Traducendolo alla lettera, il termine viscuttedda (al singolare viscuttieddu) indica i biscottini di qualsiasi pasta o foggia essi siano fatti. Questa è una ricetta della memoria, nel senso che più nessuno, neppure i pasticceri modicani più anziani, la prepara. Una ricetta da mettere sulla zattera, quindi, e da rivalutare sia per la sua bontà, sia per quello che implica. La tradizione vuole che questo biscotto fosse preparato dalle monache di clausura del Convento benedettino che sovrasta la città di Modica e fosse destinato ai sacerdoti per essere consumato immediatamente dopo la celebrazione della Messa. La ricetta l'ho trovata tra quelle di mia Nonna Amelia, nel suo famoso quadernetto, anche se non ricordo di averglieli mai visti preparare. Mentre ricordo benissimo di averli assaggiati da bambino proprio al convento benedettino quando con l'altra Nonna, quella paterna, si andava a trovare le sorelle di mio Nonno che erano, appunto, suore di clausura.
4 da 2 voti
Preparazione 2 ore h
Tempo totale 2 ore h
Portata Dolci e Dessert
Cucina Italia
Porzioni 4 persone
Ingredienti
- 500 g di farina 00
- 1 bicchiere di zucchero
- 1 bicchiere di olio
- 1 bicchiere di vino (bianco o rosso ma meglio rosso)
- 1 bustina di vanillina
Istruzioni
- Miscelate il vino, l'olio extravergine e lo zucchero con una frusta, aggiungete la vanillina e incorporate la farina setacciata fino a creare un composto omogeneo.
- Versate quindi, l'impasto sulla spianatoia e lavoratelo. Dopo aver fatto dei bastoncini, tagliateli e formate i biscotti dandogli la forma di piccole ciambelle.
- Passate nello zucchero (solo la parte superiore) ed infornate a 200° fino a farle dorare.