Ci sarà anche Andrea Segre fra gli autori che prenderanno parte alla 68° edizione del Festival del Film di Locarno. Alla manifestazione che dal 5 al 15 agosto radunerà migliaia di appassionati di Cinema nella cittadina Svizzera verrà proiettato fuori concorso I Sogni del Lago Salato, l’ultima opera del regista Veneto.
Il film, realizzato da Ambleto con Rai Cinema, racconta di quella strana euforia che contraddistingue lo sviluppo economico del Kazakistan, il cui PIL sta crescendo costantemente di anno in anno, grazie all’enorme ricchezza dei giacimenti di petrolio e gas del Paese.
Muovendosi nelle regioni che circondano il Mar Caspio, le immagini delle grandi steppe euroasiatiche, degli spazi infiniti e ordinati delle terre post- sovietiche si intrecciano e alternano nel film e nella mente dell’autore con le immagini dell’Italia anni ‘60, trovate sia negli archivi ENI che in quelli personali girati dalla madre e dal padre di Andrea Segre, che negli anni ’60, ventenni, hanno vissuto l’euforia della crescita.
Viaggiando tra Aktau e Astana, tra le steppe petrolifere a ridosso del Mar Caspio e l’iper-modernità della neo capitale, il film si ferma ad ascoltare le vite e i sogni di vecchi contadini o pastori e di giovani donne le cui vite sono rivoluzionate dall’impatto delle multinazionali del petrolio nell’economia kazaka. I loro racconti dialogano a distanza con quella di uomini e donne italiane che cinquant’anni fa vissero simili emozioni e speranze.
Oltre a questo importante appuntamento, da alcuni mesi Andrea Segre è impegnato anche nella realizzazione di un cortometraggio per raccontare l’esperienza della Cooperativa CIR food (concessionario ufficiale di Expo per i servizi di ristorazione) a questo importante evento mondiale.
L’opera mette in scena la materializzazione e dematerializzazione di Expo, attraverso l’uso di tre linguaggi cinematografici: il time lapse, l’intervista ai protagonisti di Expo e lo slow motion. Dalle immagini velocizzate che in pochi secondi mostrano la nascita di intere strutture a quelle che catturano al rallentatore gli istanti di Expo attraverso i visi delle persone, il cortometraggio invita lo spettatore a guardare oltre la superficie dell’evento, per capire cosa c’è dietro e dentro ad esso.
Inoltre, attraverso alcune interviste alle persone che lavorano nei locali CIR food, il filmato si sofferma a riflettere sulle tematiche di Expo e dello spreco alimentare, coinvolgendo chi, ogni giorno, è impegnato a nutrire il pianeta.