Contenti…
A un mese dall’apertura Expo 2015 rende noti i dati di affluenza al sito espositivo. Secondo il comunicato ufficiale della società del 31 maggio, sono 2,7 milioni i visitatori che dall’inizio dell’Esposizione hanno varcato i cancelli per conoscere e scoprire i padiglioni e le proposte dei 140 paesi partecipanti. Un dato basato sull’effettiva vendita dei biglietti, che supera le previsioni espresse dallo stesso Commissario Unico delegato del Governo per Expo Giuseppe Sala a pochi giorni dall’apertura e che farà sicuramente storcere il naso ai molti che sul successo e sulla riuscita di Expo non avrebbero scommesso. Certo, i veri bilanci si faranno solo alla fine del semestre, in novembre, ma i primi riscontri sono incoraggianti.
Lo afferma anche Federalberghi che per lo stesso periodo ha calcolato un afflusso di 1,9 milioni di visitatori, dato basato sulle prenotazioni alberghiere e coerente con quello ufficiale di Expo, se si tiene conto che sono esclusi dal calcolo stranieri e gite scolastiche. Le previsioni di Federalberghi su quanti avrebbero approfittato del ponte del 2 giugno per raggiungere il capoluogo lombardo, basate su interviste effettuate su un campione di 3000 italiani, offrono anche una cartina di tornasole sulla tipologia della permanenza e quindi sull’indotto relativo al sistema di accoglienza milanese. Delle 300mila persone che intendevano mettersi in viaggio in quei giorni, poco più della metà sarebbe rimasta solo in giornata, 75mila avrebbero dormito una notte a Milano, i rimanenti 66mila si dichiaravano indecisi se allungare o meno la permanenza.
Oltre alla vendita dei biglietti e alle prenotazioni alberghiere, un parametro utile a definire un primo bilancio dell’Esposizione in termini di indotto economico lo offre l’Osservatorio Cartasì, che valuta l’andamento delle transazioni effettuate con carta di credito. Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso i dati rilevano un aumento del 16% nel mese di maggio 2015. «Una specie di Pil di Milano si sta muovendo decisamente – ha dichiarato Sala -, non sarà interamente associabile a Expo, ma credo che in gran parte lo sia».
Ma qual è il riscontro e il giudizio di chi ha già visitato l’Expo? Secondo uno studio eseguito da Confesercenti con SWG, l’evento convince nonostante i molti scandali, le polemiche e i movimenti contrari: il 38% degli italiani maggiorenni (18,2 milioni di persone) intende visitarlo o lo ha già fatto e spenderà fino a 250 euro a persona. A motivare i visitatori è in primo luogo l’unicità dell’evento (per il 63% degli intervistati), ma ad attrarre è anche l’opportunità di vedere le architetture dei padiglioni e il tema dell’alimentazione. In generale il 68% degli intervistati ha dato parere positivo e il 69% lo ritiene un evento che avrà delle ricadute positive sull’economia.
… e scontenti
Nonostante i primi dati positivi dal punto di vista dell’affluenza, va comunque rilevata  una certa insoddisfazione da parte di chi si aspettava da Expo una ricaduta da record in termini di benefici economici sulla città .
La delusione riguarda in primo luogo i gestori di ristoranti e locali milanesi. All’appello mancano soprattutto gli stranieri e a preoccupare ulteriormente la categoria è il fatto che, in previsione dell’auspicato boom di turisti, molti si sono organizzati, provvedendo ad un potenziamento del personale. Gli stessi milanesi sembrano abbandonare il centro diretti in zona Rho, complice anche il fatto che dalle 19 alle 23 è possibile acquistare un biglietto a soli 5 euro e che, se anche la maggior parte dei padiglioni chiude attorno alle 20, rimangono comunque molte possibilità per chi vuole assistere agli eventi serali o semplicemente incontrarsi per un aperitivo o cenare in una delle numerose aree di ristorazione.
Segni di insoddisfazione arrivano anche dal sistema alberghiero. Bene gli alberghi vicini ad Expo, ma è ancora la città a soffrire. Pochi gli stranieri, e fra gli italiani cresce sempre di più il numero di che si affida a forme alternative offerte da piattaforme web (Airbnb, ad esempio, ha quadruplicato le prenotazioni effettuate per i sei mesi di Expo). Secondo i dati Confesercenti, inoltre, il 57% dei visitatori farà una ‘toccata e fuga’ in giornata. Dei rimanenti, meno della metà (41%) opterà per l’albergo, gli altri si orienteranno verso altre soluzioni (bed&breakfast o presso parenti e amici).
Anche l’offerta culturale urbana stenta a decollare. La mostra di punta, Leonardo da Vinci. 1452-1519 a Palazzo Reale, registra dati buoni (una media di 2000 accessi giornalieri), ma al di sotto delle aspettative dei promotori che vedevano in Expo un ulteriore volano per le visite. Con mille visitatori giornalieri, Arts&Food, la mostra curata da Germano Celant alla Triennale, non rileva significativi aumenti rispetto al normale flusso, nonostante l’accesso sia gratuito per chi è provvisto del biglietto Expo. Anche la Veneranda Fabbrica del Duomo, lo storico ente che dal 1387 si prende cura della Cattedrale e che ha attivato una serie di eventi in occasione dell’Esposizione, sta rivedendo in negativo le proprie stime. Meglio le mete più classiche, come il Castello Sforzesco, la Pinacoteca di Brera e il Cenacolo, che rimane in perenne eccesso di richieste nonostante i prolungamenti di orario pensati per il periodo dell’Esposizione.
Non solo Milano: qualche voce di disappunto arriva anche dal sito espositivo, ad esempio dai ristoratori bolognesi del Parco della Biodiversità , realizzato da Bologna Fiere nella zona est del quartiere. Secondo repubblica.it, Lucio Cavazzoni, patron di Alce Nero, presente nel padiglione con una pizzeria bio e ristorante, avrebbe descritto una situazione addirittura insostenibile: « i nostri unici clienti sono le forze dell’ordine che presidiano i tornelli». Il problema potrebbe essere la lontananza dell’area dall’ingresso principale (ovest) che convoglia la maggior parte degli arrivi, rendendo invece l’afflusso dal lato est praticamente inesistente. I motivi sarebbero da ricercare dunque soprattutto nell’impianto logistico. All’entrata est confluiscono in pratica solo le navette provenienti dai parcheggi (in parte sottoutilizzati a causa dei costi), mentre le fermate dei bus turistici e delle scolaresche tendono a privilegiare l’entrata principale. Implicito il messaggio diretto all’organizzazione Expo affinché provveda a ristabilire un equilibrio fra le due zone, magari attraverso un perfezionamento della segnaletica interna e una migliore gestione dei flussi verso le due entrate.