Per i bolognesi, più che un salume è un oggetto d’adorazione, una cittadina d’onore dai meriti riconosciuti e suggellati dall’ “investitura” IGP. Titoli più che legittimi perché, oltre a vantare antichi natali, la Mortadella Bologna IGP può sbandierare orgogliosamente la sua ineguagliabile qualità: dentro non ci troverete mai nient’altro che tagli nobili.
Un amore così non poteva che essere celebrato da un evento gastronomico di quattro giorni: parliamo di MortadellaBo’, l’appuntamento che dal 9 al 12 ottobre ha messo in pendant la rosea basilica petroniana e il simbolo di “Bologna la grassa”. Ad organizzarlo, chiaramente, il Consorzio Mortadella IGP.
La Signora Mortadella: una sposa PerFetta
Per conoscere la Signora Mortadella, dovete venire a Bologna. Noi l’abbiamo vista, con il suo abito lungo rosa a pois bianchi, mentre si aggirava tra gli stand della piazza, le affettatrici rigorosamente rosa, i tavolini dei ristoranti e degli spazi dedicati allo show cooking, anch’essi ancora una volta, immancabilmente, rosa a pois bianchi. No, non sono gli effetti deliranti di un’allucinazione culinaria, ma le conseguenze della comprensibile ossessione di una città per un salume. E quando vi parliamo di “Signora Mortadella”, questa volta non ci riferiamo alle signorili caratteristiche del maiale a pois, bensì alla Sposa PerFetta, testimonal ufficiale del Consorzio MortadellaBo’: la sposa-mortadella che abbiamo visto vagare per piazza Maggiore alla ricerca del degno compagno culinario.
I bolognesi sono capaci di fare anche questo: trasformare in donna il loro sogno più grasso.
La maxi rosetta rosa
Non possiamo biasimare chi tifa piadina: a Rimini non avrebbero dubbi, e quest’estate lo hanno celebrato, questo matrimonio.
Ma il bolognese potrebbe ribattere: “Vogliam mica metter da parte il paninasso? Eh?”
Non sia mai! Ed è così che giovedì 9, ad aprire le danze è stato il grande trionfo della rosetta: il morso degli organizzatori ad un panino dal diametro di 120 cm. Un evergreen degli abbinamenti che meritava uno spazio tutto per sé, gestito in collaborazione con l’Associazione Panificatori Bologna e Provincia, l’Associazione dei Macellai Bologna e il Comitato per le Manifestazioni Petroniane. Per quattro giorni, infatti, gli artisti del pane hanno lasciato aperto il sipario della lavorazione dei prodotti tipici della tradizione: spolette, esse, crescente.
Piccoli emiliani crescono
Tra panini ciclopici, finger food in rosa, lezioni tenute da chef, ristoratori e food blogger, abbiamo scovato la merenda in rosa. Perchè Bolognesi si nasce, senza dubbio, ma buone forchette si diventa, e la bolognesità va iniettata sin da piccoli a son di pane e mortadella. Fedele alleata dell’educazione culinaria della razza, Slow Food Emilia Romagna ha fatto della merenda un pretesto per parlare ai bambini della storia e degli ingredienti della mortadella IGP.
Gara tra salumieri
La mortadella potrà anche cambiare partner, ma non potrà mai fare a meno di lei. Chi? L’affettatrice, da 116 anni fedelmente al suo fianco. Stavolta, a farle la festa è stata proprio l’amica rosa in collaborazione con Minerva Omega Group, che per il compleanno le ha riservato un contest A Colpi di Fette tra esperti salumieri. Ad ognuno di loro è stata messa a disposizione un’affettatrice firmata e una Mortadella IGP da 5 kg per un’insolita gara di velocità. Chi ne ha tratto magggiori benefici, neanche a dirlo sono stati i presenti, ai quali è stato fatto l’omaggio delle fette appena sfornate dai macchiari.
Il raviolo rosa per Lucio Dalla
Difficile pensare ad una chiusura più grassa e petroniana di queste: il raviolo ripieno di mortadella, dedicato a Lucio Dalla. Sulle note del laboratorio tenuto dall’azienda Pasta Fresca Voglia di Sfoglia, dedicato al “raviolo rosa”, piazza Maggiore ha concluso con questa chicca il suo omaggio alla sua cittadina d’onore. Poco distanti, dietro la fontana del Nettuno, folle fameliche ancora in fila, alla conquista di ciò che rimaneva del finger food a base di Mortadella Bologna IGP.