La 65esima edizione italiana della Guida Michelin 2020 è stata presentata questa mattina al Teatro Municipale di Piacenza con due grandi novità: Enrico Bartolini che viene accolto nell’Olimpo dei 3 stelle e l’arrivo di due nuovi bistellati.
Guida Michelin 2020: ecco il nuovo chef a 3 stelle
È un carro armato Enrico Bartolini, il suo passaggio lascia sempre il segno, neanche Attila flagello di Dio era capace di tanto, ma dove passava lui non cresceva più l’erba, dove invece arriva il cuoco nascono stelle…Michelin. Ha conquistato la sua prima stella nel 2010 a le Robinie e poi nel 2011 al Ristorante Devero, la seconda nel 2014. Nel 2017 approda al Mudec a Milano, confermando la seconda stella e guadagnando oggi la terza.
“Per la sua varietà, che armonizza tradizioni regionali e creatività, per la ricchezza dei suoi prodotti e l’eccellenza dei suoi chef, l’Italia brilla al centro del panorama gastronomico globale. Su tutti, brilla il nuovo ristorante tre stelle Enrico Bartolini al Mudec, in cui la personalità dello chef spicca per ricerca e sperimentazione, armonizzandosi perfettamente con la dinamicità di Milano e regalando un tocco da artista al ricco patrimonio gastronomico italiano”, commenta il Direttore Internazionale Guide Michelin, Gwendal Poullennec.
Di solito il mese precedente la presentazione della Guida Michelin si accende sempre il “totoscommesse” sulle nuove ipotetiche premiazioni, ma nessuno (o quasi) avrebbe azzardato puntando sull’insegna meneghina. Bartolini è un cuoco di tecnica indiscussa e con una testa pensante che oggi pochi cuochi hanno. Il rigore e la pulizia nei sui piatti sono uno dei segni distintivi, caratteristiche che però a volte non vanno oltre e il “sogno a tavola” non si innesca. Forse è questo uno dei motivi per cui non ci si immaginava che Bartolini avrebbe ricevuto il premio massimo da La Rossa, per la mancanza di quell’effetto “wow” in un’epoca in cui tutto è già stato inventato ed è difficile stupirsi ed emozionarsi come invece è possibile fare alle tavole di altri tristellati italiani.
Ciò detto, Enrico Bartolini è uno dei migliori cuochi italiani, oltre che capacissimo imprenditore, ed è una fortuna averlo nella nazionale della cucina tricolore: “dire di essere felice è poco, la squadra è coesa e lavoriamo con grande sinergia. Adesso che abbiamo raggiunto la terza stella Michelin inizia il lavoro più duro, essere in grado di farla brillare sempre con la stessa intensità”.
Guida Michelin 2020: tra le novità più interessanti, l’ingresso dei due nuovi bistellati
La Madernassa, a Guarene in provincia di Cuneo. Lo chef Michelangelo Mammoliti classe 1985, propone una cucina che è diventata una tappa irrinunciabile nel circuito dei grandi ristoranti della regione. I piatti esprimono rigore, tecnica e precisione, ma l’anima viene dalla tradizione e dai prodotti piemontesi, a cui si aggiungono proposte di mare, ingredienti esotici, talvolta asiatici, e i prodotti coltivati personalmente da Michelangelo nell’orto del ristorante. GLAM di Enrico Bartolini (ancora) a Venezia. Con tanta fantasia la carta “pesca” nel mercato di Rialto e non solo per le specialità ittiche, a cui si aggiungono ricette del territorio reinterpretate dall’estro dello chef Donato Ascani, classe 1987. La sua proposta è una solenne sintesi tra creatività e istinto ispirati nel quotidiano dagli ingredienti locali con tocchi d’oriente e erbe aromatiche della laguna.
Le nuove stelle degne di nota
Tra i nuovi 30 stellati d’Italia, vale la pena una visita da Casamatta, il ristorante del Vinilia wine resort a Manduria; un successo per lo chef Pietro Penna, per la proprietà della struttura, la famiglia Lacaita, e per tutta la provincia di Taranto.
Gucci Osteria da Massimo Bottura che a meno di due anni dall’apertura ha guadagnato la sua prima stella Michelin; la brigata è capitanata da Karime López, la chef di origini messicane che si è formata in alcuni dei migliori ristoranti stellati internazionali come Noma a Copenaghen, Ryugin a Tokyo, Mugaritz in Spagna e Central Restaurante a Lima.
E poi il cuoco di testa, pancia e cuore, il siciliano Roberto Toro che è stato in grado di dare un gran lustro ad Otto Geleng, il piccolo ristorante gourmet (appena otto tavoli da due) di Belmond Grand Hotel Timeo: “sono tornato in Sicilia dopo diverse esperienze all’estero perché era forte la voglia di costruire qualcosa di importante nella mia terra” racconta Toro. “Sono emozionato e orgoglioso per questo traguardo. La stella Michelin è un riconoscimento ambitissimo e sono profondamente grato al grande lavoro di squadra che ha portato il ristorante Otto Geleng a questo risultato”, non vale la cena…ma il viaggio!
I ristoranti con 3 stelle
Piazza Duomo ad Alba (CN), Da Vittorio a Brusaporto (BG), St. Hubertus, a San Cassiano (BZ), Le Calandre a Rubano (PD), Dal Pescatore a Canneto Sull’Oglio (MN), Osteria Francescana a Modena, Enoteca Pinchiorri a Firenze, La Pergola a Roma, Reale a Castel di Sangro (AQ), Mauro Uliassi a Senigallia (AN) e il nuovo Enrico Bartolini al MUDEC a Milano.
Dunque 33 le novità, delle quali 2 nuovi bistellati e 30 nuove stelle per un totale di 374 ristoranti stellati. Confermate tutte le insegne con tre macaron, che salgono così a 11.
La Lombardia è la regione più stellata, con 6 novità: 62 ristoranti, il Piemonte, con 4 novità, è sempre in seconda posizione, con 46 ristoranti, mentre la Campania, con 6 novità, si colloca al terzo posto del podio, con 44 ristoranti. A seguire, la Toscana, con 6 novità, per un totale di 40 ristoranti e, infine, il Veneto, a quota 37, con due novità. Tra le province, Napoli è sempre in vetta con 26 ristoranti Roma in seconda posizione con 24. Seguono Milano con 20 ristoranti, la cui vitalità in molti campi vede oggi finalmente premiata anche la sua scena gastronomica grazie al nuovo tre stelle. Bolzano con 19, Cuneo a quota 18.
E voi siete d’accordo con le decisioni degli ispettori della Guida Michelin?