Spiaggia, ombrellone, un libro in una mano e un mojito nell’altra. Chi può dire che questa non sia l’immagine della perfetta vacanza a base di relax?
Tolti gli astemi e coloro che non apprezzano il genere, infatti, i fan delle vacanze golose, oltre che per assaggiare piatti e manicaretti tradizionali, girano il mondo per provare le bevande tipiche dei vari luoghi, come i grandi classici in materia di cocktail, dallo Spritz Aperol del triveneto al Mojito cubano, fino alla brasiliana Caipirinha. Un mix di profumi e proporzioni che, di questi tempi, si trasmette anche sui social, come Instagram, che li ha fatti diventare sempre più fotogenici. Così, abbiamo pensato di condividere con voi la classifica dei cocktail più instagrammati da Holidu, il motore di ricerca per case vacanza, stilata contando il numero di hashtag relativi a ciascun drink lo scorso gennaio 2020. Pronti a scalare la classifica? Partiamo dall’ultima posizione.
10. Negroni con #772.460 hashtag
Con #772.460 hashtag, in decima posizione troviamo il Negroni, italianissimo drink a base di Vermouth rosso, Bitter Campari e Gin. Riconoscibile per il colore rubino annacquato, e per la tradizionale scorza d’arancia utilizzata solitamente per la decorazione.
Tra le varianti del cocktail, la più famosa è il Negroni sbagliato, che al posto del gin prevede lo spumante brut. Ma scopriamo qual è la storia di questo famoso drink.
Dov’è nato il Negroni?
Anno di nascita: 1920
Luogo d’origine: Firenze, Italia
La storia: a dare il nome al drink fu il Conte Camillo Negroni, assiduo frequentatore del Caffè Casoni della capitale toscana. Una volta, ordinò un cocktail a base di gin e acqua seltz, bevanda che fu subito denominata “Americano alla moda del conte Negroni”, perché sembrava una variante del già conosciuto cocktail “Americano”.
Bevitore seriale di Negroni: il famosissimo Anthony Bourdain, cuoco, gastronomo, scrittore e personaggio televisivo molto amato. “Tre liquori assieme che non mi interessano particolarmente ma che messi insieme a una fetta d’arancia risultano perfetti!” diceva.
9. Moscow Mule: #782.388 hashtag
Giusto un gradino più su, con #782.388 hashtag, troviamo il fresco Moscow Mule. A base di vodka, ginger beer, succo di lime, questo cocktail viene solitamente servito in un bicchiere di rame, fondamentale per mantenere freddo il drink, e decorato con una fettina di lime. Le varianti proposte dai vari bartender sono tante:
- Garden Mule, con Vodka, succo di lime, Ginger Beer, cetriolo, mirtilli e foglie di menta;
- Apple Cider Moscow Mule, a base di Vodka aromatizzata allo zenzero, sidro di mele, Ginger Beer, fettine di mela e cannella;
- Watermelon Moscow Mule, preparato con Vodka, succo di anguria, succo di lime, liquore allo zenzero e Ginger Beer;
- Peach And Ginger Mule, con Vodka, liquore alla pesca, Grand Marnier, fettine di pesca e Ginger Beer;
- Gin Gin Mule, realizzato con Gin, succo di lime, sciroppo di zucchero, foglie di menta e Ginger Beer.
Ma, come succede quasi sempre: la versione originale è la più bella!
Dov’è nato il Moscow Mule?
Anno di nascita: 1941
Luogo d’origine: New York; America
La storia: le origini del Moscow Mule sembrano risalire ai primi anni quaranta e trovano luogo a Manhattan, precisamente all’Hotel Chatham dove, a quell’epoca, tre amici (John A. Morgan, John G. Martin) si trovavano spesso per bere insieme. Un giorno decisero di giocare alle pozioni magiche et voilà! Un po’ di vodka, un po’ di ginger beer, una spruzzatina di lime e… Moscow Mule fu!
Bevitore seriale di Moscow Mule: Oprah Gail Winfrey, nota come Oprah Winfrey o semplicemente Oprah, conduttrice televisiva, autrice televisiva, attrice e filantropa statunitense.
Se decidete di fare un giretto nella grande mela, dunque, ricordatevi di ordinare un Moscow Mule!
8. Caipirinha: #1.248.197 hashtag
In ottava posizione, nella classifica di Holidu, troviamo la Caipirinha che supera di un bel po’ un milione di hashtag. Cocktail nazionale del Brasile, dove viene servita nella maggior parte dei ristoranti. Gli ingredienti principali del drink sono: Cachaça, un distillato molto comune nel paese della Samba, zucchero e lime.
In giro si trovano principalmente due varianti dell’originale a base di lime:
- Caipirinha alla fragola
- Caipirinha maracuja
Ma un’alternativa più ufficiosa e molto amata è sicuramente la Caipiroska, che vede l’utilizzo della Vodka al posto della Cachaça.
Dov’è nata la Caipirinha?
Anno di nascita: incerto, approssimativamente: inizi del XX sec.
Luogo d’origine: Portogallo
La storia: il nome della bevanda pare derivi da “caipira”, nome usato per chiamare la popolazione delle zone rurali del Portogallo, nello specifico della regione dell’Alentejo, ma la storia non è chiara.
Bevitore seriale di Caipirinha: sono diversi, e tutti molto famosi nel mondo del cinema e della musica: Rihanna, Katy Perry, Madonna e Tom Cruise.
7. Michelada: #1.282.453 hashtag
Rimaniamo in America per il settimo posto di questa lista, per parlare di un cocktail forse ancora poco conosciuto in Italia (se lo conoscete fatecelo sapere nei commenti!). Si tratta della Michelada, drink che conquista la classifica con quasi un milione e 300mila hashtag.
Potremmo considerarlo una versione ben riuscita del più antico Bloody Mary, il cocktail a base di Vodka, succo al pomodoro, spezie, salsa Worcestershire, sedano, aglio, erbe, olive, limone, sale e pepe.
Ma torniamo al settimo classificato, conosciuto anche come cerveza preparada, bevanda a base di birra, succo di lime, salse piccanti, spezie, succo di pomodoro e peperoncino, solitamente servita in un bicchiere salato sull’orlo. Le varianti, anche in questo caso, possono essere tantissime, soprattutto nel paese d’origine, ma la più fresca e dolce, secondo noi, è sicuramente la Michelada de mango. Vi ispira?
Dov’è nata la Michelada?
Anno di nascita: incerto, intorno agli anni ‘60
Luogo d’origine: San Luis Potosì, Messico
La storia: le teorie sull’origine di questo drink sono tante, la più accreditata vuole che il cocktail sia stato inventato da un certo Michel Ésper, in quegli anni frequentatore del Club Deportivo Potosino di San Luis Potosì. Sembra che ordinasse spesso birra con lime, sale, ghiaccio e una cannuccia, così i membri del club hanno iniziato a chiamare la bevanda “limonata di Michel”, da qui il nome Michelada.
Bevitore seriale di Michelada: il famoso cantante messicano Carlos Rivera, che, addirittura, pare averne bevuta una on air in un programma radiofonico.
6. Aperol Spritz: #1.442.207 hashtag
Per il sesto posto si torna a casa, dove troviamo il nostro amato Aperol Spritz, con più di un milione e 400mila hashtag. La ricetta la conosciamo tutti: prosecco, Aperol e acqua tonica. Simbolo dell’aperitivo italiano, spesso proposto nella versione meno dolce con il Campari, oppure nelle varianti:
- Spritz al melograno
- Spritz al sambuco
- Spritz alla birra
- Spritz al Cynar
- Spritz al mirto
Oppure in versione Spritz Hugo, versione nata in Alto Adige, dalla mani del bartender Roland Gruber, che ha pensato bene di aromatizzare il classico calice di Prosecco con menta e sciroppo di melissa, pianta aromatica profumatissima, più l’aggiunta della soda. Ci sarebbe anche l’alternativa Spritz Braulio, dove il Bitter viene sostituito dall’Amaro Braulio, oppure lo Spritz Alternativo, composto da due parti di succo di frutta (mista), due parti di prosecco e una di Campari. Voi quale preferite?
Dov’è nato lo Spritz Aperol?
Anno di nascita: 1800/1919
Luogo d’origine: Veneto/Friuli Venezia Giulia, Italia
La storia: sulle origini del cocktail c’è un po’ di confusione, ci sono diverse storie, le più gettonate sono ambientate in Triveneto, ma non solo. Una risale al periodo della dominazione Asburgica, grazie ai soldati e ai diplomatici austriaci che, non sopportando l’elevato tasso alcolemico dei vini veneti, chiedevano agli osti di annacquare il calice, e così: “Spritzen!”, esclamavano. Certo, non era ancora lo Spritz che tutti noi conosciamo, infatti mancava un ingrediente basilare della ricetta classica: il seltz!
Ma questa è solo una delle due versioni che vi abbiamo raccontato nell’articolo dedicato alla storia dello Spritz, andate a dare un’occhiata!
Holidu, invece, ci racconta uno Spritz creato dai fratelli Barbieri, originari di Este e fondatori della ditta, dal 2003 di proprietà del Gruppo Campari, in cui fu presentato per la prima volta (nel 1919) il drink che fu poi definito la bevanda perfetta per le occasioni speciali.
Bevitore seriale di Spritz Aperol: lo siamo un po’ tutti, diciamolo. Tra i tanti, spiccano sicuramente l’attore inglese Benedict Cumberbatch, che ha interpretato Sherlock Holmes e poi Alan Turing nel film The Imitation Game, ve lo ricordate?
5. Bloody Mary: #1.751.434 hashtag
Ne abbiamo già parlato durante la scalata, ma ora lo ritroviamo qui al quinto posto, con più di un milione e 750mila hashtag: il Bloody Mary. Vodka, succo al pomodoro, spezie, salsa Worcestershire, sedano, aglio, erbe, olive, limone, sale e pepe, lo abbiamo già detto, ma non abbiamo ancora rivelato che viene solitamente consumato di mattina, o nel primo pomeriggio, perché alcuni credono sia la cura perfetta dopo una sbronza.
Tra le alternative, vanno molto di moda le versioni analcoliche, tra tutti il Virgin Tomato, un Bloody Mary senza Vodka.
Dov’è nato il Bloody Mary?
Anno di nascita: 1921
Luogo d’origine: Parigi, Francia
La storia: si dice che a inventarlo fu Fernand Petiot, barista di un locale parigino, l’Harry’s New York, luogo d’incontro di immigrati americani, tra cui, si narra: Ernest Hemingway, famoso scrittore e giornalista statunitense. Il nome pare sia ispirato alla spietata regina Maria I d’Inghilterra, soprannominata Bloody Mary, Maria la Sanguinaria.
Bevitore seriale di Bloody Mary: Jay Gatsby. E poi tutti quelli che, dopo l’uscita del film Grande Gatsby, con Leonardo DiCaprio, tratto dal romanzo di Scott Fitzgerald, si sono fatti prendere dalla curiosità di provare il sanguinoso cocktail, una delle tante espressioni della trasgressione caratteristica dell’epoca in cui è ambientata la storia, i ruggenti anni Venti.
4. Piña Colada: #1.764.009 hashtag
Siamo all’ultima posizione prima del podio, dove troviamo la Piña Colada, un cocktail che sa di estate e di vacanze al mare. Molto amato nella versione originale a base di rum, crema di cocco e succo di ananas, spesso decorato con una fetta di ananas o una ciliegia al maraschino, ma anche nelle varianti:
- Malibu Piña Colada, Malibu Rum, crema di cocco, succo d’ananas, 1 ciliegia, 1 pezzo di ananas e ghiaccio a cubetti
- Virgin Colada, succo di ananas, latte di cocco e a piacere cubetti di ananas fresco
- Piña Colada alla fragola
E poi la più sofisticata Wrong Colada di Gianluca Di Giorgio, bartender del Lamo Restaurant di Milano, a base di rum, spuma di ananas e cocco, amaro Ramazzotti e succo di agrumi. Mai provato?
Dov’è nata la Piña Colada?
Anno di nascita: 1978
Luogo d’origine: Porto Rico
La storia: anche in questo caso, i racconti sull’origine del cocktail sono diversi. Uno tra tutti vede protagonista Roberto Cofresí, pirata portoricano che per tirare su il morale dei suoi marinai offrì loro una prima versione del famoso cocktail.
Bevitore seriale di Piña Colada: tra gli amanti di questo dolcissimo drink troviamo la famosa attrice Jennifer Lawrence, che pare abbia anche chiesto di avere della piña colada alla spina al suo tavolo, durante i Golden Globes nel 2013.
3. Gin and Tonic: #3.238.385 hashtag
Siamo sul podio, al terzo posto, dove si posiziona un grande classico: il gin and tonic.
Gin, acqua tonica, una generosa parte di ghiaccio e il drink è fatto! Solitamente decorato con una fettina di lime. Alcune interessanti alternative di questo cocktail prevedono l’uso di tipologie di gin diverse: le abbiamo trovate sul sito di Fico, il parco agroalimentare più grande del mondo sorto qualche anno fa, a Bologna. Tra queste: Gino & Tonica Lurisia, a base di Gino, particolare gin italiano di cui vi abbiamo parlato nell’articolo sui principali 5 Gin italiani, e acqua tonica Lurisia, bevanda altrettanto particolare, in cui il succo di lime è sostituito il chinotto di Savona, presidio Slow Food.
Dov’è nato il Gin Tonic?
Anno di nascita: XVIII sec
Luogo d’origine: Regno Unito
La storia: il cocktail sembra esser stato introdotto per la prima volta nel XVIII secolo, dalla Compagnia britannica delle Indie orientali, ad opera di un medico scozzese, George Cleghorn, che era alle prese con uno studio sugli effetti della chinina sulla malaria. Per rendere più piacevole il sapore di questa “cura” gli fu aggiunto dello zucchero, del gin e del lime.
Bevitore seriale di Gin Tonic: aprite le orecchie fan di Harry Potter, perché tra gli amanti del Gin and Tonic troviamo la famosa scrittrice J. K. Rowling, che, tra una storia fantastica e l’altra, non si lascia scappare l’occasione di godersi un tradizionalissimo cocktail… altro che burrobirra!
2. Sangria: #3.261.103 hashtag
Al secondo posto del podio si parla spagnolo, perché ci troviamo in compagnia della Sangria, drink famoso in tutto il mondo che collezione oltre 3 milioni e 260mila hashtag. Vino, spezie e frutta di vario tipo, in base alle diverse regioni, compongono la Sangria, che in Catalogna si prepara nella versione Sangria de cava, con vino bianco o spumante.
Alternativa interessante è la Sangria invernale, che rispetto alla classica sostituisce le pesche con la frutta di stagione del periodo freddo: pere, mele, arance e mandarini. Anche qui, come nell’originale: via libera alle spezie, caratteristica principale di questo intramontabile cocktail, ma con l’aggiunta di una bacca di vaniglia, per scaldare e addolcire il tutto.
Dov’è nata la Sangria?
Anno di nascita: non identificato
Luogo d’origine: Spagna, Grecia e Inghilterra.
La storia: poco si sa su questa bevanda, probabilmente antichissima. Pare, tra l’altro, che un drink predecessore della sangria fosse stato creato addirittura ai Caraibi, ma nulla di certo. Sul nome, possiamo dirvi che deriva dalla parola spagnola “sangre”, che significa sangue.
Bevitore seriale di Sangria: su questa informazione siamo più preparati, non è complicato scovare degli appassionati di Sangria come Pharrell Williams e Camila Cabello, che la celebrano nel singolo Sangria Wine.
1. Mojito: #5.672.376 hashtag
In cima alla classifica troviamo IL cocktail dei cocktail, citato da molti e amato da tantissimi. Con più di 5 milioni e 600mila hashtag, signori: il Mojito! Gli ingredienti tradizionali del cocktail più amato dagli utenti di Instagram sono: rum bianco, zucchero di canna, lime, menta e acqua di Seltz. Ma le varianti sono sempre dietro l’angolo, ecco quindi che si presentano in lista:
- Mojitolada, con zucchero di canna, foglie di menta, ananas, fettine di limone, rum bianco, succo di ananas e cubetti di ghiaccio.
- Mojito Blue Curacao, a base di rum, succo di lime, foglie di menta, liquore curacao, cubetti di ghiaccio e un po’ di sciroppo alla menta.
- Mojito messicano con tequila, menta, sciroppo d’agave, limone, mela e peperoncino
- Honeydew Mojito, fatto con lime, succo di melone, zucchero di canna, foglie di menta, rum e cubetti di ghiaccio
- Pink Mojito, con aggiunta di Porto rosso e acqua frizzante
- Blood Orange Mojito, a base di arance sanguinelle, succo di limone, foglie di menta, zucchero, acqua frizzante, rum e cubetti di ghiaccio.
- Virgin Mojito, con sciroppo di fragola in aggiunta
- Mojito alla liquirizia
- Mojito allo zenzero
- Mojito al lampone
- Mojito Kiwi
- Mojito al cocomero
- Mojito al melograno
- Mojito alla mela
Diciamo che si presta molto ad essere modificato a piacere. Voi, quali versioni avete provato?
Dov’è nato il Mojito?
Anno di nascita: 1500
Luogo d’origine: Havana, Cuba
La storia: l’origine di questo primo classificato è strettamente legata alla storia di Sir Francis Drake, cavaliere inglese conosciuto per essere un grande consumatore di “coraggio liquido”, bevanda consumata in molte navi a quei tempi. La bevanda, a base di succo di lime, acqua, zucchero di canna, acquavite distillata e di menta cubana, allora era conosciuta come Draque e veniva offerta ai marinai per dare loro un po’ di coraggio durante gli assalti. Inoltre, pare che il drink venisse utilizzato per la funzione disinfettante del lime che, grazie alla vitamina C, fungeva da medicinale contro lo scorbuto, la malattia che al tempo si diffondeva tra i marinai che passavano molto tempo sulle navi.
Bevitore seriale di Mojito: si narra che Ernest Hemingway, vissuto per molti anni a Cuba, fosse un accanito bevitore di Mojito e che, forse, il nome del cocktail, fosse stato inventato osservando lo scrittore che pareva stregato da quel cocktail per lui tanto speciale: il termine “mojo”, infatti, in lingua voodoo significa “incantesimo”.
Non vi resta che dirci qual è il vostro cocktail preferito e poi, se siete degli appassionati, organizzare il vostro prossimo viaggio a base di brindisi e tradizione!