Cattivi cucinieri

I peggiori cucinieri sono quelli che voglio strafare. Per intenderci, ti potrebbero preparare un piatto di pasta e fagioli fatto a regola d’arte e invece ti somministrano la zuppetta modaiola al mais guarnita con la quenelle di filadelfia. Ovviamente, hanno chi li aiuta. Sono stimolati a rimanere nell’ambito della cattiva cucina da uno stormo di ricettieri della carta stampata e del web che sfornano continuamente ricette inconsistenti, pasticciate e realizzabili velocemente con prodotti industriali malamente assemblati. Per fortuna molte di queste ricette sono individuabili fin dal nome.

Sono a rischio quelle che contengono nel titolo i seguenti aggettivi: sfizioso, stuzzicante, goloso, delizioso, gustoso, fantasioso, insolito, colorato, aromatico, veloce, sprint. E le locuzioni “al profumo di…”, “all’aroma di…”, “a modo mio”, “come piace a me”, “della nonna”. Parole e frasi autocelebrative e autoreferenziali che, stringi stringi, dal punto di vista gastronomico non significano niente.

di Martino Ragusa

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