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Storia e caratteristiche dei baci panteschi: tipici dolci di Pantelleria 

PH Francesca Di Cesare

Se pensavi che Pantelleria fosse famosa soltanto per i fiori di cappero, ti sbagliavi. Proprio in quest’isola, infatti, si mangia anche un dolce a dir poco romantico, costituito da due cialde croccanti ripiene di ricotta e ricoperto da zucchero a velo: il bacio pantesco. Mai sentito nominare? Se è vero che molte preparazioni dolciarie si sono lasciate ispirare dall’amore (pensiamo ai baci di Giulietta e di Romeo o ai Sospiri di Bisceglie), il bacio pantesco pare essere quello che meglio esprime le caratteristiche tipiche di questo sentimento: piacere, leggerezza, estasi. Il tutto ambientato in un centro termale a cielo aperto caratterizzato da vento, rocce vulcaniche e acque cristalline. 

Ti ho fatto venire voglia di acquistare un biglietto aereo? Non preoccuparti, perché in questo articolo percorreremo insieme un itinerario del gusto attraverso la storia, i sapori e la ricetta di una specialità siciliana unica nel suo genere. Destinazione: Pantelleria! 

Baci panteschi: le origini dei dolci più romantici di Pantelleria 

Vassoio di baci panteschi
PH Francesca Di Cesare

Come avviene con molti dolci della tradizione, anche nel caso dei baci panteschi non abbiamo traccia di chi sia stato il primo a produrli. Alcuni pensano che siano stati importati dalla Tunisia, altri che siano nati direttamente sull’isola. Quello che è certo, è che per realizzare il gustoso ripieno si è utilizzata fin da sempre la ricotta di pecora (uno dei pochi animali allevati a Pantelleria), mentre per le cialde uno stampo in ghisa a forma di fiore. 

Da non confondere con le Rote di Menfi, tipiche dell’omonima città siciliana, in provincia di Agrigento, e tradizionalmente a forma di ruota (ma molto simili per composizione), i baci panteschi vantano un nome che, negli anni, li ha rivestiti di un’aura di romanticismo e resi il simbolo non solo di un’isola, ma anche di uno dei sentimenti più universali: l’amore. E a te, che sapore viene in mente se dovessi rivivere il momento del tuo primo bacio? Agli abitanti di Pantelleria la risposta è chiara: quello delicato, dolce e avvolgente della ricotta fresca. Vediamo allora quali sono le caratteristiche di questo dolce e, in primis, cosa lo differenzia dal cannolo siciliano. 

Baci panteschi: somiglianze e differenze con il cannolo siciliano 

PH Francesca Di Cesare

Per descrivere il bacio pantesco dobbiamo partire dall’attrezzo necessario per realizzarli: un lungo stelo in ferro che termina con uno stampo a forma di fiore, da intingere prima nella pastella e poi nell’olio caldo. Una sorta di bacchetta magica, se pensiamo che riesce a trasformare con un solo tocco una massa liquida in un meraviglioso fiore sottilissimo e croccante. Questa è la caratteristica principale del bacio pantesco, ma cosa lo distingue dal più famoso cannolo siciliano? Vediamo insieme le principali differenze:

Abbiamo visto le caratteristiche del bacio pantesco e cosa lo differenzia dal cannolo siciliano. Ora è il momento di scoprire la ricetta! 

La ricetta dei baci panteschi: dolce coccola da condividere  

Sono venuta a conoscenza dei baci panteschi grazie a Sabrina, un’amica del cuore che, quando si innamora di una ricetta, mi chiede sempre di prepararla insieme a casa. È stato così che, un pomeriggio, ho fritto decine e decine di cialde a forma di fiore, mentre pensavo che forse è proprio come dicono: l’amore vero è una cosa semplice

Per questa ricetta vale lo stesso, e non c’è nulla di complicato se si fa il pieno di pazienza e passione. Ti consiglio di non prepararli in anticipo, o la ricotta renderà le frittelle molli compromettendone il risultato finale. Se non ami quella di pecora, puoi scegliere tranquillamente quella vaccina, mentre per quanto riguarda la frittura ricordati che deve avvenire rigorosamente “a immersione”. Allora, è tutto pronto? È il momento di mettersi all’opera! 

PH Francesca Di Cesare

Ingredienti 

Per la pastella 

Per il ripieno 

Per decorare

Procedimento 

  1. Inizia dalla pastella: metti in una ciotola la farina, il sale, l’uovo e il latte;
  2. Mescola con una frusta fino ad ottenere un composto liscio e privo di grumi, quindi metti a scaldare l’olio in un tegame con il fondo alto;
  3. Mentre l’olio scalda dedicati alla crema: in un’altra ciotola versa la ricotta, aggiungi lo zucchero e la cannella e mescola con un cucchiaio, finché il composto non avrà ottenuto la consistenza di una crema liscia;
  4. Trasferisci la crema ottenuta in una sacca da pasticcere con bocchetta liscia e riponi in frigorifero;
  5. Quando l’olio avrà raggiunto una temperatura di circa 170-180 gradi, immergi il ferro per realizzare i baci scaldandolo per circa un minuto (se non hai un termometro per misurare la temperatura dell’olio, non preoccuparti. Puoi verificare se è abbastanza caldo provando a friggere una piccola parte di pastella: se fa le bollicine e il suono tipico della frittura, allora è pronto);
  6. Tampona il ferro su della carta assorbente e poi immergilo nella pastella, facendo attenzione a non superare il bordo. Quindi immergilo nuovamente nell’olio caldo
  7. Lascia friggere per circa 1-2 minuti, finché la pastella non risulterà dorata, quindi riponi la cialda ottenuta su un piatto coperto da carta assorbente (se necessario, aiutati con un coltello o un cucchiaio per “estrarre” la cialda dallo stampo);
  8. Prosegui con la frittura delle altre cialde fino a esaurire tutta la pastella (i tempi di cottura si ridurranno a circa 1 minuto ciascuna); 
  9. Quando avrai cotto tutte le cialde, lasciale raffreddare completamente;
  10. Una volta fredde, procedi con la farcitura: prendi la sacca da pasticcere e ricopri la superficie di una frittella con un generoso strato di ricotta, quindi richiudila con un’altra frittella esercitando una leggera pressione; 
  11. Alla fine, spolvera la superficie con lo zucchero a velo: i baci panteschi sono pronti per ammaliare! 

E tu, avevi mai sentito parlare dei baci panteschi? Saresti curioso di provare questa ricetta? 

 

Immagine in evidenza di: Francesca Di Cesare

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