Giornale del cibo

Vino Italiano: quali sono le migliori annate?

 

Barolo o Brunello? Fate la vostra scelta, ma sappiate che anche il miglior vino del mondo può non essere “in forma” quando lo stappate, se proviene da un’annata difficoltosa in cui la Natura non è stata particolarmente d’aiuto. Ma è anche questo il bello del vino. Non ci saranno mai due annate uguali nella produzione vitivinicola. Né in Italia né in qualunque altra zona vinicola del mondo. Questo perché ogni anno ha le sue stagioni che sono soggette ai fenomeni atmosferici e che condizionano l’intero ciclo produttivo: sono loro a “fare” il vino che sarà poi imbottigliato, insieme al lavoro svolto dai produttori. La magia che c’è ogni volta che stappiamo una bottiglia risiede proprio nella possibilità di scoprire dai colori, dai profumi e dalle specifiche gustative, l’annata che è stata e quando è stato vendemmiato il vino che abbiamo tra le mani. Se non è emozionante questo, cos’altro può esserlo?  

Perché l’annata di un vino è fondamentale?

Fra i fattori fondamentali che determinano la qualità di un vino c’è l’annata della vendemmia. Non a caso è ben visibile su ogni etichetta e spesso è considerata come l’unico elemento per determinare il reale valore di un vino, anche quello economico, soprattutto nel tempo, quando si parla (e si bevono) di grandi e vecchie annate. Perché? Il vino è, o dovrebbe essere, un prodotto naturale della terra, e quindi derivante dall’andamento di più fattori, soprattutto climatici che cambiano di anno in anno. Il  bello è proprio in questo, bere ogni anno vini diversi leggendo nel calice il corso della vita che c’è stato in un’annata rispetto ad un’altra. È dunque un fattore di estrema importanza, ma è anche innegabile che spesso dietro al mito dell’annata si nasconda anche una discutibile speculazione.

bottiglie vino annate
l i g h t p o e t/shutterstock.com

L’annata è importante e per mezzo dell’andamento meteorologico delle stagioni ha il potere di fornire una fondamentale fotografia sulla qualità di un vino. Ma quante volte avete sentito parlare di “vendemmia del secolo”? Occorre, quindi, tenere presente che non si può mai generalizzare in questo mondo. Bisogna far sempre riferimento ad una determinata zona quando si danno giudizi sulla raccolta di un anno, perché è evidente che, per quanto positiva, un’annata non potrà mai essere “speciale” allo stesso modo sia per il Nebbiolo delle Langhe che per il Montepulciano D’Abruzzo.

In sintesi, quindi, l’annata in un vino è tutto se sapete leggerla e interpretarla, con dati scientifici, ma anche con sentimento, altrimenti la magia del ciclo naturale della terra svanisce.

Annate del vino: quali sono state le migliori?

Con i dati ogni anno elaborati su scala nazionale da Assoenologi abbiamo provato a stilare una sintesi delle annate del vino dell’ultimo decennio.

Annata 2004

Settembre con sole, qualche pioggia e una buona escursione termica notturna, condizioni che hanno siglato per la stragrande maggioranza delle regioni un’ottima annata. Per i vini bianchi è stata tra le migliori degli ultimi anni e, per alcuni rossi, molto vicina a quella del 1997. Un incremento della produzione dal 5% fino al 25% in tutte le regioni per la felicità dei produttori.

Annata 2005

Le premesse per firmare un ottimo millesimo, nonostante le bizzarrie del tempo, c’erano tutte fino a Ferragosto. Ma le piogge e le basse temperature che hanno caratterizzato la seconda metà del mese hanno rimesso però tutto in discussione. Dunque una qualità buona con poche punte qualificate al nord e di maggiore interesse al Sud e nelle Isole come il Latinia, bianco sardo.

Annata 2006

Nel Centro-Nord la vendemmia sarà ricordata come la migliore degli ultimi cinque anni: complessivamente ottima, anche se con poche punte di eccellenza. Maggiormente eterogenea al Sud e nelle Isole dove si è riscontrata una più accentuata variabilità dovuta alle bizzarrie del tempo. L’anno 2006 si ricorda anche per aver segnato una svolta nel mondo degli spumanti, in particolare della Franciacorta.

MicheleRossetti/shutterstock.com

Annata 2007

Lo strano andamento climatico ha portato, tra alti e bassi, a una qualità eterogenea ma complessivamente molto interessante per le varietà precoci. Per le tipologie vendemmiate dopo la metà di settembre i livelli sono risultati ottimi. Al Nord i rossi hanno raggiunto i massimi livelli, con eccellenti profumi e una esuberante carica di tannini morbidi dovuti all’ottimale maturità fenolica. da quest’anno in poi ha avuto molta salute il trebbiano in Abruzzo, specialmente il Trebbiano Valentini.

Annata 2008

Le più che positive condizioni climatiche verificatesi in tutt’Italia nei mesi di settembre e di ottobre hanno prolungato il periodo di raccolta e permesso un forte recupero qualitativo al Centro-Nord, in particolar modo per quei vini ottenuti da uve vendemmiate dopo la metà del mese di settembre. Il 2008 sarà ricordata come un’annata eterogenea, ma complessivamente buona con alcune punte di ottimo tra cui il Negroamaro Salento Igp.

Annata 2009

La qualità ha maggiormente premiato il Centro-Nord d’Italia, dove, in molte regioni, è stata eccellente. Nel Centro-Sud il bizzarro andamento climatico e meteorico, caratterizzato prima da temperature elevate, poi da piogge di durata inconsueta, ha mantenuto l’eterogeneità inizialmente ipotizzata determinando una qualità a macchia di leopardo. Ottimi anche Soave e Recioto della Valpolicella Classico Doc in questa annata.

Annata 2010

L’eterogeneità qualitativa di fine agosto è stata confermata a fine campagna, con un’Italia vinicola mista, dove in una stessa regione il buono si è scontrato con l’eccellente e l’ottimo con il mediocre. Complessivamente la qualità della produzione 2010 è risultata buona ma con assenza di eccellenze a parte qualche eccezione come il Castello della Sala con il suo Muffato della Sala, Umbria Igt.

Lukasz Szwaj/shutterstock.com

Annata 2011

Sarebbe potuta essere un’annata abbondante. Purtroppo le ultime due settimane di agosto e il mese di settembre, hanno lasciato il segno a causa del caldo. Complessivamente il 2011 per i vini bianchi è risultato interessante, meno per quelli rossi.

Annata 2012

L’annus horribilis. Annata caratterizzata da una forte eterogeneità. Complessivamente la qualità del vino 2012 è stata mediocre e non di certo da ricordare. Si ricordano però i successi delle tenute siciliane come Tasca d’Almerita, Duca di Salaparuta, Donnafugata e Arianna Occhipinti che in quell’anno hanno entusiasmato.

[elementor-template id='142071']

Annata 2013

Un clima altalenante e un’estate meno arida degli anni precedenti. Le escursioni termiche tra giorno e notte sono state equilibrate, mentre le temperature non eccessivamente bollenti, con pochi periodi aridi, hanno favorito una maturazione distribuita e graduale, ottima per i vini italiani. Ottime le uve di Aglianico, Cabernet e Nerello raccolte a novembre.

Annata 2014

Pioggia d’estate e freddo in primavera con le stagioni impazzite. La grande piovosità di agosto ha inciso soprattutto nelle regioni settentrionali, mentre nel Meridione a far danni è stata una primavera più rigida del previsto, dopo l’inverno mite che aveva anticipato la fioritura dei vigneti. In un caso e nell’altro la produzione è stata completamente scombussolata.

Annata 2015

Grazie a un’estate straordinaria, la vendemmia 2015 è stata eccezionale sia per qualità che per quantità. È la Toscana che ha brindato a una crescita euforica dell’export del 25,8%. Non resta che aspettare e stappare le prime bottiglie, ovviamente non solo di Chianti.

SantaGig/shutterstock.com

Annata 2016

Il meteo è stato più clemente rispetto agli anni passati, niente caldo torrido che accelera la maturazione delle uve, con un periodo di vendemmia che è tornato negli “standard”: tra la fine di settembre e la prima quindicina di ottobre, conclusione nella prima decade di novembre per le vendemmie tardive. Assoenologi nel complesso definisce la qualità “ottima con diverse punte di eccellente”, soprattutto nella totalità del Centro Nord e nelle Isole. Addirittura si parla di un 2016 “da incorniciare”! Barbaresco e Barolo con grandi profumi e tannini morbidi grazie alla perfetta maturità fenolica, e in Lombardia è stata definita un’annata eccezionale.

Annata 2017

Eventi climatici disastrosi, un’ondata di gelo prima, e di siccità dopo, hanno portato un’importante perdita di resa. A memoria d’uomo non si ricorda un’annata come questa, i dati a disposizione evidenziano una produzione di oltre 15 milioni di ettolitri in meno rispetto al 2016, portando così la 2017 al secondo posto tra le vendemmie più scarse dal dopoguerra ad oggi, superata solo da quella del 1947. Da dimenticare.

Annata 2018

Annata di piena produzione definita da Assoenologi “inusuale” a causa delle punte di caldo alternate a forti precipitazioni che hanno creato un’elevata umidità. Grazie però al caldo di aprile, l’andamento è stato regolare con un elevato numero di grappoli. Una produzione abbondante che si colloca al secondo posto tra le vendemmie degli ultimi 20 anni, dove la Puglia diventa la regione più produttiva d’Italia. Occhio di riguardo per le “migliori uve dell’anno” che pare provengano dai pendii della fascia pedemontana del Valdobbiadene Docg.

stefano cellai/shutterstock.com

Annata 2019

Inverno particolarmente mite e privo di piogge fino a maggio, quando l’arrivo improvviso del freddo, fuori stagione, ha completato un quadro già compromesso, insieme a precipitazioni primaverili e, in alcuni casi, grandinate. Il calo produttivo è da imputare essenzialmente alle condizioni climatiche di gran lunga meno favorevoli rispetto a quelle che avevano portato all’abbondante vendemmia 2018. Tuttavia, questo mix di fattori, accompagnato da buone escursioni termiche tra il giorno e la notte che hanno favorito una lenta ma graduale maturazione delle uve e un ottimale sviluppo degli aromi, ha permesso di ottenere una qualità generalmente buona su tutto il territorio nazionale.

Annata 2020

Almeno per il vino, il 2020 “sarà un’ottima annata” stando a com’è andata la vendemmia: le temperature miti, il caldo non insopportabile, l’apporto idrico adeguato, le notti fresche e l’assenza di grosse grandinate, hanno assicurato forza e salute alle viti, dal germogliamento fino alla raccolta. Una qualità delle uve buona se non ottima e in alcuni casi eccellente, un interessante quadro aromatico per le varietà bianche e tenori polifenolici medio alti nelle uve a bacca rossa. L’alta qualità sarà elemento determinante per affrontare e superare il difficile momento che il mondo del vino e in generale il sistema produttivo mondiale stanno vivendo a causa dell’emergenza Covid. Insomma un’annata che si preannuncia interessante, staremo a vedere nel bicchiere… Soltanto stappando le prime bottiglie, da poco in commercio, si può avere un’idea di come effettivamente sia andata, ma per i grandi vini vendemmiati negli ultimi due anni dovremo aspettare ancora un po’.

 

E voi quale annata del vino avete preferito? Ne avete una a cui siete particolarmente legati?

Exit mobile version