Un altro dolcificante che si trova negli alimenti “senza zucchero” e quindi destinati a prodotti “dietetici”, è l’acesulfame K, dove “K” sta per potassio. Fu scoperto appena due anni dopo l’aspartame, cioè nel 1967, da un chimico tedesco. Ha un potere dolcificante simile all’aspartame e a circa la metà della saccarina. Ha anch’esso un debole retrogusto amaro che tuttavia l’aggiunta di ulteriori sostanze chimiche riescono a mascherare molto bene (brevetto Kraft). A differenza dell’aspartame, l’acesulfame K rimane stabile anche dopo trattamenti ad alta temperatura ed è pertanto utilizzabile per sostituire il comune zucchero negli alimenti che vengono sottoposti a processi di cottura (dolci da forno) o che devono essere conservati per molto tempo (prodotti confezionati).
A differenza dell’aspartame, l’acesulfame K non viene metabolizzato dall’organismo ma viene eliminato con le urine. Anche se approvato nel 1988 dalla FDA (Federal Drug Administration) statunitense, in genere si consiglia di non eccedere nella sua assunzione. Purtroppo, per il solito motivo che è presente in molti alimenti industriali, è molto difficile controllare quanto se ne prende in totale ogni giorno.
di Gianluigi