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A cosa servono e come prenderci cura dei Bifidobatteri, i batteri “buoni” che ci proteggono dalla nascita

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I Bifidobatteri sono microrganismi che popolano l’intestino dell’uomo, dove vivono in equilibrio insieme a molte altre specie batteriche, tra cui, ad esempio i Lactobacilli. Da non confondere con il Bifidus, sicuramente più conosciuto, che è invece il nome commerciale con cui si indica solo un particolare ceppo batterico, appartenente ai bifidobatteri, contenuto negli  yogurt di una nota marca.

Conoscere e avere cura dei microrganismi che vivono nel nostro corpo è fondamentale per mantenere un buono stato di salute. Questi batteri infatti svolgono un ruolo importante per il nostro benessere, poiché sono in grado di regolare molti processi fisiologici e alcuni delicati meccanismi della risposta immunitaria. In questo articolo parleremo quindi dei Bifidobatteri e vedremo nel dettaglio cosa sono, le funzioni che svolgono nell’intestino, i benefici che apportano alla nostra salute e infine quali alimenti ci aiutano a mantenerli attivi e vitali.

I bifidobatteri: cosa sono e dove si trovano

I bifidobatteri sono tra le popolazioni batteriche dominanti nel tratto gastrointestinale dell’uomo. Sebbene nell’adulto rappresentino una percentuale relativamente piccola rispetto alla comunità batteriche totali dell’intestino, i bifidobatteri sono numerosi nei neonati, soprattutto se allattati al seno. Essi svolgono un ruolo chiave nello sviluppo del sistema immunitario e delle capacità digestive del bambino. Infatti, colonizzano rapidamente l’intestino dei neonati entro le prime settimane dalla nascita, grazie alla loro capacità di utilizzare oligosaccaridi (detti HMO, oligosaccaridi del latte umano) presenti appunto nel latte materno, che inoltre è fonte di bifidobatteri che arrivano vivi nell’intestino del lattante. La prima funzione importante dei bifidobatteri è proprio quella di produrre metaboliti e creare un ambiente adeguato alla crescita di altre specie batteriche che colonizzeranno stabilmente l’intestino dell’adulto e che ci porteremo quindi dietro dalla nascita. Ecco perché i neonati allattati al seno generalmente ospitano un microbiota più complesso e numeroso rispetto ai neonati allattati con latte artificiale, e i bifidobatteri, nel primo anno di vita del bambino, possono raggiungere livelli superiori al 90% della popolazione batterica totale.

Bifidobatteri cosa sono
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Il Bifidobacterium bifidum insieme a B. longum, B. infantis e B. breve sono le specie più abbondanti nei neonati allattati al seno. Nell’adulto troviamo anche altre specie tra cui B. adolescentis, B. animalis e B. lactis. La diversità delle specie bifidobatteriche varia da un individuo all’altro, ma anche nello stesso individuo, nei diversi tratti dell’intestino.

Il microbiota intestinale

Facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire meglio cosa si intende per microbiota e perchè è così importante per la nostra salute. Con il termine microbiota si fa riferimento a un complesso ecosistema di microrganismi, costituito principalmente da batteri, ma anche da virus e funghi, che vivono in diversi distretti del corpo umano, principalmente nel tratto gastrointestinale. Qui svolgono un ruolo importante in molte funzioni metaboliche, regolando diversi meccanismi biochimici e fisiologici garantendo salute e benessere.  La diversità delle specie batteriche e la ricchezza in microrganismi sono caratteristiche fondamentali per mantenere il microbiota sano. L’equilibrio del microbiota dipende da numerosi fattori tra cui lo stile di vita, la dieta, ma soprattutto la qualità degli alimenti, che a sua volta dipende dal modo in cui sono stati prodotti, conservati e cucinati.

Bifidobatteri: funzioni e benefici per la salute

Come abbiamo visto, quindi, tra le specie batteriche che popolano l’intestino i bifidobatteri sono tra i microrganismi più importanti per la salute dell’uomo. Infatti, grazie anche all’interazione con tutte gli altri ceppi batterici, possono regolare diverse funzioni metaboliche, mantenendo i naturali processi fisiologici.

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In particolare:

Data l’importanza di questi batteri per la salute dell’uomo è importante assicurarsi che il microbiota intestinale sia sempre in buona salute e in equilibrio. Infatti, non è semplice introdurre attraverso l’alimentazione questi preziosi microrganismi, ma possiamo prenderci cura del nostro intestino e dei batteri che lo popolano, attraverso uno stile di vita sano e una dieta varia e bilanciata che apporti nutrienti utili a favorirne la crescita ed evitando o riducendo tutti quei fattori che possono danneggiarli o alterarne l’equilibrio.

Cosa succede se l’equilibrio intestinale si altera e come ripristinarlo

Alcuni fattori, come lo stress, cattive abitudini alimentari, l’assunzione di farmaci (in particolare antibiotici e chemioterapici), il consumo di alcol, possono alterare la composizione del microbiota. Questa condizione che viene definita disbiosi, può avere conseguenze negative per la salute dell’uomo. La disbiosi intestinale è infatti spesso causa di resistenza insulinica, infiammazione e disturbi vascolari e metabolici che possono sfociare in patologie come obesità e diabete, malattie cardiovascolari, ma anche psoriasi, artrite reumatoide, allergie.

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Le alterazioni più comuni riguardano proprio le specie di bifidobatteri. Con l’obiettivo di ripristinare l’equilibrio del microbiota intestinale, i bifidobatteri, insieme ad alcuni batteri appartenenti ai generi Lactobacillus, Streptococcus ed Enterococcus e ad alcuni ceppi di lievito Saccharomyces, sono stati incorporati in molti alimenti industriali, che vengono perciò detti funzionali. Ad esempio, come abbiamo detto all’inizio, il Bifidus è il nome di uno specifico probiotico che è stato aggiunto a una nota marca di yogurt, che, a differenza dei fermenti lattici presenti naturalmente negli yogurt, arriva vivo nell’intestino e in grado di moltiplicarsi.

Questi microrganismi sono noti come probiotici e sono stati definiti nel 2001 da un gruppo di esperti, affiancato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla Food Agriculture Organization delle Nazioni Unite, come “microrganismi vivi, che somministrati in quantità adeguate conferiscono un beneficio per la salute all’ospite”.

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Probiotici, fermenti lattici e prebiotici: sono la stessa cosa?

È frequente l’utilizzo di questi due termini, probiotici e fermenti lattici, come sinonimi, ma in realtà le differenze sono importanti. Facciamo un po’ di chiarezza.

Fermenti lattici

I fermenti lattici sono tutti i batteri lattici, cioè in grado di produrre acido lattico a partire dalla fermentazione del lattosio. Perciò, quando parliamo di fermenti lattici, non ci riferiamo a una specie batterica ben precisa, ma a tutte quelle che sono in grado di svolgere questa funzione, cioè fermentare e digerire il lattosio. Ecco perché la presenza di questi batteri (e dei loro enzimi) nel nostro intestino è importante. I fermenti lattici sono naturalmente presenti in alcuni alimenti, ad esempio nello yogurt, dove sono vivi, ma una volta ingeriti non riescono a oltrepassare la barriera gastrica e ad arrivare nell’intestino vivi e in grado di riprodursi. Questo non significa che non abbiano delle proprietà benefiche per l’organismo, ma il loro effetto è diverso da quello dei probiotici.

Probiotici

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I probiotici sono microrganismi che nella maggior parte dei casi sono batteri lattici, ma a differenza dei fermenti lattici sopravvivono alle barriere naturali dell’organismo, si riproducono e colonizzano l’intestino diventando parte del microbiota, con effetti positivi sulla salute. I probiotici si trovano in preparazioni farmaceutiche specifiche, sotto forma di integratori, oppure sono addizionati ad alcuni alimenti, prevalentemente latticini e derivati del latte (yogurt e latte fermentato). Sia gli integratori che gli alimenti addizionati con i probiotici devono essere prodotti nel rispetto delle normative della legislazione alimentare, affinché siano sicuri per la salute e per essere chiamato probiotici ed essere venduti come tali, devono essere sempre riportati i ceppi e le specie batteriche presenti, le concentrazioni e le corrette modalità di conservazione.

Prebiotici

Ci sono invece alcune sostanze, presenti naturalmente negli alimenti, che non essendo digerite a livello gastrico, raggiungono l’intestino e diventano nutrimento per i batteri, supportandone la crescita. Queste sostanze sono dette prebiotici e con questo termine si indica una vasta gamma di sostanze organiche non digeribili, capaci di stimolare selettivamente la crescita e/o l’attività metabolica di uno o di un numero limitato di ceppi batterici benefici presenti nel colon.

Frutta, verdura, cereali e altri vegetali sono fonti naturali di prebiotici, in particolare pomodori, carciofi, banane, asparagi, aglio, cipolle, cicoria, legumi, semi di lino, avena, orzo e grano.

Altri prebiotici sono poi aggiunti artificialmente agli alimenti o agli integratori, e si tratta in particolare di oligosaccaridi, come il lattulosio, e fruttani, come l’inulina e l’oligofruttosio, che oltre a essere i più comuni sono anche i più efficaci.

Va ricordato però che sia gli integratori che gli alimenti addizionati con probiotici e/o prebiotici, vanno inseriti all’interno di una dieta varia ed equilibrata e solo dopo aver consultato un medico, che sarà in grado di stabilire la modalità e la frequenza più adatta alle nostre esigenze, valutando anche eventuali intolleranze.

 

Conoscevate i bifidobatteri?

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