Il ritorno a scuola è fissato per settembre, con un rientro tra i banchi atipico per migliaia di bambini e ragazzi in tutta Italia e non soltanto. La prevenzione dei contagi da Coronavirus continuerà, infatti, a essere la priorità, e proprio su questo tema stanno già lavorando i direttori didattici, insieme a tutte le realtà che contribuiscono a confezionare un’offerta formativa completa per alunni e alunne. Tra i temi in primo piano sicuramente anche quello della ristorazione scolastica: spazi e tempi dei pasti cambieranno, ma sono al vaglio diverse soluzioni per poter garantire il servizio in totale sicurezza.
Durante la “Settimana del cibo”, svoltasi a Reggio Emilia dal 7 al 14 luglio nell’ambito del progetto Nutriamo la scuola, sono state sperimentate modalità alternative e strategie innovative proprio per assicurare un rientro a scuola in totale sicurezza.
CIRFOOD, azienda leader nella ristorazione collettiva e tra i promotori dell’iniziativa, si sta già attrezzando per garantire la fornitura dei pasti ai bambini a scuola: per conoscere in che modo e quali sono le modalità previste abbiamo intervistato Rossella Soncini, Direttore di area per l’Emilia Ovest di CIRFOOD.
Mangiare in sicurezza a scuola: le soluzioni proposte da CIRFOOD
Rossella Soncini è Direttore di area di CIRFOOD su cinque province: Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Mantova, Cremona all’interno delle quali sono numerose le partnership con Comuni e scuole per la fornitura del servizio di ristorazione scolastica, sospeso durante il lockdown. “In questa fase stiamo lavorando per cucire un vestito su misura per ogni scuola a partire dai protocolli emessi dal Ministero della Salute e del MIUR. Dal canto nostro, mettiamo la nostra esperienza e capacità di gestione a disposizione dei dirigenti scolastici e dei comuni per immaginare una ripartenza in sicurezza.” Le priorità sono chiare: i direttori didattici sono responsabili di garantire la sicurezza all’interno del plesso scolastico, nel rispetto del distanziamento sociale e delle norme igienico-sanitarie dettate dalla pandemia. “Noi” specifica Soncini, “ci inseriamo in questo percorso per l’aspetto della ristorazione, studiando insieme una risposta ad hoc.”
Ciò è necessario perché la riapertura delle scuole richiede una riorganizzazione degli spazi: alcuni refettori, infatti, dovranno essere utilizzati come aule dove ospitare le classi per le lezioni. “Stiamo già svolgendo diversi sopralluoghi e abbiamo elaborato due proposte alternative che permettano di servire i pasti in sicurezza agli alunni: la prima opzione prevede un doppio turno per il pranzo, la seconda invece il servizio direttamente in aula.”
Doppi turni in mensa per garantire il distanziamento sociale
Chiediamo all’intervistata di spiegarci nel dettaglio come si svolgerà la somministrazione del pasto nell’uno e nell’altro caso. “Nei casi in cui sarà possibile servire il pranzo nella sala mensa, ma ad un numero limitato di bambini alla volta”, spiega, “proporremo una divisione in turni: una parte di alunni, per esempio, consumerà il pranzo alle 12.30, mentre la seconda parte alle 13.10/13.15.” In questo tempo, aggiunge Soncini, verranno sanificati i locali in maniera tale da garantire la sicurezza per chi verrà dopo senza generare contatti potenzialmente rischiosi.
“Già normalmente i nostri operatori utilizzano guanti, mascherine e altri strumenti di protezione durante il servizio. Tutto ciò, da settembre, verrà eseguito in maniera ancor più scrupolosa, ma è da sempre una caratteristica della nostra attività”, aggiunge l’intervistata.
L’intenzione, infine, è quella di continuare a utilizzare piatti di ceramica, bicchieri di vetro e stoviglie di acciaio per servire il pasto. “In molti Comuni della zona, a partire da Reggio Emilia, è molto forte la sensibilità ambientale ed ecologica. Il momento del pasto è, infatti, educativo anche da questo punto di vista e, se sarà possibile, non vorremmo rinunciarvi. Il piano B è, tuttavia, pronto e prevede l’impiego di posate e vassoi 100% compostabili per non stravolgere il tipo di servizio offerto.”
Come funzionerà il pranzo in aula
Rossella Soncini ci spiega anche come CIRFOOD prevede di organizzare la somministrazione del pranzo direttamente in aula. “La valutazione viene fatta caso per caso, ci tengo a sottolinearlo, e sempre insieme alle direzioni didattiche per garantire un servizio che sia, contemporaneamente, sicuro dal punto di vista sanitario e rassicurante per i bambini.”
Appena conclusa la lezione, la classe uscirà dall’aula per lavarsi le mani. “In questo momento, i nostri operatori entreranno per sanificare i banchi, procedere con l’apparecchiatura e il servizio del pranzo che sarà proposto in un unico vassoio già composto con il pasto completo.” La referente CIRFOOD ci spiega che così il bambino troverà sul suo banco direttamente tutto ciò di cui ha bisogno per pranzare in sicurezza. “Alla fine i bambini usciranno di nuovo per lavarsi le mani, e i nostri operatori si occuperanno di una seconda sanificazione dei banchi.”
Soncini aggiunge: “pensiamo, in questo modo, di poter garantire nel momento di emergenza un pasto in sicurezza in modo molto semplice, evitando così di sospendere il servizio mensa. Ci sono scuole o famiglie che pensano di non avere alternative, ma l’alternativa c’è e, soprattutto, si costruisce sulle esigenze specifiche e sugli spazi di ciascuna scuola.”
Tutelare la salute grazie a esperienza e flessibilità
In Emilia-Romagna, dunque, CIRFOOD è già attiva nell’elaborazione di proposte concrete per la ripartenza della ristorazione scolastica. Ciò anche perché, come sottolinea ancora la Direttrice dell’area Emilia Ovest, è forte la convinzione che il pasto a scuola sia parte integrante del percorso educativo dei bambini e delle bambine. “Per questo non vorremmo rinunciare all’utilizzo di materiali riutilizzabili e riciclabili, né pensiamo che questi cambiamenti siano definitivi. La nostra speranza è che dall’anno scolastico successivo si possa tornare alla ‘normalità’.”
Nel frattempo, si prevedono poche modifiche al menù: “potremmo dover sostituire zuppe e minestre con alternative ugualmente salutari e bilanciate per chi mangerà in classe, poiché sono alimenti più complessi da gestire” riflette Soncini. Senza venir meno al servizio formativo per gli alunni.
“Questi mesi di emergenza durante i quali, con la mia direzione, abbiamo seguito il servizio di ristorazione in ben due ospedali Covid, Piacenza e Cremona, ci hanno insegnato molto” prosegue l’intervistata, “Abbiamo avuto la dimostrazione che siamo un’azienda che in poche ore è in grado di modificare il servizio offerto per rispettare nuove norme igienico-sanitarie o nuove esigenze dettate dai tempi della pandemia. Questo effetto ‘inaspettato’ dell’emergenza avrà un impatto anche sulla gestione della ristorazione scolastica: sappiamo che, con flessibilità, affronteremo qualsiasi difficoltà oggettiva che comparirà sul percorso, con un piano B sempre a portata di mano per adeguare il servizio e garantire la sicurezza per tutti.”
“Il messaggio che vogliamo dare ai bambini e alle loro famiglie”, conclude Rossella Soncini, “è che la scuola riparte senza rinunciare a sé stessa, guardando avanti e senza lasciare indietro niente e nessuno. Siamo fiduciosi che ciò si possa fare, a maggior ragione su un territorio come quello di Reggio Emilia che mette il bambino al centro e dove l’idea che il pasto sia un momento didattico, durante il quale imparare e conoscere, è condivisa. Siamo fiduciosi che si potrà mantenere.”