Sono in molti ad aver fantasticato, almeno una volta nella vita, sull’idea di cambiare vita: mollare tutto e aprire un pub, imparare a preparare la birra artigianale e manicaretti sfiziosi. È quanto è riuscita a realizzare l’Associazione Sport21 Sicilia, realtà che si occupa di formazione e integrazione per ragazzi e ragazze con sindrome di Down. Il percorso è senza dubbio complesso, ma i primi passi sono stati compiuti: presto sarà distribuita la Birra T21, la prima birra artigianale realizzata da questo gruppo di appassionati giovani. Abbiamo intervistato Giampiero Gliubizzi, presidente dell’Associazione, per farci raccontare questa storia di inclusione e partecipazione.
Artigianale e coraggiosa: la storia della Birra T21
Quella dei ragazzi siciliani è una storia recente. Tutto ha preso avvio nel 2020 quando l’Associazione Sport 21 Sicilia e l’Associazione Italiana Persone Down di Termini Imerese hanno ottenuto un importante finanziamento dall’Assessorato alla Famiglia e alle Politiche Sociali della Regione Sicilia. Il progetto presentato si chiamata “Sosteniamoci insieme”: “sin dal titolo scelto” ci racconta Gliubizzi “volevamo dare un messaggio: avviare un percorso che non si esaurisse con la formazione descritta nel bando, ma dare avvio ad una strada che, negli anni, consentisse partecipazione ed inserimento lavorativo per persone con sindrome di Down.”
Si è partiti, dunque, da una serie di corsi di formazione con un gruppo di 11 ragazzi e ragazze siciliani orientato a un approccio consapevole alla coltivazione dei prodotti tipici dell’isola. Una fase era dedicata ai trasformati e, in questo contesto, si è scelto di puntare i riflettori sulla birra.
“Nessuno dei ragazzi aveva mai pensato prima a produrne, anzi spesso ne erano solo consumatori. Ma il percorso, le tecniche e le attività da svolgere li hanno talmente appassionati che si è trasformata in un’attività professionale”, commenta il presidente.
L’incontro con l’azienda Bruno Ribaldi
La svolta è stata l’incontro con Vito Biundo, mastro birraio e responsabile dell’azienda Bruno Ribaldi che, nel palermitano, è specializzata in prodotti tipici e birre artigianali, e con Giuseppe Biundo, CEO della stessa birreria nata nel 2016. Di fronte all’entusiasmo dei ragazzi è stato naturale sviluppare un percorso che permettesse di mettere la birra al centro di un attività di inclusione lavorativa.
“Oggi, tre anni dopo la partenza del primo progetto, abbiamo presentato la Birra T21, due tipologie di prodotto: una bianca e una ambrata, distribuita in tutta Italia a partire dal mese di giugno tramite il birrificio Ribati. In questi giorni siamo in attesa dei risultati delle analisi per capire se è, come nelle intenzioni, anche senza glutine.”
Perché una birra gluten free? “La celiachia è piuttosto comune tra le persone con la sindrome di Down” spiega Gliubizzi “Abbiamo fortemente voluto un prodotto che potesse essere sicuro per tutti.”
“La cosa più bella è il fatto che i ragazzi hanno capito come si fa veramente la birra, tutti gli step produttivi e hanno partecipato senza fermarsi, con grande entusiasmo, a fianco ai dipendenti del birrificio, adattandosi ai loro ritmi. Sono stati bravissimi ed è stato bello vedere tutti lavorare insieme”, sorride il presidente.
Diversi tipi di birra, un’etichetta disegnata dai ragazzi: ecco T21!
Per ora la produzione è di due tipologie di birra artigianale gluten free. I ragazzi e le ragazze hanno seguito un percorso formativo e partecipativo anche per la creazione delle etichette. Come ci racconta il presidente: “la birra bianca ha un berretto piccolo e grazioso da donna, mentre quella ambrata ha una coppola. È un’idea dei ragazzi, nata con gli operatori, ed elaborata dal grafico.”
Il sogno? Aprire e gestire un pub
Presto dunque la Birra T21 sarà in commercio, ma i sogni non si spengono qui. “Il nuovo step del percorso vuole rafforzare l’inserimento lavorativo dei ragazzi con sindrome di Down e ampliare il numero di persone coinvolte.” racconta Gliubizzi. “Il ricavato dalla distribuzione, e non soltanto, servirà per aprire un pub solidale in provincia di Palermo. Stiamo lavorando su tante competenze diverse per creare uno spazio aperto a tutti, forse proprio dentro il birrificio Ribati.”
In bocca al lupo, dunque, ai ragazzi della Birra T21. La assaggerete?
Immagine in evidenza di Associazione Sport21 Sicilia