“Innanzitutto scusami se c’è troppo sale, ma cucinando di giorno non posso assaggiare”.
Durante il periodo del Ramadan si sentono spesso frasi del tipo: “ma come fanno?” Ma non possono nemmeno bere un po’ d’acqua?”, così abbiamo deciso di raccontarvi “come fanno”, grazie all’aiuto di Essam Sallam e di alcuni suoi amici egiziani. Prima, però, è importante sottolineare come siano presenti (e di tutto rispetto) anche alcune forme di Islam che optano però per un’osservazione meno radicale del Ramadan, pur non mettendo affatto in discussione la propria fede. Siete pronti a saperne di più sul Ramadan, cosa mangiano i più osservanti in questo periodo e come si svolgono le loro giornate?
Il Ramadan: racconto di un giorno insieme
Il Ramadan è il mese in cui si commemora la prima rivelazione del Corano a Maometto grazie all’angelo Gabriele. Durante questi giorni, tutti sono invitati al digiuno dall’alba al tramonto e al rispetto di altre regole, ad eccezione dei più anziani, delle donne in gravidanza, in allattamento e con il ciclo o in casi estremi di malati gravi.
Il periodo del Ramadan cambia ogni anno, retrocedendo di volta in volta; si stabilisce seguendo il calendario lunare islamico, che è composto da 354 o 355 giorni, ovvero 10 o 11 giorni in meno dell’anno solare e cade sempre il nono mese. Arriva dalla Mecca l’annuncio del suo inizio, quando si osserva una luce particolare nella luna crescente, che capita solo una volta all’anno; al termine, invece, viene celebrata la grande festa dell’interruzione, ovvero lo Id al-fitr.
Ma che cosa avviene durante questo mese e quali sono regole e raccomandazioni da seguire? Oltre al divieto di avere rapporti sessuali (non sono ammessi neanche sguardi intenzionali), i fumatori, per esempio, possono fumare soltanto la sera: queste cose accadono normalmente in una famiglia egiziana. Ah, a proposito, lo sapevate che ci sono più italiani in Egitto che egiziani in Italia?
Il Ramadan in una casa egiziana
In questo mese i due pasti sono il suhur prima dell’alba e il fitùr (o iftar) dopo il tramonto, consumati sempre con le mani, seduti insieme intorno al tavolo con i piatti al centro; in accompagnamento, si beve moltissima acqua e succhi di frutta.
Di base si mangiano più o meno le stesse cose, ma con qualche accorgimento; ad esempio, in generale, per non avere sete dopo, è consigliabile evitare cibi troppo salati o piccanti (per questo si usa molto da sostituire con il prezzemolo nei piatti), per non avere sete dopo, come il cous cous, la pasta o i falafel con fave, uno dei piatti più comuni nella cucina egiziana.
L’importante è non esagerare mai con le dosi, sia perché il Ramadan è un periodo in cui è previsto un generale controllo, sia per non avere sete durante il giorno. Infatti, in questo mese si mangia meno della metà di un pasto solito, per abituare al meglio lo stomaco e il corpo in generale. Per chi non ha l’abitudine a questo genere di pratiche di rinuncia, potrà sembrare strano che dopo un’intera giornata senza toccare né cibo né acqua, non si cada facilmente nella tentazione di abbuffarsi di qualsiasi cibo a portata di mano. In verità, soprattutto nei primi giorni di Ramadan, è difficile abituare lo stomaco, come il corpo intero, all’assenza di cibo ed è altrettanto difficile pretendere che dopo ore di riposo, esso si rimetta al lavoro a comando.
Ramadan: cosa mangiare durante questo mese
Uno degli alimenti fondamentali durante il mese del Ramadan sono i datteri, soprattutto nella colazione serale, poiché danno subito zuccheri ed energie di cui si ha bisogno da tutto il giorno. Al mattino, invece, sono consigliate le uova, perché danno un senso di sazietà che dura a lungo.
L’anguria è un altro dei cibi molto consumati nel Ramadan, perché contiene tanta acqua; per lo stesso motivo, a non mancare mai sono le verdure, sia prima dell’alba che dopo il tramonto: minestre, cavoli, patate, pomodori, peperoni, zucchine, cetrioli, carote, e soprattutto insalata, in quanto fonte di acqua, o molokhia, un’erba egiziana che sembra marjiuna ma non lo è. Molto diffusi nella cucina egiziana sono anche i mahshi, cioè degli involtini di zucchine, cavolo o peperone, con riso basmati, impiattati poi secondo una logica molto precisa.
Anche la carne è quasi sempre presente, condita con l’okra, una pianta egiziana che contiene molto acido lattico, ideale per le donne incinte, ottima durante il Ramadan, oppure in ricette come la kofta, cioè delle polpette. I formaggi si mangiano spesso, ma è importante che siano freschi e con poco sale, come la feta greca.
Se qualche pietanza non è all’altezza delle aspettative, ricordate che cucinare senza poter assaggiare non è facile per nessuno.
L’ingrediente principale resta, però, la convivialità: infatti, un iftar senza ospiti non è un vero iftar, perchè durante il mese del Ramadan la preghiera collettiva (si prega molto di più perché si deve rileggere tutto il Corano, più o meno circa 20 pagine al giorno, nei momenti liberi) e il pasto conviviale diventano più collettivi, non solo per uno spirito di condivisione del sacrificio e dell’abnegazione. L’ospite non digiunante sarà accolto con un piacere maggiore, perché decide di condividere un pasto importante, di un momento altrettanto importante dell’anno con il fedele, pur non essendolo. E alla fine depurare l’organismo eliminando tutti i grassi in eccesso, non fa forse bene a chiunque? Anche se in realtà, il senso profondo del Ramadan è un altro: sentire la sofferenza e la povertà. Anche i più ricchi e miliardari per almeno un mese all’anno devono sentire quello che sentono i poveri, motivo per cui durante il Ramadan è consigliabile fare delle offerte, laddove possibile, ai più bisognosi, perché durante questo mese devono essere tutti uguali. “Per questo alla fine il Ramadan è il mese più felice, ritrovi la strada e ti avvicini a Dio. E alla fine sai qual è il giorno più difficile? Il primo. Poi ti abitui e capisci che non hai bisogno di nulla”.