucca, speziata con cannella, zenzero e l’aggiunta di buccia d’arancia. Tutte possono essere acquistate e degustate direttamente presso il birrificio stesso. Qui c’è uno spazio dedicato alla convivialità, coerentemente alla filosofia aziendale, con la possibilità di abbinare le birre a stuzzicherie varie e anche di visitare gli impianti dove ogni giorno Luca e Maria Grazia scrivono nuove storie… tutte da bere.

Birrificio Humus (Via S.Simplicio 18 – Ancarano, TE)

Credits @Humus

C’è tanto amore per la terra e ciò che sa donare dietro il Birrificio Humus. Il nome stesso, del resto, è indicativo della passione di Stefano Balestra, anima e fondatore di questa realtà nata nel 2021. La laurea in agraria è la solida base su cui ha costruito anni di studio e di tirocinio, che l’hanno portato anche all’estero. Decisiva in questo senso l’esperienza acquisita presso il Birrificio De Prael di Amsterdam: tanta gavetta per arrivare a ritagliarsi il proprio spazio e a definire la propria dimensione, fatta di idee chiare e principi saldi, come l’attenzione alle materie prime. A partire dall’acqua, quella della sorgente del Ruzzo, che sgorga nel cuore del Gran Sasso e che grazie alla sua bassa mineralità diventa base ideale per la produzione birraia. Poi c’è la scelta dei migliori luppoli sul mercato e soprattutto l’orzo. E qui c’è tutta la competenza di Stefano a fare la differenza: è lui a curarne la coltivazione, preoccupandosi della corretta concimazione e rotazione dei terreni in modo da ottenere chicchi delle dimensioni ideali e con un grado proteico equilibrato, né troppo alto né troppo basso, così esprimere il meglio nelle successive fasi di lavorazione, affidate alla malteria Monfarm a Foggia. Tutti questi fattori, come tessere d’un mosaico di arte brassicola, vanno a comporre il catalogo del Birrificio Humus, che conta su un totale di tredici referenze. Eccone alcune:

Per scoprire più da vicino la proposta del Birrificio Humus, rimandiamo al sito e alle pagine social o, ancora meglio, a una visita diretta allo spaccio e alla tap room, per una vera esperienza a chilometro zero.

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Birrificio Maiella (Località Cerrani, 28/b – Pretoro, CH)

Incastonato in uno dei gioielli naturalistici dell’Abruzzo, ovvero il Parco Nazionale della Maiella, c’è un birrificio che ne porta orgogliosamente il nome. A fondarlo, nel 2008, è stato Massimo Di Prinzio, tuttora anima e artefice di una produzione brassicola che attinge alle risorse di un contesto unico e ne fa tesoro anche attraverso la collaborazione con tante realtà locali.

Credits @Maiella

Così si è sviluppato ed è cresciuto un progetto che, nonostante i tanti riconoscimenti ottenuti e l’ampliamento dei propri orizzonti commerciali, rimane fedele ai suoi principi cardine: lavorazione a mano, rusticità, territorio. Del nutrito catalogo di proposte, citiamo:

L’intera gamma del Birrificio Maiella è consultabile e acquistabile anche dalla sezione commerciale del sito, oltre che nell’annesso Brewpub&Beer Garden, uno spazio appositamente attrezzato ad area picnic perché i visitatori possano portarsi da mangiare da casa o grigliare in loco, annaffiando il tutto con le birre fresche di spillatura.

Birrificio Opperbacco (Via Casarino 19 – Notaresco, TE)

Credits @Opperbacco

Le pendici del Gran Sasso da un lato e il mare Adriatico dall’altro, con distese di vigne e ulivi a circondarlo: la sede del Birrificio Opperbacco è una sintesi perfetta del territorio abruzzese e della diversità di elementi che sa racchiudere nello spazio di pochi chilometri. È in questo contesto che il mastro birraio Luigi Ricchiuti ha dato forma alla sua ambizione, quella di produrre birre ispirate agli stili tradizionali, aggiungendo però il suo personale mix di esperienza e di creatività. Era il 2009 quando tutto ha avuto inizio e da allora Opperbacco si è costruito una credibilità che l’ho porta ad essere una consolidata realtà nel panorama dei birrifici artigianali italiani. Le referenze sono raggruppate in quattro sezioni: origini, evoluzioni, abruxensis e nature. Le ultime due sono legate ai cicli della vendemmia e sono punto d’incontro tra il mondo vinicolo e quello brassicolo, con l’utilizzo di lieviti selezionati da uve locali e l’infusione di materie prime locali, come ad esempio carote, melograno, mele e radice di genziana. Le “origini” sono, invece, le prime storiche produzioni della casa, tra le quali:

Alla voce “evoluzioni” fanno capo, infine, le creazioni nate dopo anni di esperienza e di voglia di sperimentare. Eccone un paio di esempi:

Il Birrificio Opperbacco è un microcosmo da esplorare attraverso il sito e – perché no? – visitando l’Agripub annesso, dotato di una valida cucina, dove stuzzicherie e specialità locali sono innaffiate dalle otto birre ciclicamente proposte alla spina.

È puntualmente arrivato il temuto momento di posare sul bancone il boccale vuoto. Ma solo con la promessa di tornare a riempirlo. Dopotutto, non trovate che vi abbiamo fornito validi spunti con questa panoramica sui birrifici artigianali dell’Abruzzo


Immagine in evidenza di: WezTylkoSpojrz/shutterstock.com

 

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