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Alloro (laurus Nobilis)

alloro

di Martino Ragusa.

Alberello sempreverde chiamato anche lauro, ha foglie aromatiche di consistenza coriacea. Nell’antichità classica l’alloro era sacro ad Apollo e con le sue foglie intrecciate venivano incoronati i poeti, i generali, i geni, i saggi e gli atleti vittoriosi. Oggi finisce più spesso in testa ai laureati e nelle tasche degli aspiranti tali: staccare una foglia dalla corona d’alloro di un amico e conservarla pare sia, infatti, un infallibile portafortuna per laurearsi presto e bene. Pianta tipica del clima mediterraneo, in Italia è diffuso in modo particolare vicino alle coste, soprattutto in Sardegna. Le foglie, che si possono staccare dall’albero in qualunque stagione dell’anno, vengono impiegate anche in profumeria e in liquoreria per la preparazione di bevande alcoliche. In cucina la foglia di alloro, sia fresca che secca, è uno degli aromi più usati: entra sempre nel mazzetto guarnito, si mette nei court bouillon in cui si lessa il pesce, accompagna l’anguilla ai ferri e i fegatelli laziali con la rete di maiale.
È opportuno usarlo con attenzione e parsimonia, perché ha un profumo molto intenso che tende a diventare dominante in cottura. Se è possibile, usare le foglie fresche (facilmente reperibili tutto l’anno), perché la foglia d’alloro secca perde molte delle sue caratteristiche. Non usare mai le bacche.

Virtù

Aromatiche, digestive, tonico stimolanti e antisettiche. Consigliato contro l’affaticamento e come digestivo, è un diuretico, utile anche per combattere insonnia, gas intestinali e dolori mestruali. L’olio essenziale è efficace contro le contusioni, le slogature, i dolori artritici e reumatici… Non eccedete però nell’uso, altrimenti correte il rischio di sembrare un arrosto.

Mitologia

Come tutte le piante sempreverdi, l’alloro è simbolo dell’immortalità. Parentesi mitologica vuole che la ninfa Dafne, per sfuggire alle insistenti avances di Apollo, abbia chiesto a Giove di trasformarla in pianta e lui scelse di renderla proprio alloro. La tradizione sostiene che l’alloro non venga colpito da fulmini e che preservi le case in cui è piantato, proprio per il rispetto che Giove portava alla ninfa.

Nomi dialettali

Laur, lavro, orbano, romolino, slaverno, lavràno, aurar, onòro, alaru, latiu, agliòu

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