Proprio come nel calcio anche nella scelta della merendina preferita ognuno di noi aveva fin da piccolo la propria squadra di appartenenza a cui non avrebbe mai rinunciato. E da quanto riporta lo studio Aidepi (Associazione delle industrie del dolce e della pasta) sembra che questa preferenza non tema il passare del tempo e dell’età anagrafica: italiani e merendine vanno d’accordo. Infatti, questi snack, protagonisti della nostra infanzia, oggi tra le categorie di prodotti più innovativi sul mercato, stanno pian piano uscendo dalla nebbia di fake news che li aveva travolti.
Italiani e merendine: quali mangiano e quando?
Nel nostro Paese gli adulti che mangiano abitualmente merendine sono ben 21 milioni e lo fanno in media 2 volte a settimana. I consumi cambiano però a seconda delle fasce di età, infatti gli habitué di questo prodotto sono soprattutto gli under 35 con il 59%, seguiti dai 40-50 enni e infine troviamo gli over 60.
Anche i momenti della giornata sono indicativi per il consumo. Il momento preferito per le merendine è sicuramente quello di cui portano il nome, la merenda (comprensiva di spuntino di metà mattina e metà pomeriggio) con il 65%. A seguire la colazione con il 41% mentre la sera (10%) e il dopopranzo (7%) sono i momenti meno gettonati dagli italiani per il loro consumo. Uno degli aspetti più interessanti, che abbiamo accennato all’inizio di questo articolo, è che le merendine più amate dagli adulti sono le stesse che mangiavano da piccoli, confermando così un forte legame emotivo verso questo prodotto. Tra le più gettonate troviamo quelle tipo brioche (soprattutto tra gli under 35) seguite da quelle a base di pastafrolla e infine quelle a base di pan di spagna.
Ma se gli adulti rimangono legati alle merendine collegandole alla loro infanzia, come si comportano con i loro bambini? Lo studio ha analizzato le risposte di genitori con figli dagli 0 ai 18 anni chiedendo qual è la merenda che danno con maggior frequenza. A sorpresa le merendine sono nei primi 5 risultati precedute da frutta (51%), yogurt (42%), snack salato (28%) e panino (24%). Analizzando i dati sul periodo settimanale troviamo che ben 8 genitori su 10 danno ai propri bambini una merendina 2 o 3 volte a settimana, dimostrando così una corretta alternanza con altri alimenti, nell’ambito di un consumo consapevole.
Merendine: 20 milioni di euro nella ricerca e sviluppo
I numeri sul mercato di questi snack sono sicuramente importanti, rappresentano infatti da sole un quinto del comparto dei prodotti da forno, con 1 miliardo di euro di fatturato. Ma il vero primato delle merendine è sicuramente la quantità di investimenti nella ricerca e sviluppo con ben 20 milioni di euro l’anno (2% del fatturato), dato in controtendenza con gli investimenti degli altri comparti alimentari. Questo sforzo economico ed imprenditoriale è ben percepito dai consumatori. Secondo la ricerca Aidepi infatti 7 italiani su 10 considerano le merendine tra i prodotti più innovativi riconoscendogli plus come la capacità di creare nuovi prodotti ogni anno adatti non solo ai bambini ma a tutta la famiglia.
Tutti questi investimenti sembrano voler rispondere alla domanda: come sarà la merendina del futuro? I trend più importanti sembrano essere quelli riconducibili alle esigenze di salute con meno grassi, zuccheri e sale e con maggiore presenza di fibre integrali e ingredienti biologici. Caratteristiche importanti per il consumatore, così come lo è la sostenibilità ambientale, dal packaging alla produzione.
Ma quanto ci vuole a lanciare una nuova merendina sul mercato che rispetti tutte queste esigenze? Secondo la ricerca tra 1 e 5 anni. Sono infatti circa 100 in media i progetti a cui il settore lavora ogni anno!
Merendine e fake news
Pochi prodotti sono stati oggetto di fake news come le merendine. Gli errori sono diversi, e toccano molti ambiti del prodotto. Tra i primi sicuramente troviamo gli ingredienti: l’85% degli italiani non sa che nelle merendine non ci sono praticamente più gli acidi grassi trans (le grandi aziende dolciarie italiane li hanno tolti da tempo), il 63% pensa che lo zucchero di una sola merendina faccia superare il bisogno giornaliero di un bambino (e invece non è vero) e sempre il 63% non sa che molte merendine oggi vengono fatte anche con il lievito madre, uno degli ingredienti più richiesti oggi dal mercato.
Ma sicuramente la fake news più conosciuta è quella relativa all’obesità infantile. Da anni infatti la tesi più gettonata è quella secondo la quale il sovrappeso dei bambini nelle più importanti fasi della crescita sia colpa esclusivamente delle merendine. In realtà, diversi studi scientifici evidenziano come non sia solo l’assunzione di determinati cibi ad aumentare il rischio di obesità, ma concorrano molte cause, come le quantità e gli stili di vita, ma anche la genetica.
E la vostra storia con le merendine qual è? Ne avevate una preferita da piccoli che ancora vi fa battere il cuore?