Secondo l’ultima analisi dell’Osservatorio nazionale sullo stile di vita ecosostenibile, più di 8 milioni di persone, nel nostro Paese, scelgono il turismo sostenibile, una modalità di vacanza rispettosa degli ambienti, delle persone e delle economie locali. L’European Enviroment Agency, infatti, stima che nel nostro continente il turismo praticato nel modo tradizionale sia tra le prime cause di inquinamento. Un dato su tutti, e piuttosto significativo: il consumo di acqua al giorno di un turista sarebbe 3 o 4 volte superiore a quello di un residente.
Vivere e viaggiare a impatto zero, o quantomeno limitando il più possibile gli sprechi, è una esigenza che ormai in tanti avvertono, nella consapevolezza che non è più possibile consumare le risorse del nostro pianeta senza pensare alle conseguenze, di cui abbiamo già evidenti riprove. Il cambiamento climatico, infatti, provoca sempre più spesso delle ingenti perdite alimentari, chiamate Food shock, e ha impatti negativi anche sulla pesca.
Nell’ottica del “less is more”, meno è meglio, anche la scelta delle mete e delle modalità per il relax è oggetto di attenta riflessione, per chi vuole ridurre la propria impronta ecologica. Non si tratta necessariamente di cambi radicali, ma di adottare una serie di abitudini che, nel complesso, possono fare la differenza, come preferire i prodotti alimentari locali, anche quando si è in vacanza. Secondo l’ultimo Rapporto sul Turismo enogastronomico italiano di Roberta Garibaldi, per esempio, il 63% degli italiani, in vacanza, sarebbe disposto a pagare 2/3 € in più per una colazione a base di prodotti del territorio. Tra i turisti enogastronomici la percentuale sale all’87%.
Il cibo è un fattore importante per determinare la sostenibilità di una vacanza, ma non è certamente l’unico: vediamo allora quali elementi valutare per scegliere una meta green.
Turismo sostenibile: di cosa si tratta?
Secondo la definizione dell’Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite (UNWTO), il turismo sostenibile tiene “pienamente conto delle conseguenze economiche, sociali e ambientali attuali e future, rispondendo alle esigenze dei visitatori, dell’industria, dell’ambiente e delle comunità di accoglienza”. Si tratta, quindi, di un modo di viaggiare che rispetta sia i territori che i suoi abitanti, non soltanto nell’immediato, ma anche in prospettiva, e che rientra, come sottolinea l’AITR, Associazione italiana del turismo responsabile, tra le pratiche del turismo responsabile, ovvero un “turismo attuato secondo principi di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture”. Una filosofia, un modo di vivere e di vedere il mondo, che coinvolge numerosi attori e si riflette in una serie di scelte che non solo hanno un alto valore sociale, culturale e ambientale prese singolarmente, ma che non devono entrare in conflitto tra loro, bensì agire in sinergia.
L’impronta ecologica del turismo
Lo studio The carbon footprint of global tourism dell’Università di Sidney (2018) è attualmente il documento più completo sull’impronta ecologica delle attività turistiche a livello mondiale, con dati raccolti in 189 Paesi. Il dato più preoccupante è relativo alle emissioni di gas serra, che per il turismo raggiungono circa l’8% di quelle globali: sono i viaggi in aereo a incidere su questi numeri (12% delle emissioni totali del settore), ma anche gli spostamenti, le infrastrutture e la loro manutenzione, così come quella delle strutture alberghiere, il cibo e i souvenir fanno la loro parte. In vacanza, infatti, come abbiamo ricordato prima accennando ai litri d’acqua utilizzati pro capite, si consuma di più. È evidente che occorre un’inversione di rotta, perché l’industria turistica è un business da svariati trilioni di dollari e a questo ritmo consumerà sempre più risorse.
Quali mezzi per viaggiare sostenibile?
Cambiare modo di viaggiare si può, e non è poi tanto drastico quanto si possa credere. Una prima, importante scelta, è relativa ai mezzi di trasporto: l’aereo, indispensabile sulle lunghe distanze e su tratte intercontinentali, è però il mezzo più inquinante. Per questo motivo, tutte le volte che è possibile farlo, bisognerebbe preferire il treno. Non tutti sanno, inoltre, che è possibile compensare volontariamente le emissioni di CO2, per tutte le attività che si compiono, come per esempio i viaggi, attraverso interventi di forestazione o progetti di efficienza energetica, una pratica introdotta parallelamente al Protocollo di Kyoto (per saperne di più, potete consultare il sito AzzeroCO2).
Anche gli spostamenti in pullman o altro mezzo di trasporto pubblico sono una buona scelta, così come il car sharing; ma la vacanza sostenibile per eccellenza è senza dubbio quella in bicicletta, un’alternativa ecologica e salutare perfetta anche per girare nei centri abitati senza timore di dover cercare parcheggio per ore, o di non poter entrare nelle zone a traffico limitato. Infine, le vacanze in cammino, che richiedono una adeguata preparazione fisica, ma conquistano di anno in anno un numero crescente di persone.
Come scegliere un alloggio sostenibile?
Scegliere una sistemazione ecologica e sostenibile non vuol dire rinunciare al comfort, ma soltanto fare attenzione ai dettagli e decide in quale luogo alloggiare in base di una serie di requisiti. Quali sono? Eccone alcune indicazioni del portale ecobnb, attraverso il quale è possibile trovare strutture sostenibili in Italia e nel mondo:
- Gli edifici devono essere “green”, realizzati secondo la bioedilizia, fare uso di energia prodotta totalmente da fonti rinnovabili e possedere pannelli solari per l’acqua calda, dispositivi per il risparmio idrico ed energetico.
- Devono trovarsi in luoghi raggiungibili con mezzi di trasporto diversi dall’automobile.
- Devono riciclare almeno l’80% dei rifiuti e utilizzare prodotti ecologici per la pulizia.
- Devono proporre agli ospiti prodotti alimentari locali o biologici.
Naturalmente, quelli di cui abbiamo parlato sono soltanto due aspetti della vacanza. Chi conosce e abbraccia la filosofia del viaggio sostenibile ha ben presente che ci sono molte altre implicazioni che, come abbiamo ricordato, coinvolgono anche l’elemento umano e l’impatto sociale. In poche parole, non avrebbe molto senso preoccuparsi delle emissioni di CO2 del proprio mezzo di trasporto se poi si acquistano dei souvenir senza accertarsi che siano stati prodotti nel rispetto della manodopera locale. Così come è sicuramente sensato controllare che la struttura ricettiva provveda alla raccolta differenziata, ma è altrettanto doveroso rispettare il territorio durante tutti i momenti del viaggio e provvedere nel modo adeguato ai rifiuti che si producono. Infine, turismo responsabile significa anche non stampare biglietti, prenotazioni e comunicazioni di ogni genere: sullo smartphone c’è in genere tutta la documentazione di cui abbiamo bisogno.
Avete mai pensato a una vacanza sostenibile? Siete attenti all’impatto ecologico dei vostri viaggi? Raccontatecelo nei commenti.
Fonti consultate:
ecoreport.org
legambienteturismo.it
movimentolento.it