She’s Funny That Way e Anime nere

shes funny that way

locandina

 

Sabato 30 Agosto

She’s Funny That Way. Fuori concorso. Questa commedia americana di Peter Bogdanovich (un regista di culto, basti pensare al suo “ma papà ti manda sola” del 1972) vi farà ridere dal primo all’ultimo minuto.  La trama non è raccontabile tanto è piena di colpi di scena e di personaggi indimenticabili.  La vicenda è dominata dai casi del destino e dalla forza della protagonista (la bravissima Imogen Poots nei panni di Isabella Patterson, una escort che diventerà attrice di teatro) che desidera e ottiene per le storie della sua vita, e delle persone che ama,  il lieto fine. Un anelito alla felicità che parrebbe proprio alla portata di tutti, basta affrontare la vita con leggerezza, senso dell’umorismo e tolleranza.  A costo di forzare un po’ la realtà: “anche se non è andata proprio così è bello pensarlo” sostiene Isabella. Che cosa ci costa pensare che la vita sia più bella di quello che è?
Uno dei segreti del riuscito umorismo del film è nel ritmo e nella velocità dei colpi di scena. Sorprese e rovesciamenti sono continui, e la loro implausibilita’ le rende ancora più divertenti.  Non perdetelo.

locandinaAnime nere. In concorso.Questo film, di Francesco Munzi, è il primo italiano in concorso e per il nostro cinema l’esordio è dei migliori.  Sono stati tredici i minuti di applausi della Sala Grande a registi e attori, presenti alla proiezione. Tre fratelli figli di un pastore di Africo, in Calabria, ucciso da una faida, hanno destini diversi. Il maggiore, Luciano, rimane in paese a curare campagna e allevamenti; Luigi, il più giovane, traffica droga a livelli internazionali, con la complicità delle banche; Rocco vive a Milano dove ricicla il danaro sporco del fratello in attività imprenditoriali lecite. Ma Anime Nere non è un film sulla ‘ndrangheta. Ben presto l’azione si sposta dagli scenari internazionali e milanesi all’Aspromonte, dove il senso arcaico della famiglia e della vendetta prende fatalmente il sopravvento e trascina i protagonisti nella tragedia.
Il senso dell’ineluttabile e il passato che non scompare dominano le vite dei protagonisti;  la “classicità” delle immagini, del testo e della recitazione fanno accostare “Anime Nere” alle opere dei grandi tragediografi. Ogni sguardo richiama memorie e significati profondi; ogni sguardo può trasformarsi in violenza.
A me “Anime Nere” ha ricordato anche i romanzi dell’albanese Ismail Kadare’ che ha raccontato gli odi che non finiscono mai e che attraversano le generazioni delle società arcaiche, alcune ancora oggi, in Europa, resistenti alle luci della modernità. Questa “resistenza” è mostrata da Munzi senza pregiudizi. Ed è una resistenza che colpisce allo stomaco, come l’imprevedibile finale.

Un caro saluto a tutti

Giuliano Gallini

di Giuliano Gallini

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