Si tratta di un dolcificante di sintesi con un potere dolcificante elevatissimo: circa il doppio della saccarina, quattro volte l’aspartame e fino a mille volte più dello zucchero comune!
Si ottiene per trattamento chimico del comune zucchero da tavola, il saccarosio, ma non è assolutamente presente in natura (nonostante alcune pubblicità davvero ingannevoli negli USA lo reclamizzano come un quasi-saccarosio). È termostabile e pertanto utilizzabile in composti cotti o destinati alla conservazione.
Pur essendo una sostanza che contiene cloro, il sucralosio non è solubile nei grassi (e questo ne facilita l’espulsione dall’organismo), non si scinde nei suoi costituenti chimici e quindi non rilascia cloro in alcun modo, perlomeno all’interno del nostro organismo. Anche se approvato come dolcificante alimentare, in genere se ne consiglia un uso limitato.
di Gianluigi