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Acqua di cocco: consigli e suggerimenti per usarla al meglio

Pur essendo un alimento non ancora molto diffuso in Italia, l’acqua di cocco ha proprietà interessanti, ma spesso enfatizzate oltremodo. Anche se le spiagge tropicali sono lontane, da un po’ di tempo questo prodotto è disponibile tutto l’anno presso la grande distribuzione. Ci siamo già occupati della spirulina e dei motivi in base ai quali viene considerata un ‘supercibo’. Questa volta, invece, vedremo se è corretto pensare lo stesso dell’acqua di cocco, della quale approfondiremo anche le origini e le caratteristiche.

Acqua di cocco: origini e diffusione

Fra i cosiddetti ‘nuovi alimenti’ che solo recentemente stanno entrando nelle nostre abitudini c’è anche l’acqua di cocco. Per le sue proprietà e grazie alle origini vegetali, questa bevanda attira soprattutto l’attenzione dei vegetariani e dei vegani anche se, come vedremo, il target non si limita a quel bacino di riferimento. Questo nettare naturale si ricava dai frutti di Cocos nucifera, palma molto diffusa in tutta l’area costiera tropicale e la cui origine è in dubbio fra l’America meridionale e gli arcipelaghi del Sud-est asiatico. Le caratteristiche della noce, peraltro, le permettono di galleggiare nell’oceano e migrare naturalmente, rimanendo pressoché intatta anche dopo grandi distanze in acqua salata.

acqua di cocco spiaggia

A partire dal Cinquecento, comunque, l’attività umana ha esportato questa essenza in tutte le aree climatiche compatibili con la sua coltivazione, mentre più recentemente la palma da cocco è stata apprezzata anche come pianta ornamentale da interno. La noce di cocco è una drupa che si sviluppa a partire da due settimane dalla fioritura, fino a raggiungere e superare il peso di un chilogrammo dopo alcuni mesi. Il liquido all’interno della noce ha un colore trasparente che tende al bianco, con una densità leggermente superiore a quella dell’acqua. Dallo stesso frutto si ricava anche un olio molto impiegato nella cosmetica e usato anche per sostituire quello di palma, come abbiamo visto in un nostro approfondimento.

Come viene prodotta?

Questo prodotto si ricava dai frutti giovani, in quanto si sviluppa precocemente rispetto alla polpa. Per estrarre l’acqua di cocco, conservandone le proprietà, occorre raccogliere le noci verdi di circa sette mesi, prima che cadano a terra. I frutti devono essere tagliati a un’estremità per raggiungere la cavità interna, che può contenere fra i 300 e i 1000 millilitri di liquido, in base alle dimensioni delle singole noci. Nell’arco di una stagione, una palma può generare centinaia di frutti.

Non confondiamola con il latte di cocco

L’acqua di cocco non va confusa con il latte, che invece si ricava pressando e macinando la polpa interna della noce, chiamata anche copra. A quest’ultima vengono aggiunti acqua o latte, fino a ottenere un liquido bianco e abbastanza denso, ricco di grassi e altri nutrienti.

Fresca Vs Confezionata

Nei Paesi tropicali non è difficile trovare in vendita le noci di cocco verdi ‘da bere’, che con una semplice incisione sulla parte superiore e l’inserimento di una cannuccia diventano degli ottimi drink da spiaggia. Il sapore è dolce ma non stucchevole, con una forte nota vegetale.  Certamente questa modalità di consumo assicura un’integrità pressoché ottimale dell’acqua di cocco e delle sue proprietà.

Tuttavia, sappiamo che alle nostre latitudini è molto raro reperire i frutti freschi. In commercio possiamo trovare il prodotto confezionato in brick, come avviene per il latte e per i succhi di frutta. In questo caso, il liquido può essere pastorizzato, processo che inevitabilmente disperde alcune delle peculiarità originarie del nettare. Le vitamine, comunque, vengono in genere reintegrate dopo la pastorizzazione, nel tentativo di ricostituire le specificità iniziali. È possibile reperire anche il formato in lattina, ma il confezionamento in cartone alimentare è preferibile per comodità e affidabilità.

In commercio, inoltre, è possibile trovare l’acqua di cocco “cruda”, più simile a quella fresca sia nel gusto che nell’apporto nutrizionale, ma anche più cara. Sono in vendita anche bibite zuccherate che contengono acqua di cocco, una scelta più economica, ma molto meno salutare. Indicativamente, comunque, è meglio orientarsi su prodotti di buona qualità, non addizionati con zuccheri e additivi, meglio se biologici.

Ad ogni modo, non si tratta di un alimento economico, infatti una confezione da mezzo litro di acqua di cocco con queste caratteristiche costa circa quattro Euro.

Acqua di cocco: le proprietà da conoscere

Per conoscere nel dettaglio le peculiarità di questa bevanda, prima di tutto è utile esaminarne il contenuto nutrizionale.

I valori nutrizionali

Una porzione da 100 grammi di acqua di cocco contiene indicativamente:

Come si può notare, l’acqua di cocco è poco calorica, povera di grassi e piuttosto ricca di minerali in particolare di potassio – ma anche di vitamine del gruppo B. Rispetto alla polpa della noce, questo liquido contiene molti meno lipidi.

A cosa può far bene e perché?

Questo prodotto, come si accennava, vanta peculiarità interessanti dal punto di vista salutistico, anche se non può essere certo considerato miracoloso, come talvolta il marketing tende a suggerire. In sintesi, ecco quali sono le proprietà dell’acqua di cocco.

  1. Il contenuto di potassio, magnesio e calcio conferisce all’acqua di cocco proprietà idratanti, rinfrescanti e preventive rispetto ai crampi muscolari, pari o superiori a quelle di molti integratori salini in commercio, con il vantaggio di consumare un prodotto naturale, privo di coloranti e conservanti. Al contempo, dell’effetto idratante beneficia anche la pelle, mentre il potere diuretico rende questa bevanda idonea per chi accusa problemi renali.
  2. Sempre grazie al contenuto di minerali, l’acqua di cocco ha proprietà energizzanti, che contrastano l’affaticamento, stimolando il metabolismo. Quest’ultima caratteristica la rende adatta anche per le diete dimagranti, essendo peraltro povera di grassi e calorie. Questo prodotto potrebbe contribuire anche a innalzare lievemente i livelli di colesterolo HDL, quello “buono”, aiutando quindi a proteggere l’apparato cardiovascolare.
  3. L’acqua di cocco ha un buon contenuto di enzimi utili alla digestione, inoltre può avere un impatto positivo sulla pressione e sulla circolazione sanguigna, grazie al contenuto di potassio, fibre e vitamine, unito a basse percentuali di sodio. La presenza di acido laurico, poi, risulta utile per sostenere le difese immunitarie, grazie alla sua azione antibatterica e antimicrobica. Per l’insieme delle peculiarità elencate, l’acqua di cocco è indicata anche per l’alimentazione durante la gravidanza.
  4. Essendo completamente vegetale, nonché priva di glutine e lattosio, è adatta al consumo anche da parte dei celiaci, dei vegani e dei latto-intolleranti. La versione non pastorizzata, inoltre, può rientrare senza problemi in un regime alimentare crudista.

Al netto di queste considerazioni, va detto che l’acqua di cocco e le sue proprietà vengono spesso esaltate eccessivamente, anche per giustificare un prezzo di vendita elevato, come nel caso di altri prodotti di origine vegetale considerati ‘supercibi’. 

Consigli per usarla al meglio

Per sfruttare a pieno l’acqua di cocco e le sue proprietà, è opportuno consumarla in occasione di un’attività fisica che comporta la sudorazione. Il contenuto di sali minerali, come detto, rende questa bevanda una sorta di integratore sportivo naturale, anche se per gli sforzi particolarmente prolungati potrebbe essere necessario un apporto di sodio superiore. Nella stagione estiva, inoltre, è molto indicata per idratarsi e contrastare la spossatezza, reintegrando le energie in modo naturale.

In situazioni estreme…

È curioso sapere che in passato l’acqua di cocco ha trovato un’applicazione assai difficile da intuire. Questo liquido, infatti, è stato utilizzato anche per la reidratazione endovenosa, quando i preparati medici idrosalini non erano disponibili, in quanto la sua composizione risulta vagamente simile a quella del plasma umano. Durante la Seconda guerra mondiale, specialmente negli scenari di conflitto del Sud-Est asiatico, ai feriti in casi di emergenza veniva iniettata l’acqua di cocco, e situazioni simili si sono verificate in Cambogia fino alla fine degli anni Settanta. Ovviamente, questa pratica è assolutamente da evitare in casi non estremi. Nella medicina popolare di quell’area del mondo, l’acqua di cocco e le sue proprietà venivano impiegate anche per combattere gli effetti della dissenteria, oltreché per usi cosmetici.

Ci sono controindicazioni?

L’uso di questa bevanda ha ben poche controindicazioni. Tuttavia, è bene non eccedere nel consumo per evitare di ingerire dosi eccessive di potassio, che potrebbero avere ripercussioni negative sui reni. Indicativamente, la dose giornaliera si può attestare senza problemi intorno ai 400 millilitri, anche se, come si accennava, va considerato bene il costo elevato di questo prodotto.

Conoscevate già le proprietà dell’acqua di cocco? Se l’argomento è di vostro interesse, vi consigliamo di leggere anche il nostro approfondimento sulle bevande vegetali.

 

Altre fonti:
Food Composition Database – USDA
Naturasì
Ococo

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