«Di ogni animale puro prendine con te sette paia, maschio e femmina; degli animali impuri un paio, maschio e femmina. Anche degli uccelli del cielo, sette paia, maschio e femmina, per conservarne in vita la razza su tutta la terra». Questo il racconto biblico del diluvio universale e dell’arca costruita da Noè, contenuto nella Genesi (cc. 6-9). In quel caso in ballo c’era la conservazione della vita e delle diverse specie, ma cosa succederebbe se la posta in gioco fosse rappresentata dalla sopravvivenza della tradizione gastronomica mondiale, con le sue preparazioni popolari e i suoi prodotti lavorati secondo le ricette delle nonne? Ne verrebbe fuori un’arca moderna e laica, non meno preziosa e delicata: un’Arca del Gusto, come quella creata dalla Fondazione Slow Food per la Biodiversità, una golosa raccolta dei prodotti che appartengono alla cultura, alla storia e alle tradizioni di tutto il pianeta e che rischiano di scomparire. Fino al 15 marzo 2020 avete anche voi la possibilità di candidare un prodotto per questo patrimonio, segnalando quello che per voi meglio rappresenta la gastronomia locale e che va tutelato e promosso, grazie a Food is Culture, il concorso lanciato a inizio ottobre e rivolto ai cittadini europei.
Food is Culture: i cittadini europei al voto per l’Arca del Gusto
“Il progetto Food is Culture vuole comunicare ai cittadini europei che il patrimonio alimentare è un modo per esprimere la loro appartenenza all’Europa e comprendere meglio la ricchezza e l’unicità della sua diversità culturale. È importante occuparsi della salvaguardia del nostro patrimonio alimentare condiviso e valorizzarlo” si legge sul sito dell’iniziativa.
Quali sono, quindi, i prodotti simbolo della cultura gastronomica locale che secondo voi vanno protetti, conosciuti e tramandati? Questa la domanda che sottende il concorso promosso da Slow Food in partnership con Kinookus, Transpond AB, Nova Iskra Creative Hub e Europa Nostra e finanziato dal programma europeo Creative Europe, con il contributo della Fondazione italiana CRC di Cuneo. Ora potrete candidarli nel catalogo dell’Arca del Gusto, a giuria piacendo. Come tutti i concorsi, infatti, anche il contest di Fondazione Slow Food prevede un regolamento e una giuria, la quale avrà il compito di valutare le candidature: “Al termine della campagna decreterà il vincitore, ovvero il prodotto più particolare segnalato in questi mesi, che entrerà a far parte della mostra internazionale simbolo del progetto e dedicata all’Arca del Gusto e alla tutela della biodiversità, inaugurata a Stoccolma. Il primo classificato potrà trascorrere un fine settimane nelle Langhe e Roero, in Piemonte”.
Quali alimenti possono partecipare al contest
Innanzitutto, tenete presente che non sono richieste competenze particolari: chiunque può concorrere ed è possibile partecipare con solo una candidatura, per cui scegliete bene! I criteri, che potranno guidarvi nella selezione, sono dettagliati nel regolamento dove vengono descritti quali prodotti possono rientrare nel concorso:
- di interesse alimentare e possono comprendere: specie domestiche (ovvero selezionate e modificate dall’uomo, nel segno dell’agribiodiversità), specie selvatiche (solo se legate a tecniche di raccolta, trasformazione e usi tradizionali) e prodotti trasformati.
- di qualità (organolettica) particolare. La qualità è definita dagli usi e dalle tradizioni locali legati a un territorio, alla memoria, all’identità di una comunità e al saper fare tradizionale locale
- realizzati in quantità limitate
- a rischio, perché risultato di filiere o contesti ambientali fragili che potrebbero essere rapidamente compromessi da fattori sociali, ambientali, economici.
Del resto, questi sono anche i requisiti e le peculiarità dei 5069 prodotti che attualmente fanno parte dell’Arca del Gusto. 880 di questi sono italiani (pari al 17,36% del totale) e solo scorrerne i nomi nel lungo elenco a loro dedicato sul sito di questa speciale banca dati, coinvolge e stupisce, catturando il lettore in un viaggio gastronomico tra le più prelibate specialità del Belpaese.
Dall’Aglio di Vessalico, tra i tipi in via d’estinzione, una varietà prodotta nella Valle Arroscia, in provincia di Imperia, alla Gallina Padovana, Presidio Slow Food che ne suggerisce la ricetta tipica: “La preparazione più classica ricorda la francese poularde en vessie, cotta nella vescica del maiale e servita con salsa suprême e riso pilaf. Ma il sofisticato ripieno della gallina a la canavéra, giocato su un delicato equilibrio fra salato, dolce (della mela), agro (di arancia e limone) e speziato, ricollega piuttosto la sua origine agli esotismi della vicina Venezia”. Anche il Pomodoro Giallo del Cilento, di cui vi abbiamo raccontato la storia, è un Presidio Slow Food e fa parte dei prodotti italiani “saliti” sull’Arca del Gusto, così come il Pane di Cerchiara, il profumato Miele di Timo dei Monti Iblei della provincia di Ragusa, ma l’elenco è lunghissimo: dal Pecorino dei Monti Sibillini, alla Cipolla di Giarratana, fino alla Zucca di Rocchetta di cui nel 2004 erano rimasti solo 60 semi conservati da due famiglie.
Vi abbiamo incuriosito? Allora è tempo di segnalare il prodotto del vostro territorio per questa Walk Of Fame del Gusto!
Come partecipare?
Per candidare il prodotto a Food Is Culture occorre compilare dal sito la scheda di segnalazione che contiene diversi campi. Innanzitutto, oltre al nome con cui il prodotto è conosciuto nel suo territorio, dovrete indicarne le caratteristiche, gli usi gastronomici, ma anche la storia e la cultura ad esso collegata. Ad esempio, sapevate che “la stagionatura del formaggio del Lagorai (in Trentino) avviene nel casarìn – una cantina seminterrata, buia, fresca ma non fredda, fatta di pietra a vista – dove viene appoggiato su tavole di larice o di abete, senza l’impiego di nessun tipo di conservante”?
Nella scheda è chiesto di indicare anche il territorio e il clima che contribuiscono a farne un prodotto unico, ma anche cosa lo minaccia, poiché non dimenticate che il concorso mira a promuovere la biodiversità e a preservare i prodotti a rischio estinzione, in particolare a causa “dell’industrializzazione dell’agricoltura, dell’erosione genetica, della trasformazione degli stili alimentari, dei cambiamenti climatici, dell’abbandono delle aree rurali”.
Infine, per spingere ancora di più la vostra candidatura, potrete arricchirla caricando foto, immagini, video, informazioni bibliografiche e testimonianze degli chef che utilizzano quel determinato prodotto e che ritengono faccia parte di un patrimonio alimentare prezioso e da tutelare.
Il concorso per i cittadini europei segue quello dedicato agli Chef e ai giovani studenti delle scuole, concluso a maggio. Ora è il momento del coinvolgimento popolare e c’è tempo fino al 15 marzo 2020: pensate di partecipare a Food is Culture?