Ti sei mai chiesto che tipo di anfitrione sei? Leggi i profili per riconoscerti. Poi, a te la scelta! Decidi se soffrire per correggerti o restare come sei e fare soffrire gli altri.
L’anfitrione angosciato
L’anfitrione angosciato con una mano ti allunga il piatto e con l’altra mano si batte il petto: «Guarda che è venuto male. Lascialo lì. Vero che è cattivo? Ora ti faccio due uova al tegamino». Dopo i primi bocconi, un urlo: «No! Fermati. Non mangiarlo. È salatissimo. È scotto. È crudo. È bruciato. Lo stai mangiando per farmi piacere, lo capisco dalla faccia. Vado a farti una bistecca». L’ospite è obbligato a una smentita al minuto secondo e a rimuovere violentemente la sensazione che stia mangiando una schifezza nel caso in cui l’anfitrione angosciato, in fondo, abbia ragione.
L’anfitrione disorganizzato
Si alza ogni due minuti per andare a prendere un tovagliolo che manca, il cavatappi, il pane. Per aprire la porta al gatto, girare l’arrosto, spegnere la lavatrice, rispondere al telefono, montare la panna, dare un ceffone ai bambini, tornare a consolarli. Il colpo di grazia per l’ospite, che consuma il pasto quasi totalmente da solo, è la frase: «Mangia pure che si fredda».
L’anfitrione incazzato
L’anfitrione incazzato spesso è una donna. Non si smuove dalla sedia neanche se brucia l’arrosto e sembra non vedere l’ora che sia assolutamente necessario alzarsi per esplodere in una serie di insulti al marito: «Potresti smuovere il culo anche tu. Io oggi sono stata al lavoro, ho fatto la spesa, i letti, la polvere e ho pure cucinato! Non vedi che sono stanca morta?». I rimproveri non spostano di un millimetro il diretto interessato, ma colpiscono come coltellate l’ospite, i cui sensi di colpa possono arrivare a livelli da suicidio. Spessissimo, i padroni di casa sono incazzati tutti e due e la situazione ovviamente peggiora: non smettono di punzecchiarsi tra loro in modo sommesso e atroce, riducendo l’ospite a pattumiera di scorie della loro aggressività e al ruolo di giudice sempre contestato. Se dà ragione a lui si inviperisce lei e viceversa. Se dice qualche buona parola di mediazione si incazzano tutti e due come belve.
L’anfitrione petulante
L’anfitrione petulante è sempre un uomo. È uno che quando ti offre il vino attacca a raccontare la sua storia partendo da Noè ma è sicuro che non sarai mai in grado di apprezzarlo o di immaginare quanto sia costato. Questo vale anche per l’olio extravergine d’oliva, il foie gras, la bottarga e per tutti quei cibi che si prestano a considerazioni filosofiche e approfondimenti storici. Se lo si contraddice è la fine. Invade la tavola di libri, telefona ad amici per testimonianze e conferme, vi rinviterà a un’altra cena con esperto chiamato apposta per dargli ragione. Il trucco per neutralizzarlo è presentarsi come caso disperato di ignoranza enogastronomica, uno che mangia e beve qualsiasi cosa gli capiti sotto il naso, senza fare differenze fra un cheese-burger e una coppa di caviale Beluga. Comportatevi così e non vi inviterà più per il resto dei suoi giorni.
L’anfitrione ingozzante
L’orgasmo dell’ingozzante è togliersi il pane dalla bocca per dartelo. Rimane in piedi per più della metà del tempo del pasto, correndo dal frigo alla cantina, terrorizzato di non riuscire a farti assaggiare le ultime cipolle che ha messo sotto aceto. La tragedia è che l’assaggino della cipolla arriva spesso dopo il dolce al mascarpone e la coppa di marron glacé con la panna montata e la goccina di sciroppo sopra.
L’anfitrione sciattone
Per lui, o lei, il cibo non conta e lascia coltivare il sospetto che la sua sala da pranzo sia un tempio dello spirito dal quale il cibo, ahimè, è la volgare tassa, l’umile scoria. La tavola è un fiorire di cartocci di prosciutto neanche srotolati, di pomodori interi e col picciolo, di formaggio del supermercato ancora nella sua plastica. Ma attenzione: provate a invitarlo a casa vostra e vedrete la faccia che farà se avrà il sospetto che il vostro pollo sia di rosticceria.
L’anfitrione uomo
Spero di non diventare antipatico agli uomini che cucinano se mi prendo la libertà di passare benevolmente al tritacarne qualche caratteristica del nostro sesso in grembiule. I dieci luoghi comuni che riporto, con qualche mia modesta opinione, sono gli stessi con i quali anch’io mi scontro e cerco di smentire o superare. Che non faccia bene anche a noi maschi un po’ di autocoscienza?
1) L’uomo in cucina è più artista.Falso. È solo più esibizionista e più attratto da una cucina «d’immagine», cioè più pretenziosa, più modaiola e perciò più cattiva.
2) I grandi chef sono tutti uomini. Vero. Non perché siano più bravi delle donne, ma perché, come tutte le carriere di prestigio, anche quella dello chef è stata arraffata dagli uomini.
3) Gli uomini in cucina sono spreconi… Vero. Perché la spesa la fa la moglie o la mamma e loro, di quanto costi la roba, non hanno proprio idea.
4) …e sporcaccioni. Vero. L’uomo che ha cucinato, nove volte su dieci lascia una cucina che sembra il day after di un bombardamento. Ciò accade per due motivi. Uno: perché di solito non è lui a riordinare dopo. Due: perché ha bisogno di sentirsi un artista e non uno che sta facendo da mangiare punto e basta. E quale pittore dipingerebbe un quadro senza usare almeno una dozzina di pennelli?
5) Gli uomini in cucina fanno solo alcune cose e non altre. Vero. Non c’è uomo che non senta la sua virilità minacciata davanti a un fornello. Per alcuni è virile pelare le patate (magari perché l’hanno fatto da militare) ma non friggerle. Per altri è virile fare i dolci ma non il ragù che è ritenuto una preparazione da nonna o zia. Quelli che fanno il ragù naturalmente sostengono che crostate e biscotti sono la dichiarazione pubblica di una virilità frantumata.
6) I single sono i cuochi migliori. Vero. Ma solo per i pentiti dei surgelati e per chi non disponga della cuoca o della mamma che gli precoce e surgela tutto, una settimana per l’altra.
7) Gli uomini sono buongustai. Falso. Il più delle volte sono solo magioni, che è un’altra cosa.
8) Gli uomini amano di più il piacere della tavola. Vero. Sono meno ossessionati dalle diete, non hanno problemi di cellulite e pensano che un po’ di pancia, per la quale una donna si sparerebbe, in fondo può avere un certo fascino e donare.
9) Visto che non cucinano di routine, gli uomini temono di meno il giudizio. Falso. Sono permalosissimi per via della fissazione con la creazione artistica. Se mangiate una schifezza preparata da un uomo e non volete ferirlo morte, siate ipocriti e sperticatevi di lodi.
10) Gli uomini sono più bravi delle donne a scegliere i vini. Vero. Il vino è un esaltatore di virilità e non pone problemi di castrazione. Inoltre, provate a chiedere a una donna se è andata a lavorare, ha portato il figlio a scuola, a tennis, ha riordinato, badato al nonno, fatto la spesa e cucinato di lambiccarsi la testa anche per trovare la bottiglia di vino giusto. Vedrete se non ve la rompe in testa.
di Martino Ragusa