Giornale del cibo

Vendite in crescita per gli alimenti arricchiti: cosa sono e perché sono utili?

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Gli alimenti arricchiti – di vitamine, minerali o altri nutrienti – sono sempre più ricercati e da alcuni anni sono protagonisti di una crescita commerciale notevole, incentrata sulla nutraceutica. La fascia di mercato di riferimento è quasi sovrapponibile a quella dei cosiddetti superfood, che però si distinguono per il loro profilo nutrizionale naturale, e non per le aggiunte artificiali di determinate sostanze. Ma questi prodotti sono davvero utili per un’alimentazione completa e sana? E perché l’attenzione nei loro confronti sta aumentando? Con questo approfondimento cercheremo di saperne di più, rispondendo a queste e ad altre domande.

Alimenti arricchiti: le tipologie

Nell’ambito dei cosiddetti novel food – prodotti dall’alto valore nutritivo e considerati assai rilevanti nelle previsioni sui cibi del futuro – gli alimenti arricchiti sono probabilmente i più accessibili. Internazionalmente conosciuti come “rich in”, si distinguono dagli integratori veri e propri e si caratterizzano per l’aggiunta di nutrienti, allo scopo di sopperire a specifiche mancanze, dovute a carenze nella dieta quotidiana o ad aumentate esigenze, oppure – più spesso – al miglioramento complessivo della dieta ai fini del benessere.

Pur essendo sul mercato da decenni, gli alimenti arricchiti negli ultimi anni si sono evoluti e stanno riscuotendo un successo assai superiore rispetto al passato, entrando in modo significativo nella spesa degli italiani, come sottolinea l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Immagino. In particolare, rientrano tra le preferenze delle giovani famiglie con figli piccoli, che contribuiscono a sancire l’ascesa di alcuni trend specifici, come i cibi arricchiti di fibre e omega 3.

Alimenti arricchitti latte vegano
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Generalmente ritenuti benefici per le necessità dell’organismo, fanno parte di un settore commerciale ormai rilevante, basato sul concetto di curare la salute partendo dall’alimentazione, in ottica di prevenzione. L’aggiunta di determinati nutrienti “potenzia” il profilo di prodotti quali pasta, biscotti o latticini, con diverse possibilità di arricchimento, a seconda dell’aspetto salutistico sul quale si vuole intervenire. In sintesi, ecco quali sono le tipologie più diffuse, in base alle sostanze addizionate.

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L’arricchimento di vitamine e minerali secondo la legislazione europea

L’aggiunta volontaria di vitamine e minerali nei cibi è disciplinata a livello europeo dal Regolamento (CE) 1925/2006, che riporta l’elenco delle sostanze ammesse, con le relative fonti. Come precisa il Ministero della Salute, innanzitutto, si deve tener conto di almeno uno di questi aspetti:

L’aumento artificiale di vitamine e minerali deve conferire all’alimento quantità significative di tali nutrienti, in base a quanto indicato dal Regolamento (UE) 1169/2011, e prima dell’immissione in commercio è richiesta la notifica dell’etichetta al Ministero della Salute.

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Le sostanze, inoltre, possono essere aggiunte solo a prodotti alimentari trasformati, quindi ad esempio non a frutta, verdura o carne, e nemmeno a bevande alcoliche. Riguardo ad altri nutrienti diversi da vitamine e minerali – che come detto sono i più diffusi negli alimenti arricchiti – il Regolamento (CE) 1925/2006 introduce disposizioni per il monitoraggio, ed eventualmente per le limitazioni o le restrizioni d’uso, sulla base delle valutazioni di sicurezza effettuate da EFSA.

Come abbiamo visto nel nostro approfondimento sulla nutraceutica, la legislazione europea non è ancora sufficientemente precisa nell’identificazione degli alimenti funzionali (prodotti finiti ricchi di principi attivi utili per la salute umana, dagli effetti reali e misurabili, secondo la definizione del professor Arrigo Cicero, presidente della Società italiana di nutraceutica). Questi, ad ogni modo, non devono essere proposti in alternativa ai cibi convenzionali e non devono essere presentati sotto forma di pillole o capsula, come nel caso degli integratori.

L’UE ha realizzato un’azione concertata dedicata a questi prodotti, chiamata Functional food science in Europe (Fufose), per sviluppare un approccio fondato sulle evidenze scientifiche necessarie per qualificare gli alimenti funzionali come tali, per effettive proprietà benefiche sulla salute e sulla riduzione del rischio di patologie. Questo lavoro ha prodotto una pubblicazione, apparsa nel 2002 sul British Journal of Nutrition, dove si afferma che gli alimenti funzionali devono appunto presentarsi come cibi e dimostrare la loro efficacia, nelle quantità normalmente assunte nella dieta.

Alimenti arricchiti, supplementati e fortificati: le differenze

Nel Regolamento (CE) 1925/2006 non si fa riferimento alla distinzione tra alimenti arricchiti, supplementati e fortificati, anche se i tre termini in realtà non sono considerati sinonimi.

Negli alimenti arricchiti viene incrementata la concentrazione di un nutriente già naturalmente presente nel prodotto di partenza, come ad esempio avviene nel latte al quale è aggiunto il calcio o nei cereali con più vitamine e minerali. In genere, si parla invece di alimenti supplementati quando il nutriente non è presente in origine, come nel caso delle uova con omega 3.

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Per alimenti fortificati, invece, si intendono i cibi di grande diffusione destinati a compensare carenze nutrizionali ampiamente diffuse, resi “più nutrienti” con l’aggiunta di particolari sostanze delle quali di base sono privi, il tutto senza cambiarne il valore energetico. Tra questi, il più noto e popolare è il sale iodato, al quale viene aggiunto un minerale fondamentale per il corretto funzionamento della tiroide e il cui deficit nella dieta quotidiana è ancora diffuso.

Nel documento Guidelines on food fortification with micronutrients, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito delle indicazioni per eseguire, monitorare e valutare la fortificazione dei cibi, nell’ottica della nutrizione e della salute pubblica.

Qual è il ruolo degli alimenti arricchiti? 

Praticate da decenni, la fortificazione ha contribuito a ridurre l’incidenza di specifiche carenze nutrizionali, migliorando quindi la salute e la qualità di vita di milioni di persone. Questi procedimenti, di per sé semplici, hanno il vantaggio di ottimizzare alcuni dei cibi più accessibili e alla base dell’alimentazione, favorendo così l’assunzione di micronutrienti fondamentali da parte di tutti, sostanzialmente senza richiedere variazioni nelle abitudini quotidiane.

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Gli alimenti arricchiti, in particolare negli ultimi anni, più che far fronte a specifiche lacune nutrizionali hanno puntato a offrire benefici salutistici, al di là delle esigenze minime. Colmate queste, la ricerca in campo alimentare oggi mira soprattutto a individuare le sostanze utili a ottenere il massimo benessere fisico e mentale dell’individuo, e a ridurre il rischio di patologie. Seguendo questa rotta, pertanto, continua a evolversi lo sviluppo di cibi che contengono sostanze benefiche, per consentire all’organismo di esprimere a pieno il suo potenziale, in un quadro di salute ben al di sopra delle necessità basilari di sopravvivenza.

Il ruolo degli alimenti arricchiti, però, non è unanimemente riconosciuto, peraltro nell’ambito di un’offerta merceologica molto varia le casistiche sono molte e differenziate. Uno studio del 2012 pubblicato su JAMA Network, ad esempio, ha smentito l’efficacia dei cibi arricchiti con omega 3 nel contrasto alle patologie dell’apparato cardiocircolatorio. Secondo alcune ricerche, inoltre, i nutrienti vengono assorbiti meglio quando sono naturalmente contenuti nei cibi, e non quando sono addizionati. In generale, ad ogni modo, questi cibi si sono rivelati utili per migliorare e semplificare l’assunzione di alcune sostanze, specialmente per determinate situazioni, come la vitamina B12 per i vegani e l’acido folico e il ferro per le donne in gravidanza.

Seguendo un’alimentazione ben bilanciata, si può fare a meno di questi prodotti, ma, come ha dichiarato il professor Enzo Spisni nella nostra intervista sulla dieta Life 120, in pochi si nutrono in modo effettivamente completo e proporzionato: le carenze, pertanto, sono molto più diffuse di quanto si potrebbe immaginare. Snobbare a prescindere gli alimenti arricchiti, supplementati o fortificati, quindi, è sbagliato, discorso che vale anche per gli integratori. Per concludere, in caso di assunzione di questi prodotti è sempre utile la supervisione di un nutrizionista, insieme al quale definire le eventuali carenze della propria dieta e ottenere consigli di acquisto.

 

Avete mai mangiato alimenti arricchiti o sareste pronti a provarli?

 

Fonti:

osservatorioimmagino.it
salute.gov.it
Regolamento (CE) 1925/2006
Regolamento (UE) 1169/2011
Guidelines on food fortification with micronutrients, World Health Organization
British Journal of Nutrition
JAMA Network

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