Giornale del cibo

Quali politiche alimentari nell’anno del cibo italiano? Il punto al Festival torinese

Si è da poca conclusa a Torino la terza edizione del Festival del giornalismo alimentare, un momento di confronto tra chi si occupa a vari livelli di cibo e chi, come il nostro web magazine, ha il compito e la responsabilità di raccontarlo, nella sua complessità.
Due giorni di dibattiti, una giornata dedicata ai press tour, 150 relatori e più di 1000 partecipanti, tra giornalisti, comunicatori, blogger e rappresentanti di Istituzioni e aziende.
Al centro il cibo, declinato in tutte le sue molteplici identità, in particolare sicurezza alimentare, sostenibilità, economia e gastronomia, gli assi portanti di tutto il programma dell’evento. A partire dal panel inaugurale di giovedì 22 febbraio: come sappiamo, infatti, il 2018 sarà l’anno del cibo italiano e il dibattito ha voluto indagare le sfide che le politiche alimentari del prossimo Parlamento e del prossimo Governo dovranno affrontare.

Vediamo insieme una sintesi dei principali interventi e delle tematiche emerse.

Anno del cibo italiano, il dibattito: il cibo è un tema politico

Al tavolo dei relatori, insieme al direttore del Festival, il giornalista Massimiliano Borgia, si sono avvicendati numerosi portatori di interesse del settore alimentare, interrogandosi su quale dovrebbe essere l’agenda strategica delle politiche alimentari 2018 a livello nazionale (e comunitario), in un anno così speciale per il cibo made in Italy.

Federalimentare: “il mondo vuole il cibo italiano”

Questione agricola, diritto al cibo, pasto a scuola, educazione ambientale: sono tutti temi politici ha evidenziato Borgia, invitando ad intervenire il presidente di Federalimentare Luigi Pio Scordamaglia, il quale ha sottolineato come una delle sfide del settore riguarda combattere false paure e false credenze, poiché “il mondo vuole il cibo italiano”. Siamo, infatti, tra i Paesi più longevi e sani del mondo, il nostro cibo è il più sicuro e richiesto, ma le persone non lo sanno, secondo l’imprenditore, che ha auspicato quindi, un maggiore coraggio, soprattutto in Europa, anche perché il settore agroalimentare nel nostro Paese coinvolgerà nei prossimi anni 45.000 nuovi addetti.

Infine, il presidente di Federalimentare ha ricordato che le minacce principali al cibo italiano arrivano dall’Italian Sounding e dai trattati, come il Ceta o l’accordo UE-Giappone, dove a danneggiarci potrebbe essere la mancanza di tutela sulle denominazioni dei prodotti caseari.

preferenze consumatori italiani

Gian Carlo Caselli: “le mafie sono in continua evoluzione e hanno soldi in abbondanza”

Il presidente del comitato scientifico Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura Gian Carlo Caselli, ha ricordato che su questo tema, nonostante i numerosi passi avanti, “il sistema è debole e ancora marginalmente attento al contrasto delle frodi”. L’ex magistrato ha sottolineato come oggi la mafia non chieda più, o non solo, il pizzo, ma compri direttamente gli esercizi commerciali, diventandone socia. La sfida è quindi voler vedere e fronteggiare queste distorsioni, ricordando che “la legalità conviene anche nell’agroalimentare, poiché aumenta le possibilità di poter ottenere un cibo sano e giusto” .

Istituto Superiore di Sanità: “produzione alimentare e salute sono sempre più connesse”

All’incontro “2018, l’anno del cibo italiano. Ma quali politiche alimentari per la prossima legislatura?” è intervenuto anche Umberto Agrimi dell’Istituto Superiore di Sanità, il quale ha evidenziato il grande interesse che oggi cittadini e Istituzioni rivolgono al tema del mangiare sano e sicuro. La stessa Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) non si occupa più di valutare solo il rischio, di un determinato alimento o ingrediente, ma anche il beneficio. Per cui oggi “sicurezza alimentare, sostenibilità ambientale, sicurezza nutrizionale, disponibilità alimentare e benessere animale sono tutte esigenze imprescindibili” nel dibattito intorno al cibo e alle sue politiche strategiche.

Coldiretti: “le politiche agricole devono sostenere i giovani che scelgono l’agricoltura”

Maria Letizia Gardoni, presidente nazionale di Giovani Impresa Coldiretti, ha parlato della grande crescita dei giovani in agricoltura, che va sostenuta con politiche adeguate, ricordando l’importante ruolo, sia economico, sia formativo, anche delle associazioni di categoria e sottolineando la capacità multifunzionale delle aziende agricole: si prendono cura della gestione del territorio e dunque contribuiscono alla tutela del patrimonio paesaggistico locale.
La giovane imprenditrice agricola ha sottolineato come tra le sfide per le politiche alimentari della prossima legislatura ci siano non solo la sostenibilità dei processi produttivi, ma anche l’integrazione dei moltissimi lavoratori stranieri nel settore della produzione agricola e “il tema dei capitolati delle mense, dove ancora prevale il criterio del massimo ribasso, a discapito della qualità”, questione trattata più volte anche da Il Giornale del Cibo.

Fonte: facebook.com/foodjournalismfest/

Altroconsumo: “I cittadini vogliono etichette chiare e utili”

Oltre alla rappresentanza degli agricoltori, l’incontro sulle politiche alimentari del 2018 non poteva escludere i consumatori. La responsabile alimentazione e salute di Altroconsumo Franca Braga è infatti intervenuta sottolineando quali sono le esigenze dei cittadini: “basta con i trucchi in etichetta, è necessario fissare per legge i profili nutrizionali”. Infatti, la sensibilità degli italiani sul cibo è molto alta, per cui è necessario che la politica si impegni per una maggiore scientificità su questi temi, ponendo dei limiti a marketing selvaggio, allarmismi e fake news, ha ribadito la referente dell’associazione dei consumatori. Che ha inoltre rilanciato l’idea di “etichette a semaforo tutte italiane, sennò perdiamo un’occasione”.

Slow Food: “l’anno del cibo italiano significa l’anno dei territori e delle loro diversità”

Il presidente di Slow Food Italia Gaetano Pascale è intervenuto focalizzandosi sulla grande biodiversità del nostro Paese, rappresentata da una pluralità di territori, con le loro differenze e vocazioni, che vanno fatte emergere. Come? “Innanzitutto prendendosi cura degli agricoltori, attraverso delle leggi e una burocrazia più funzionali”. Pascale è tornato poi sul grande tema delle etichette: come dovrebbero essere? La biodiversità italiana, per cui nel nostro Paese è possibile trovare il 50% dell’intero patrimonio agroforestale dell’Europa, non può essere raccontata con etichette a semaforo che appiattiscono le differenze, secondo Slow Food: “non ci convincono, preferiamo etichette narranti”, che diano al consumatore tutte le informazioni su come quel prodotto è stato realizzato, dalla terra alla tavola, per poter compiere scelte consapevoli.
Rispetto ai principali trattati, invece, Pascale ha dichiarato che Slow Food non è contraria, tuttavia CETA e TTIP potevano essere portati in altre direzioni, tutelando la biodiversità.

Le politiche alimentari, quest’anno, come in futuro, coinvolgono naturalmente anche la grande distribuzione organizzata, rappresentata al Festival del giornalismo alimentare da Massimo Bongiovanni, presidente di Eurocoop: “Secondo dati Nielsen gli italiani nel cibo ricercano italianità e artigianalità”, per cui nell’anno del cibo italiano la priorità dovrebbe essere la tutela delle eccellenze e dell buone pratiche nostrane, anche rispetto al codice etico, in sede comunitaria.

Fonte: facebook.com/foodjournalismfest/

Scienza e amministrazioni locali: quali sono le priorità rispetto al cibo?

La direttrice dell’Istituto Zooprofilattico Piemonte-Liguria-Valle d’Aosta, Maria Caramelli, è intervenuta all’incontro di apertura del festival del giornalismo alimentare, sottolineando come le persone oggi abbiano paura di ammalarsi a causa del cibo. “La scienza deve entrare nel cibo”: serve, infatti, un’alleanza tra produzione e ricerca e maggiore razionalità, in modo che il consumatore sia sicuro di ciò che mangia.

Le conclusioni del panel sono state affidate, invece, a Elena Di Bella, della Città Metropolitana di Torino, che si è interrogata su quale sia il compito delle Istituzioni rispetto a questo tema, facendo riferimento all’accesso al cibo, “con 10 milioni di italiani tra poveri e impoveriti” e alla qualità del cibo, che deve essere garantita soprattutto nella ristorazione ospedaliera e della scuola secondaria, dove, secondo l’amministratrice comunale, si riscontrano le maggiori criticità.
A pochi giorni dalle elezioni italiane queste sono le principali richieste per le politiche alimentari avanzate dai portatori di interesse del settore, senza dimenticare il tema del cambiamento climatico, che impatta inevitabilmente su agricoltura e alimentazione.
Il nuovo Governo sarà all’altezza delle aspettative?

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