È davvero un brutto periodo per l’acqua potabile, una delle risorse più preziose che abbiamo.
Su quella del rubinetto pesa da tempo la questione del residuo fisso alto, ovvero il contenuto di sali disciolti, oltre ai problemi di contaminazione, come nel caso dell’emergenza Pfas in Veneto, che vi abbiamo documentato. A livello globale, poi, il fenomeno delle microplastiche nell’acqua potabile di tutto il mondo sta assumendo dimensioni preoccupanti, con ripercussioni negative sull’ambiente e, verosimilmente, anche sull’uomo. Non si sa ancora quali problemi comporterà consumare acqua contaminata e di quali entità; di certo è lecito chiedersi se è possibile bere in modo sicuro alla luce delle recenti notizie. L’ultima riguarda l’acqua minerale in bottiglia, di cui il Ministero della Salute italiano nei giorni scorsi ha ritirato 8 lotti per rischio microbiologico.
Vediamo nello specifico quali sono i fronti che stanno interessando la sicurezza dell’acqua potabile.
Acqua potabile: plastiche e batteri minacciano la sicurezza
Senza voler affrontare in questa sede il tema, fondamentale, dell’acqua come risorsa esauribile, minacciata dallo spreco e dal cambiamento climatico, vogliamo oggi soffermarci su ciò che riguarda la sicurezza dell’acqua potabile che beviamo e utilizziamo per cucinare il nostro cibo.
Beviamo plastica
È vero, le plastiche si trovano nei cosmetici, nei dentifrici e in tantissimi altri oggetti con cui veniamo a contatto quotidianamente e che, indubbiamente, ci semplificano non poco la vita. E certo, anche il fatto che mare e oceani siano contaminati dalla plastica, purtroppo, non è più un segreto per nessuno, tanto che è stato coniata l’espressione “l’isola di plastica” per identificare le 21 mila tonnellate di microplastica che galleggiano al centro del Pacifico Settentrionale.
La plastica non è biodegradabile, per cui ha tempi di permanenza molto lunghi con residui tossici per l’ecosistema e per l’uomo, anche perché questi rifiuti vengono spesso ingeriti dai pesci che si trovano alla base della catena alimentare. Insomma, un quadro poco rassicurante che ben fotografa il disastro ambientale che plastiche, rifiuti tossici e mancanza di educazione ambientale hanno contribuito a creare.
Come se non bastasse, un recente studio condotto dall’Università del Minnesota per conto dell’organizzazio no-profit Orb, che si occupa di giornalismo d’inchiesta su tematiche ambientali, ci ha detto, sostanzialmente, che beviamo plastica.
Si tratta della prima ricerca scientifica pubblica nel suo genere e ci restituisce una situazione dell’acqua potabile, a livello mondiale, davvero allarmante.
Invisibles: la plastica dentro di noi
Questo il titolo dello studio, a riprova che si tratta di una vera e propria invasione della plastica, come confermato dai dati. Sono stati analizzati 159 campioni di acqua potabile proveniente da quasi tutto il mondo, Europa compresa.
Fonte: orbmedia.org
Possiamo definire i risultati spaventosi, infatti, come riporta Orb:
- Oltre l’80% dei campioni raccolti su cinque continenti è risultato positivo per la presenza di fibre di plastica
- Le fibre di plastica microscopiche stanno uscendo dai rubinetti di tutto il mondo, con le percentuali più alte negli Stati Uniti e in Libano.
E adesso? Bere acqua potabile del rubinetto non è sicuro? Ci sono alternative migliori?
Molte ricerche erano state fatte sulla contaminazione dell’aria e del suolo, ma mai una sull’acqua potabile di tale portata. I ricercatori ipotizzano che le microplastiche potrebbero provenire dall’abrasione quotidiana di tessuti sintetici e tappezzeria, che contamina fonti di acqua locali o sistemi di trattamento e distribuzione. Questo, quindi, porta a pensare che tali residui tossici entrino a contatto anche con il cibo.
Al momento non si conoscono procedure specifiche per contenere il fenomeno e la ricerca solleva grandi questioni riguardo l’impatto per la salute dell’uomo. Di certo, come sottolinea Sherri Mason, prestigiosa ricercatrice sul tema microplastica, “Se sta avendo un impatto sulla fauna selvatica, come possiamo pensare che non avrà un impatto su di noi?”.
Meglio, allora, l’acqua potabile in bottiglia?
Il Ministero ritira 8 lotti per rischio microbiologico
Ci siamo già occupati di acqua minerale o acqua del rubinetto, per capire come orientare la scelta, che oggi è sempre più difficile, proprio alla luce dei dati che vi abbiamo raccontato. Infatti, può essere utile ricordare che la ricerca di Orb sull’acqua potabile, ha riscontrato la presenza di micro fibre di plastica anche in quelle che sono considerate le migliori marche di acqua in bottiglia americane. E da noi?
In Italia in questi giorni anche l’acqua in bottiglia non gode di buona salute. Il 13 settembre, infatti, il Ministero guidato da Beatrice Lorenzin, ha pubblicato un richiamo riguardante 8 lotti di acqua minerale. Si tratta, nello specifico, dell’Acqua Effervescente Naturale Cutolo Rionero e di quella Effervescente Naturale Blues.
Anche in questo caso acqua potabile, ma in bottiglia e quindi, in teoria, considerata più sicura. La contaminazione dei lotti ritirati riguarda il batterio Pseudomonas aeruginosa che metterebbe a rischio la salute dei consumatori.
Acqua potabile in bottiglia: rischio microbiologico
Il batterio si trova in ambienti umidi, in acqua e suolo, ma può attaccare anche l’uomo: la contaminazione colpisce soprattutto persone debilitate durante i ricoveri ospedalieri, ma può essere anche ambientale.
Il Pseudomonas aeruginosa è pericoloso in quanto riesce a crescere e moltiplicarsi quando trova un ambiente “debole”, motivo per cui in medicina viene definito “opportunista”. L’infezione avviene in tre fasi:
- attacco e colonizzazione
- infezione locale
- passaggio nel sangue con malattia sistemica.
La contaminazione da batterio Pseudomonas aeruginosa può manifestarsi con diversi sintomi, a livello gastro-intestinale, ma anche del sistema nervoso, provocando febbre, otiti ed altre infezioni, problemi alla vista e alle ossa motivo per cui al primo sospetto bisogna rivolgersi al medico.
Insomma, i problemi dell’acqua potabile, a livello globale, sembrano non pochi e non è facile per il consumatore orientare le proprie scelte, tuttavia, possiamo dire che almeno in Europa la qualità delle acque è garantita da analisi puntuali e valori soglia restrittivi per proteggere la salute delle persone.
Voi rispetto all’acqua potabile cosa scegliete, rubinetto o bottiglia? Se volete saperne di più, potrebbe interessarvi leggere il nostro approfondimento sulla plastica per alimenti.