Michele Bonaccorso, chef dell’ Antica Hostaria di Enna, mi ha proposto per antipasto una rassegna di frittate talmente varia che a momenti mi commuovevo perché evocava la mia infanzia al pari di un album di vecchie fotografie: con la ricotta di pecora fresca, con i finocchietti selvatici, con le fave, con le patate, con i mazzareddi e con le verdure di campo miste alla ricotta. Ricordate che in Sicilia le frittate sono una cosa seria e che raramente ne troverete di migliori nel resto del Paese, quindi pensateci bene prima di ritenerle una preparazione banale e declinare l’invito ad assaggiarle. Il pranzo è continuato con il maccu (puré) di fave larghe di Leonforte, un risotto molto liquido (quasi una minestra, come usa in Sicilia) con gli asparagi accampati, l’asparagina selvatica di campo gradevolmente amara. Poi, i folsomagri all’ennese, polpette ripiene di formaggio, salame e uova sode e tuffate nel sugo di pomodoro, agnello al forno e un’ottima trippa con pomodoro fresco e olive verdi. I dolci erano quelli della tradizione ennese: nucatoli, ‘nfasciatieddi e cassatelle di Agira.