Saltano la prima colazione, adorano gli snack, soprattutto fuori orario, e riconoscono come pasto principale la cena: questo è l’identikit che emerge dall’indagine nazionale “Adolescenti e Stili di Vita”, realizzata dal Laboratorio Adolescenza e Istituto di Ricerca IARD con la collaborazione della Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza. Per analizzare questi risultati e parlare di adolescenti e cibo, abbiamo chiesto il parere di chi lavora a contatto con loro quasi quotidianamente, intervistando la dottoressa Beatrice Margani, dietista.
Adolescenti e nutrizione: i dati della ricerca nazionale
La ricerca Adolescenti e stili di vita, presentata a fine 2018, ha indagato le abitudini alimentari di un campione formato da 2654 studenti delle scuole medie superiori tra i 14 e i 19 anni. Quello che emerge, come abbiamo già sottolineato, è un dato preoccupante che riguarda la prima colazione: ben il 34% dei maschi adolescenti e il 43% delle femmine, infatti, non amano questo importante pasto e, anzi, ammettono di saltarlo spesso. Anche la dottoressa Margani conferma come tra i suoi giovani pazienti questa tendenza sia sempre più diffusa: “uno dei problemi più comuni – afferma – è proprio il fatto di saltare la colazione. Gli adolescenti non si rendono conto che hanno bisogno di energia per affrontare la giornata e che il cervello, per funzionare al meglio nell’orario scolastico, non può fare a meno dell’apporto energetico fornito dal pasto mattutino”.
L’altro aspetto che preoccupa riguarda invece il consumo di merendine e snack dolci e salati: più dell’80% degli adolescenti coinvolti ha ammesso di consumare questi prodotti, preferendoli a una merenda pomeridiana (o in orario scolastico) più equilibrata. “Come spuntino i miei pazienti adolescenti mi parlano quasi tutti di snack comprati alle macchinette, oppure merendine confezionate o a base di cioccolato”, conferma la dottoressa, ribadendo quanto questa abitudine sia dannosa per i ragazzi, soprattutto se sommata a quella di saltare la colazione. E gli altri pasti della giornata? Secondo lo studio, al sud e nelle isole il pranzo mantiene ancora il suo primato, mentre al centro e al nord perde terreno; a Milano la cena è il pasto principale per ben il 62% degli adolescenti e anche la dottoressa conferma questa tendenza, affermando che “la cena diventa il momento in cui tutta la famiglia si riunisce, mentre spesso gli adolescenti a pranzo sono soli. Molte delle loro difficoltà nella gestione del rapporto con il cibo derivano proprio da questa solitudine, sommata agli orari spesso proibitivi: si alzano presto e arrivano a casa tardi e quindi pranzano tardi. Tra i miei pazienti, le ragazze fanno meno attività fisica, mentre i ragazzi sono più dediti agli sport, ma resta un punto in comune, ciò gli orari scolastici e il fatto di trascorrere molto tempo da soli a casa, senza i genitori”.
Pochi legumi e uova nella dieta degli adolescenti
“Adolescenti e Stili di Vita” si è concentrata anche sulla tipologia di prodotti maggiormente consumati durante i pasti principali ed è emerso che l’alimento immancabile sulle tavole è la pasta, consumata quotidianamente dal 74,4% degli intervistati. Indietro, invece, rimangono frutta (58%), verdura (52,9%) e carne (50,3%). Infine, quasi ormai dimenticati, i legumi, le uova e il pesce: questi infatti sono gli alimenti meno consumati in assoluto dagli adolescenti coinvolti nella ricerca. Il 6,4%, inoltre, afferma di consumare abitualmente vino durante i pasti, il 6,9% birra, mentre il 37,8% consuma caffè in maniera quasi quotidiana.
Alimentazione degli adolescenti: i pericoli delle abitudini sbagliate
Commentando i dati della ricerca, la dottoressa Margani sottolinea i pericoli di queste abitudini ormai diffuse a livello nazionale, sia tra i grandi che tra i giovani. In quest’ultimo caso, però, intervenire è ancora più importante, perché “in fase di sviluppo il corpo umano riesce a compensare per un po’ le abitudini sbagliate, ma alla lunga si può arrivare a sovrappeso ed obesità e ad avere problemi nella gestione del rapporto col cibo”. Sono diverse, infatti, le malattie a cui si rischia di esporsi: “diabete, ipercolesterolemia, ipertensione, per esempio, oppure problemi ortopedici, o steatosi epatica, come riscontro anche nel mio lavoro quotidiano. A tal proposito, è stato pubblicato di recente uno studio in cui emerge un aumento di circa il 30% dell’insorgenza tumori legati a una cattiva alimentazione in età precoce rispetto al passato, tra i 30 e i 50 anni. Questo fa capire quanto sia importante l’alimentazione: avere dei bambini e degli adolescenti sani vuol dire che un domani saranno anche degli adulti in salute”, come abbiamo sottolineato nella nostra campagna “Crescere a Tavola”.
Trasmettere gli stili di vita più adeguati e formare gli adolescenti per quanto riguarda una corretta alimentazione è di sicuro un’operazione complessa: “c’è bisogno di un vero e proprio approccio integrato – sottolinea la dottoressa – in cui la scuola e le famiglie si sostengano a vicenda. “Non possiamo pensare che un adolescente o un bambino mangino pesce e legumi se in casa nessun altro dà l’esempio. Si possono fare interventi a livello scolastico sia con lezioni dedicate, o per esempio mettendo frutta nei distributori (in alcuni istituti già lo fanno), ma tutto ciò avrà un effetto a breve termine, se non accompagnato da un sostegno da parte dei genitori.” In ogni caso, non è solo la difficile comunicazione, ma anche le informazioni spesso discordanti e errate sul tema dell’alimentazione, a pesare su queste abitudini. Tracciando il profilo dell’adolescente-tipo che si rivolge a lei, la dottoressa Margani afferma che “alcuni arrivano da me inviati dal medico curante, altri per loro scelta, in accordo con in genitori. La decisione di chiedere aiuto a un professionista è saggia, perché l’intervento di un esterno è positivo sia per l’adolescente che per la famiglia stessa, ma purtroppo, a volte, mi è capitato che diversi genitori mi chiedessero, per esempio, diete senza glutine per i figli, ritenendole più sane e utili per la perdita di peso, quando in realtà non è così. Infatti se non è presente un’intolleranza o un’allergia, non è necessario sottoporsi a questi regimi e, anzi, può essere dannoso”.
E voi cosa ne pensate? Parlate ai vostri figli dell’importanza dell’alimentazione? Pensate che sia un argomento da affrontare a scuola? Scriveteci il vostro parere nei commenti!