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Bacche di Goji, controindicazioni e proprietà di un frutto sempre più diffuso

Fino a pochi anni fa sarebbe stato impensabile pensare di fare uno spuntino a base di bacche di Goji, ma oggi il frutto, che cresce spontaneamente in Tibet, Mongolia e in alcune regioni della Cina, si è trasformato in un vero tormentone e ha trovato un suo spazio sugli scaffali dei supermercati in tutta Italia, e non soltanto. Infatti, non tutti sanno che questo prodotto ha anche una sua versione made in Italy, apprezzata proprio per la sua qualità.
Questo frutto dalle straordinarie azioni per la medicina tradizionale cinese, deve parte del suo successo all’eco dei suoi benefici e al piacevole gusto simile al mirtillo, ma vediamo effettivamente quali sono le sue proprietà, le controindicazioni e le caratteristiche delle bacche di Goji rigorosamente italiane.

“Frutto di Licia” nella medicina cinese

Il nome con cui è conosciuta, Goji, è un’approssimazione della pronuncia cinese per il termine bacca ed è stato creato nel 1973 dall’etnobotanico nord-americano Bradley Dobos: quindi il nome “bacca di Goji” non è altro che una ripetizione fondata su una storpiatura, ma ciò non toglie nulla al fascino esotico di questo frutto la cui denominazione corretta è Lycium, che deriva dalla Licia, regione dell’Anatolia meridionale.

Apprezzato da secoli nella medicina tradizionale cinese, il “Frutto di Licia” viene utilizzato per contrastare l’infertilità maschile, per curare le malattie respiratorie e per proteggere reni e fegato. Inoltre, l’antico manuale di erboristeria Shennong Ben Cao Jing definisce la pianta come curativa per diversi disturbi, efficace per fortificare muscoli e ossa e rallentare l’invecchiamento.

Bacche di Goji in un recipiente

Tipi di bacche di Goji

Esistono due varietà di bacche di Goji: il Lycium barbarum e il Lycium chinense, entrambe della famiglia delle Solanaceae, di cui fanno parte la patata, il pomodoro, la melanzana, il tabacco, il peperoncino e la Belladonna.

Il frutto è una bacca dolce di colore rosso, più o meno aranciato, di forma leggermente allungata e contenente diversi semini appiattiti. Cresce spontaneamente nelle valli dell’Himalaya, della Mongolia, del Tibet e nelle province della Cina dello Xinjiang e del Ningxia.

Quest’ultima è l’area a più alta densità produttiva poiché attraversata e irrigata dalle acque del Fiume Giallo, che rendono il terreno straordinariamente fertile. La zona viene per questo motivo spesso indicata come la dispensa delle erbe della Cina

Le bacche di Goji italiane

Sebbene si tratti, come abbiamo visto, di una coltura tipicamente orientale, le bacche di Goji vengono coltivate anche in Italia. E, sorprendentemente, la qualità dei prodotti è notevole. Uno studio dell’Università di Perugia, infatti, ha realizzato un’indagine comparata tra i frutti cinesi e quelli italiani, ed in particolare quelli dell’azienda agricola Favella di Corigliano Calabro che nel 2014 ha scelto di avviare una coltivazione di circa 20.000 piante di bacche di Goji nella Piana di Sibari.

Ciò che emerge dalla ricerca dell’equipe della dottoressa Francesca Fallarino è che i frutti italiani contengono alte concentrazioni di zeaxantina dipalmitato, ovvero la sostanza che determina la proprietà nutraceutiche delle bacche. Inoltre, della versione made in Italy viene apprezzata la possibilità di essere consumate fresche: in questo modo possono essere utilizzate in maniera più versatile, aumentando le possibilità di beneficiare delle preziose proprietà.

Il successo della produzione calabrese ingolosisce anche produttori in altre parti d’Italia dove le colture tradizionali sembrano vivere un periodo difficile. È il caso del veronese, territorio nel quale sono ben 170.000 gli ettari di superficie agricola e, di questi, il 10% ha bisogno di una riconversione urgente, secondo quanto emerso nel convegno “Cambiare si può, a volte si deve – Un’idea per dare all’impresa agricola un indirizzo nuovo” promosso a gennaio 2018 da Confagricoltura Verona. Ecco, allora, che tra le idee fanno capolino piante che siamo abituati a pensare distanti come il bambù, i semi di chia, il melograno, la quinoa, e anche le bacche di Goji.

Quali proprietà benefiche?

Visto il successo delle bacche anche in Occidente sono molti gli studi che hanno analizzato le proprietà nutrizionali di questi frutti. Infatti, contengono ben 18 amminoacidi, e sono gli unici frutti ad includere tutti e otto quelli essenziali. Buono anche l’apporto proteico, soprattutto di vitamine del gruppo B, vitamina C e  vitamina E, così come non mancano sali minerali, acidi grassi e altre sostanze come calcio, fosforo, zinco e germanio.

Gli studi in merito agli effetti benefici delle bacche di Goji confermano la presenza di sostanze utili all’organismo. Grazie ai potenti antiossidanti di cui sono composte, aiutano a contrastare i radicali liberi, a rafforzare il sistema immunitario nella lotta alla formazione di cellule tumorali e sono tra gli alimenti consigliati a chi ha i livelli di colesterolo alti. Uno studio condotto ad Hong Kong riconosce la capacità di contrastare l’invecchiamento della retina, per la presenza di luteina.

Controindicazioni delle bacche di Goji

Attenzione, però, alle controindicazioni e ai possibili effetti collaterali. Infatti, ci sono stati diversi casi in Europa di allergia alle bacche di Goji, manifestata attraverso disturbi gastrointestinali come nausea, vomito e crampi. Si sconsiglia il consumo a soggetti allergici al polline e a chi assume farmaci regolatori della pressione, per il controllo del diabete e metabolizzati a livello epatico, con cui le sostanze contenute nelle bacche potrebbero interagire.

Inoltre, l’alto contenuto di selenio, seppur in rari casi, può generare problemi nel feto, per cui se ne sconsiglia il consumo in gravidanza, mentre occorre fare attenzione anche perché queste bacche possono creare problemi gastrointestinali.

Come consumarle in modo sicuro

Come consumare, dunque, le bacche di Goji? L’ideale sarebbe mangiarle fresche, in preparati cotti o essicate al sole. Ottime anche per preparare tisane, o ad integrare succhi e vini. Spesso si trova in abbinamento con altri prodotti come tè, merendine, ma soprattutto barrette energetiche e prodotti già pronti al consumo.

Il sapore dolciastro, simile a quello del mirtillo, dell’uva passa, della fragola o del lampone le rende perfette in abbinamento con alimenti non troppo dolci come, per esempio, gli yogurt magri oppure la mozzarella.

Chissà che l’introduzione di queste colture tanto benefiche quanto di gran moda non rappresenti un’opportunità per l’agricoltura italiana. Intanto possiamo goderci le bacche di goji, facendo sempre attenzione a non esagerare e ricordando che questo articolo non sostituisce il parere di un medico. Voi come preferite gustarle? Potete farvi ispirare anche dalla dieta di Samantha Cristoforetti nello spazio!

 

Articolo redatto in collaborazione con Francesca Bono.

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