Pucce, Scapece, Fae nette e foje: cosa mangiare in Salento

cosa mangiare in salento

 

 

Lu sule, lu mare, lu jentu. E la cucina. Non mancano certo i motivi per mettersi in viaggio alla volta del Salento per una vacanza ricca di relax, feste patronali, angoli di natura mozzafiato e cibi che vi faranno venire l’acquolina in bocca al sol pensiero. Ecco, dunque, che abbiamo pensato di condurvi dritti dritti fin sulla punta dello stivale per suggerirvi cosa mangiare in Salento e qualche consiglio su dove trovare pucce, frise e pasticciotti.

Pronti?

Cosa mangiare in Salento: i cibi da non perdere

bombette salentine

La cucina salentina rispecchia a tavola tutte le sfumature del suo territorio: infatti, tradizionalmente, è proprio da ciò che si poteva trovare attorno alle abitazioni che nascono alcune tra le specialità oggi più famose e amate. Protagonisti i frutti della terra, dai pomodori alle verdure selvatiche come le cicorie o gli asparagi che crescono spontanei, ma anche le lumache, o la carne di cavallo.

Le molteplici influenze normanne e bizantine emergono in maniera visibile nei dolci, ricchi di mandorle, miele e cannella, ingredienti che legano i costumi culinari dell’intero bacino del Mediterraneo.

Colpisce, inoltre, l’uso di farine alternative: il grano, infatti, è stato a lungo  troppo costoso, per cui in Salento si è sempre usato farine meno raffinate o di orzo. Ciò non impedisce, però, al pane, alla pasta e ai prodotti di forno di essere veri must della cucina salentina, anzi! Impossibile non farsi conquistare dalle molte proposte per uno spuntino al volo.

Naturalmente la posizione geografica del Salento fa sì che anche il pesce abbia un suo importante ruolo nella cucina locale: da sempre è il pesce azzurro quello più amato e preparato, seguito da molluschi e crostacei, soprattutto cozze.

Spiagge e località da non perdere

Prima di addentrarci nei meandri e nelle delizie del Salento, vogliamo però suggerirvi anche qualche tappa da non perdere. Il primo consiglio è di chiacchierare con i salentini: fermatevi a bere un caffè, meglio se con ghiaccio, e domandate quali sono i posti preferiti, quelli magari meno conosciuti, le fiere più amate. La vostra vacanza ne guadagnerà di qualità e autenticità.

Tra le tappe obbligatorie non vanno assolutamente trascurate una passeggiata nel centro storico di Lecce; un tuffo alla Grotta della Poesia di Melendugno; un aperitivo vista-mare da Otranto; una sosta a Castro Marina per ammirare le pittoresche casette bianche della cittadina di Castro; una nuotata nel mare delle Maldive del Salento e a Punta Prosciutto; un tour sotterraneo di Presicce; almeno una fotografia a Leuca, punto più a Sud del Salento laddove Adriatico e Ionio si incontrano e, naturalmente, l’immersione nei sapori e nei profumi del mercato del pesce di Gallipoli.

E questi sono solo spunti da cui partire, perché di meraviglie in Salento ce ne sono anche molte altre. Ovunque, fortunatamente, è possibile assaggiare i nostri piatti preferiti che ora, finalmente, andremo a svelarvi. Prendete carta e penna, e non dimenticate di fare qualche ricerca pre-partenza in cerca di fiere e manifestazioni enogastronomiche nei paesini salentini: un’occasione in più per calarsi nell’atmosfera autentica e assaggiare le migliori tipicità.

santa maria di leuca

Colazione salentina

Partiamo, dunque, dalla colazione tipica del Salento. Infatti, si comincia con un caffè con il ghiaccio, spesso addolcito con il latte di mandorla al posto dello zucchero: perfetto per le calde giornate estive quando, già di mattina, la temperatura è piuttosto alta. Per completare il menù, obbligatorio ordinare un pasticciotto. Questi dolcetti di pastafrolla ripieni di crema sono ciò che, probabilmente, mancherà di più una volta tornati a casa, perché dunque rinunciarvi durante le ferie?

Tra Ciciri e Tria e Fae nette e foje

La cucina salentina è, dunque, fondata su quanto offre la terra, per questo non sorprende scoprire che alcuni tra i piatti più tipici sono a base di verdure e legumi. È il caso dei Ciciri e Tria, nient’altro che ceci e una pasta, molto sottile e fritta, tagliata a rombi: sono il piatto perfetto per una cena dopo il tramonto in una delle splendide masserie dell’entroterra. Le fave, invece, sono l’ingrediente principale di Fae nette e foje, ovvero una purea di questi legumi sgusciati servita con le cicorie selvatiche.

Richiamano la terra anche tutte le preparazioni a base di Municeddhe, ovvero piccole lumache dal guscio marrone, che vengono cucinate al forno, con il sugo, ma anche con la cipolla. Da provare anche la patata sieglinde di Galatina DOP, una novella raccolta tra marzo e giugno, servita lessa o in insalata.

piatti salentini

Il pesce secondo i salentini

Tra tutte le ricette a base di pesce che potrete assaggiare in Salento, consigliamo di non perdere la Scapece gallipolina, un piatto che veniva preparato storicamente per arricchire le riserve di cibo in caso di attacchi e assedi da parte dei saraceni. Si pescava quanto era possibile trovare in zona, i pesci poi venivano fritti e fatti marinare nella mollica del pane, a sua volta imbevuta nell’aceto e aromatizzata con lo zafferano. Restavano, dunque, in ammollo dentro le calette, tipiche tinozze di legno, dentro le quali non è raro trovare la scapece gallipolina anche oggi, soprattutto alle feste patronali.

La seconda preparazione a base di pesce, anzi di molluschi, che consigliamo è quella delle Taieddha salentina, ovvero la versione locale del classico pugliese di riso, patate e cozze. Da provare anche la simulata di cozze, la versione locale del cous cous preparata principalmente nella zona di Gallipoli.

Pucce & friends

puccia salentina

È giunto il momento di fare ordine tra le proposte “da forno” tipiche del Salento. Partiamo dalla frisa: preparata con diverse farine, viene disidratata fino ad ottenere una consistenza biscottata che la rende perfetta per essere condita con pomodorini, origano, sale e olio extravergine d’oliva, locale naturalmente.

La puccia, invece, è una forma di pane piuttosto bassa, larga e tonda, farcita con le tipiche olive leccesine, nere e molto piccole. Molto spesso la troviamo farcita anche con altri ingredienti, perfetta per un pranzo veloce, sebbene non esattamente light. Simile alla puccia, ma con il grano saraceno, è invece il pizzo, anch’esso un pane tipico del Salento.

rustico salentino

Preparato con la pasta sfoglia è il rustico leccese, farcito con pomodoro, mozzarella e besciamella. Dopo pochi giorni nella penisola salentina sarete già assuefatti al profumo, dal momento che si trova in ogni bar, e sarà impossibile non provarlo.

Infine, non possono mancare le pittule, ovvero delle palline di pasta fritte servite come aperitivo o antipasto insieme ad altre polpettine a base di melanzane, zucchine, cipolle e menta.

Pasticciotti e non solo

È proprio il caso di dire dulcis in fundo. Abbiamo già parlato dei pasticciotti, ma le delizie della cucina salentina non finiscono qui. Molto usata è la pasta di mandorla, farcita e abbinata con la cotognata oppure con la mostarda di uva locale. Ci sono poi i marzapani, i Bocca di dama, le Gelosie (preparate con la pasta frolla a differenza di quanto accade in Campania e in Emilia), la Cupeta, i Mustaccioli e i Fichi secchi ricoperti di cioccolato. Insomma, anche gli amanti dei dolci non hanno che l’imbarazzo della scelta in Salento.

pasticciotti salentini

Dove mangiare in Salento

Dai lidi ai ristoranti, non c’è che l’imbarazzo della scelta per individuare il posto giusto dove fermarsi per assaggiare tutti i piatti da mangiare in Salento. Se vi trovate a Gallipoli e cercate un posto per una pausa veloce, potete provare la Baguetteria De Pace per le pucce, oppure da La Pentola degli Gnomi per una cena più ricca. Da Le Zie, a Lecce, troverete un ambiente informale e rustico, mentre per una cena speciale vi suggeriamo di scoprire una delle masserie trasformate in ristorante e agriturismo come, per fare solo un esempio, Le Stanzie di Supersano.

Una volta finita la vacanza, poi, non dimenticate di consultare la nostra lista di cosa portare dalla Puglia dove troverete i prodotti tipici più semplici da trasportare, per far sì che, come cantavano i Negramaro, anch’essi salentini, oltre al ricordo, vi rimanga il “segno di un’estate che vorrei potesse non finire mai”.

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